europa ucraina
(Ansa)
Economia

L'ingresso dell'Ucraina nella Ue costa caro, come la rivoluzione green. Ci ripensiamo?

Al di là dei proclami su Kiev e sull'ambiente ci si accorge che certe operazioni costano centinaia di miliardi. Che non abbiamo

Nove nuovi Paesi, Ucraina inclusa pronti a entrare nell’Unione Europea? È sempre più una questione economica, oltre che politica. Stando ai numeri, infatti, allargare le dimensioni dell’Unione costerebbe/costerà ai membri attuali dell’Unione 257 miliardi di euro in sette anni. L’ingresso della sola Ucraina è stimato a 186 miliardi di euro. I conti sono contenuti in un documento della Commissione europea, pubblicato dal Financial Times. “Tutti gli Stati membri dovranno pagare di più e ricevere di meno dal bilancio dell’UE; molti Stati membri che attualmente sono beneficiari netti diventeranno contribuenti netti”, si legge nel documento. Quindi allargamento significa che i Paesi europei, Italia compresa, dovranno pagare di più e ricevere di meno.

In discussione al momento c’è l’ingresso di nove nuovi membri all’Unione: Ucraina, Moldavia, Georgia e 6 Stati dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia). Il costo arriva a 256,8 miliardi di euro. Gli attuali Stati dell’Unione si vedrebbero tagliare di circa un quinto i sussidi agricoli (circa -20%) nel bilancio. Qualche numero? All’Ucraina andrebbero 96,5 miliardi di euro dalla politica agricola comune europea in sette anni. Le allocazioni per la politica agricola comune nel periodo in esame (2021-2027) così scenderebbero notevolmente per i vari Stati membri “storici”. La Francia passerebbe da 72 a 57 miliardi di euro; la Spagna da 52 a 41 miliardi di euro; la Germania da 47 a 37 miliardi di euro e Italia da 43 a 34 miliardi di euro.

Con i 9 nuovi Paesi dentro l’Unione il bilancio attuale aumenterebbe del 21%, raggiungendo i 1.470 miliardi di euro, circa l'1,4% circa del reddito lordo dei 36 Paesi. L’Ucraina entrando nell’Unione avrebbe anche diritto a 61 miliardi di euro in pagamenti dai fondi di coesione europei, quelli per migliorare le infrastrutture negli Stati membri più poveri. Nove Stati membri in più significherebbe per Repubblica Ceca, Estonia, Lituania, Slovenia, Cipro e Malta non avere più diritto ai finanziamenti per la coesione.

Con questi numeri e con questi conti l’annuncio previsto per dicembre di allargamento all’Ucraina ci sarà? E agli altri Paesi poi? La questione politica è certamente molto economica anche e sarà sul tavolo in queste ore a Granata dove sono riuniti i leader europei. E sarà sicuramente nelle discussioni delle prossime settimane.

TUTTE LE NEWS DI ECONOMIA

I più letti

avatar-icon

Cristina Colli