Iran
(Ansa)
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L'attacco (di Israele?) in Iran è un messaggio anche a Russia ed Ucraina

Fino a questo momento Israele non aveva preso posizioni sul conflitto ma i droni scagliati contro i siti militari di Teheran, anche se non hanno un mandante certo, hanno dei significati chiari

Lo scorso 28 gennaio le agenzie stampa iraniane intorno alle 23.30 (ora locale) hanno dato la notizia che una base militare in Iran era stata attaccata con tre droni. Il blitz ha distrutto una fabbrica di munizioni nella città di Isfahan, proprio accanto ad una palazzina appartenente all'Iran Space Research Center, già sanzionato dagli Usa per la sua attività legata al programma di missili balistici dell'Iran.

Ma la fabbrica di Isfahan produceva munizioni o le immagazzinava? Oppure come dicono alcuni rapporti di intelligence venivano costruiti anche i droni che i russi utilizzano nella guerra in Ucraina? Tra le ipotesi che circolano sulla stampa internazionale c’è anche quella che afferma che il blitz sarebbe servito a bloccare la fornitura di droni dell'Iran alla Russia in un contesto già difficilissimo, viste le continue tensioni tra Israele-Iran e quelle tra l'Iran e la comunità internazionale, Stati Uniti in testa.

Jason Brodsky, un esperto di Iran, ha twittato: «Questa operazione di stasera contro la struttura del Modafl a Isfahan ha avuto un modus operandi simile a quello del giugno 2021 quando venne attaccata la struttura di Tesa Karaj». Chi è stato? Secondo il Wall Street Journal (Wsj), citando dirigenti statunitensi e fonti a conoscenza dell'operazione: «Israele ha effettuato un attacco con i droni contro il complesso della difesa in Iran, mentre gli Stati Uniti e Israele cercano nuovi modi per contenere le ambizioni nucleari e militari di Teheran», citando dirigenti statunitensi e fonti a conoscenza dell'operazione. La tv al-Arabiya – citando delle fonti non precisate, subito ripresa dalla russa Tass- aveva sostenuto che «l’attacco è stato fatto dall’aviazione statunitense e di un altro Paese». Di contro, per un canale interattivo di notizie arabe al-Hadath: «Israele sarebbe invece estraneo all'operazione». Gli iraniani hanno confermato l’attacco ma hanno minimizzato i danni riportati alla struttura che è ritenuta fondamentale per la fabbricazione di ordigni.

La tv di Stato Iran International ha parlato di «Offensiva fallita, non è stato ucciso nessuno e si sono registrati soltanto lievi danni al tetto», e tutto questo nonostante da ore sui social network circolino immagini e video che mostrano le esplosioni e le fiamme che divampano nell’edificio. Per il quotidiano israeliano Jerusalem Post l’attacco è stato un «un enorme successo. Ci sono state quattro esplosioni contro una struttura che sviluppa armi avanzate e le conseguenze vanno ben oltre il danno minore al tetto di cui parla la Repubblica islamica come fatto anche in altri incidenti degli ultimi anni». A Gerusalemme bocche cucite. Secondo il Jerusalem Post: «Israele sta facendo finta di niente, ma fonti di intelligence occidentale e fonti iraniane hanno attribuito in passato al Mossad attacchi altrettanto riusciti contro l'impianto nucleare iraniano di Natanz nel luglio 2020, un altro impianto nucleare a Karaj nel giugno 2021».

L'Iran ha numerose strutture collegate ai suoi programmi di droni, come siti nel sud del Paese a Chabahar e nelle isole Qashm. Si presume che l'Iran utilizzi la sua base di Kashan a nord della città di Isfahan per l'addestramento con i droni e l'Iran ha invitato più volte i gruppi terroristici e i militanti della regione ad addestrarsi in quel sito. Il blitz, secondo il Wsj, segna il primo attacco noto effettuato da Israele sotto il nuovo governo di coalizione guidato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che come ha ricordato l’agenzia Ansa: «Ha autorizzato una serie di audaci operazioni all'interno dell'Iran quando ha ricoperto questo ruolo per l'ultima volta dal 2009 al 2021». L’operazione dell’altra notte è arrivata mentre americani e israeliani stanno mettendo a punto nuove strategie volte a combattere le operazioni condotte dagli iraniani all’estero, tra le quali c’è la rinnovata partnership militare tra la Russia e l’Iran. A questo proposito William Burns, direttore della Cia, si è recato in Israele nelle scorse settimane, mentre questa mattina arriverà in Israele il segretario di Stato Antony Blinken: «Per continuare i colloqui Usa-Israele sull'Iran e su altre questioni regionali». Che la tensione nella regione sia altissima lo prova il fatto che la settimana scorsa Stati Uniti e Israele hanno condotto la loro più grande esercitazione militare congiunta mai effettuata che ha visto la presenza più di 7.500 membri del personale di entrambi i Paesi in una serie di scenari per testare come scrive l’Ansa: «La loro capacità di eliminare i sistemi di difesa aerea e rifornire jet, operazioni che potrebbero essere elementi chiave di un importante attacco militare contro l'Iran». Durante le operazioni il più alto generale israeliano in carica aveva dichiarato la scorsa settimana al Wsj: «Israele e gli Stati Uniti si stanno preparando al peggio».

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Stefano Piazza