Così Beppe Grillo espelle dal MoVimento 5S
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Così Beppe Grillo espelle dal MoVimento 5S

Basta la lettera del legale che cura gli interessi del comico per decretare la cacciata. Alla faccia della democrazia della rete. Come dimostra questa missiva che pubblica in esclusiva Federica Salsi, storica attivista bolognese espulsa dal M5S

Ricordate il post di Beppe Grillo sul punto G? Quello in cui il comico chiedeva un voto della rete per decretare l'espulsione dal MoVimento di Federica Salsi, consigliere comunale a Cinque Stelle di Bologna, rea di aver partecipato a un talk show? Ebbene, a dieci mesi di stanza, la Salsi, oggi nel gruppo misto del comune emiliano, pubblica sul suo blog personale , una lettera molto interessante che getta una nuova luce su come (non) funziona la democrazia interna al M5S. È la lettera dell'avvocato di Grillo Michelangelo Montefusco, il quale intima alla Salsi di non usare più il marchio M5S, di cui Grillo è proprietario in via esclusiva, e in quanto tale - a dispetto della autoproclamata democrazia diretta - padre padrone assoluto del MoVimento.

Per giustificare politicamente l'espulsione, che ai fini legali Grillo - essendo il proprietario esclusivo del marchio - non avrebbe bisogno di giustificare, l'avvocato fa sapere tramite il suo assistito che essa avrebbe avuto origine dalla violazione del codice comportamentale del MoVimento da parte di Federica Salsi.

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Peccato che, scrive la Salsi, nei commenti al suo post, «il codice comportamentale fu stilato da quel furbacchione di Casaleggio successivamente e non prima alla mia partecipazione a Ballarò, data che l'avvocato di Grillo si guarda bene dal comunicare: io non ho violato un bel nulla». Quanto al diktat-anti talk show per gli iscritti e gli eletti del MoVimento, Federica Salsi, evidentemente col dente avvelenato, racconta un'altra storia rispetto a quella che sono soliti raccontare gli adepti del M5S. Una storia - riassunta in un altro post - che ripercorre tutte le tappe del tormentato e contraddittorio rapporto tra la tv e il MoVimento di Grillo: il punto chiave è un video inequivocabile del 2011 (non un secolo fa) in cui era lo stesso comico genovese a esortare i suoi ad andare «decisi» nei talk show - in vista delle elezioni nazionali - per convincere gli elettori e controbattere alla bugie sul MoVimento. Una svolta politica a U in soli due anni di cui nel MoVimento non si può parlare, pena la cacciata decisa dal proprietario del marchio. 

Scrive un lettore a Federica Salsi: «Questa lettera è una medaglia al valore della discussione, al valore di essere anche parzialmente in disaccordo con chi fa un pezzo di strada insieme a te. Se bisogna stare allineati e coperti non è democrazia. È un esercito dove bisogna stare allineati e coperti. Ma un partito, o un movimento, non deve essere mai un esercito».

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