I 'dispiaceri' della carne: ma cosa mangiamo?
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I 'dispiaceri' della carne: ma cosa mangiamo?

Dopo Findus e Nestlé, lo scandalo carne di cavallo travolge anche la Star

“L’allungamento della filiera e la mancanza di leggi adeguate sulla tracciabilità degli alimenti non garantiscono al consumatore la genuinità del prodotto finale” Sono circa 200 le diverse tipologie di prodotto ritirate in 24 paesi del Mondo.

La contaminazione della carne di cavallo è stata scoperta praticamente in tutte le diverse tipologie di prodotti trasformati a base di carne di manzo dalle lasagne ai tortellini, dai ravioli ai cannelloni, dagli hamburger alle polpette, dal kebab alla moussaka fino al goulash e al ragu’.

Ad essere coinvolte sono le principali multinazionali della distribuzione commerciale e dell’industria alimentare, dalla Findus alla Nestlè fino alla Star, da Carrefour ad Auchan fino alla Lidl, ma anche i punti vendita di Ikea in diverse parti del mondo.

Ma lo scandalo Gran Ragù Star, è l'ultimo che travolge la cucina del made in Italy. Infatti il consumo di sughi a base carne è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni e oggi vale in Italia 70,8 milioni di euro. E proprio il Gran Ragù Star è al primo posto con una quota del 36% e una diffusione in oltre il 13 per cento delle famiglie italiane.

Rolando Manfredini, Responsabile sicurezza alimentare Coldiretti, com'è possibile che una grande azienda come la Star non sia a conoscenza degli ingredienti che acquista per confezionare i propri alimenti?
“Pur riconoscendo alla società Star la facoltà di essere stata lei stessa vittima di un fornitore disonesto, occorre precisare che ha comunque delle responsabilità che non possono essere scaricate su nessun altro. Tutte le aziende, infatti, sono oggettivamente responsabili per il prodotto che hanno confezionato, in questo caso, il ragù con carne equina che è a tutti gli effetti una frode alimentare. Qualcosa evidentemente nel processo di acquisto e trasformazione della carne in ragù, non ha funzionato. Probabilmente non sono stati fatti controlli adeguati e analisi per rilevare la presenza di carne equina ma anche per testare l’attendibilità e la serietà delle aziende dell’indotto Star".  

Ma tutti questi scandali a tavola stanno generando anche il terrore nei consumatori. Cambieranno ancora le abitudine a tavola?
"Le abitudine sono già cambiate nei consumatori e questo ennesimo scandalo sicuramente le modificherà ulteriormente. Pensiamo alle reazioni dei consumatori dopo lo scandalo della mucca pazza oppure dell’aviaria che pur non coinvolgendoci in maniera diretta ha fatto crollare i consumi di pollo mandando di crisi numerosi allevamenti italiani. Sono 3,3 milioni le famiglie italiane che acquistano il Gran Ragu’ Star che è stato il primo sugo pronto prodotto a livello industriale in Italia e presente sul mercato da oltre 50 anni fa, dal 1962".  

I cibi pronti per chi lavora e non ha tempo per cucinare sono un grande aiuto. Come riuscire a sfuggire alle truffe?
"I cibi confezionati sono una “deviazione” rispetto al meccanismo della cucina e del cucinare che ha da sempre contraddistinto il consumatore italiano. Certamente facilitano coloro che lavorano ma il processo di trasformazione e confezionamento non riescono a garantire una sufficiente trasparenza del prodotto finale. Il vero problema è l’allungamento della filiera che non è accompagnato da misure strutturali ovvero da leggi che ne obbligano la trasparenza. Ciò sta a significare che nella filiera che va dall’acquisto, macellazione e confezionamento della materia prima, si perdono i riferimenti di coloro che realmente lavorano il prodotto e quando giunge sulle nostre tavole non sappiamo chi ha fatto che cosa e come si è giunti al confezionamento di quel cibo che stiamo mangiando. Per questo sono indispensabili nuove leggi per rendere “obbligatoria l’origine”, trasparenti i singoli alimenti all’interno di un prodotto confezionato oppure fresco. Insomma, è necessario intervenire con l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza degli alimenti utilizzati per chiudere le porte alle frodi e agli inganni. Detto questo bisogna anche tranquillizzare i consumatori italiani perché nel nostro Paese rispetto agli altri dell’Unione europea i controlli sugli alimenti sono molto elevati e rigorosi".

Lo scandalo della carne equina ha messo in evidenza un giro vorticoso e incontrollato sulla carne che sembra viaggiare da un Paese europeo ad un altro senza il minimo controllo…  
"E’ vero e il caso Star ce lo dimostra. Secondo quanto rilevato dai carabinieri dei Nas di Milano nei prodotti sequestrati presso la ditta Star, nello stabilimento di Agrate Brianza erano state utilizzate partite di carne macinata congelata proveniente dalla Romania ed acquistate dal fornitore francese Gel Alpes di Saint Maurice, già segnalato per irregolarità alle Autorita' transalpine. Purtroppo con la crisi economica, con l’allungamento della filiera e la mancanza di una rigorosa normativa in materia di tracciabilità e trasparenza, è molto facile per una società disonesta inserirsi nella filiera e fare business ai danni del consumatore finale. In molti tendono a rassicurare i consumatori che la presenza di carne equina, all’interno di questi alimenti e del sugo, non nuoce alla salute ma la carne di cavallo è comunque un prodotto clandestino di cui non conosciamo la provenienza. Se la carne arrivasse da allevamenti destinati all’alimentazione umana, non ci sarebbero effettivamente rischi per l’uomo e in questo caso non vedo il perché non sia stata segnalata in etichetta da produttore. Ma se invece, fossero carni di cavalli, ad esempio, da corsa queste risulterebbero imbottite di sostanze estremamente pericolose per l’essere umano e si spiegherebbe la loro “clandestinità” e quindi l’occultamento all’interno di altri alimenti”.

Con i ragù Star salgono a circa 200 i diversi tipi di confezioni alimentari ritirate dal commercio soprattutto in Europa, ma anche in Asia e America, con danni che hanno superato il miliardo di euro.

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Nadia Francalacci