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Ansa
Calcio

L'Inter di Allegri (in caso di addio di Conte)

Paradosso per il club di Zhang e Marotta: chiudere con l'ex ct potrebbe far risparmiare soldi in ingaggio e mercato. E far rendere alcuni giocatori già in rosa

La strada verso l'addio di Antonio Conte all'Inter rischia di essere meno in discesa di quanto si pensi, soprattutto per questioni economiche legate al pesantissimo contratto da 12 milioni netti (48 lordi sul biennale) che blinda l'ex ct della nazionale ai nerazzurri. Se, però, Steven Zhang e Beppe Marotta saranno capaci di mettere al'angolo il tecnico spingendolo a compiere lui il passo decisivo, sotto forma di buonuscita ragionevole oppure di dimissioni e basta, allora per l'Inter il futuro potrebbe riservare un rapido e vantaggioso matrimonio con Massimiliano Allegri. Come nell'estate del 2014, il livornese è pronto a prendere l'eredità di Conte. Allora Marotta lo andò a prendere a casa per sedersi sulla panchina della Juventus, questa volta la scena si ripeterebbe ad Appiano Gentile e per l'allenatore dei 5 scudetti consecutivi e delle 2 finali di Champions League perse in bianconero sarebbe l'inizio di una nuova avventura.

Il paradosso è che l'Inter potrebbe risparmiare anche soldi imbarcando Allegri dopo aver fatto scendere Conte dalla nave. Intanto l'ingaggio: 8 milioni per 2-3 anni (si sussurra di un triennale pronto) che al lordo fanno circa 16 all'anno contro il 12 netti dell'attuale tecnico. E poi le pretese di mercato e la capacità di adattarsi ai giocatori in rosa che risultano da sempre uno dei punti di forza di Allegri, definito erroneamente aziendalista mentre semplicemente è un uomo che ama il calcio semplice, quello in cui la cosa fondamentale è la capacità di trovare in fretta l'equilibrio.

LE REGOLE DI ALLEGRI

Cosa pensi Allegri del calcio lo ha sintetizzato in un libro che ha intitolato 'E' molto semplice'. Ripercorrendo le 32 regole che si è dato viene automatico immaginare come potrebbe essere plasmata l'Inter sotto le sue mani. "Non si può pensare di vincere soltanto applicando gli schemi", ad esempio. O, ancora, "Voglio giocatori pensanti e non polli d'allevamento". Oppure: "Quando sento gente che dice che bisognerebbe lavorare ventiquattro ore al giorno divento matto". Che non significa l'elogio dell'ozio, ma la predisposizione a cercare di non ingabbiare il talento a disposizione provando a lasciarlo libero di dare valore aggiunto a una trama costruita a tavolino.

Ecco, l'idea che più stuzzica è immaginare un talento come Eriksen, sacrificato nel calcio di Conte e diventato punto ci scontro con la dirigenza, inserito in questo tessuto molto flessibile che prevede quasi sempre un trequartista alle spalle delle punte. Il danese potrebbe essere il grande acquisto a centrocampo senza sborsare nemmeno un euro, avendolo preso in gennaio anticipando la concorrenza.

Lo stesso vale per la difesa. Non a tre per dogma contiano, ma con la possibilità di essere ricostruita a quattro col passare delle settimane come già accaduto alla Juventus. E questo riporterebbe al centro del progetto anche Skriniar, penalizzato fino ad essere messo ai margini dalle scelte di Conte, oppure Godin che si è visto solo nel finale di stagione dopo aver a lungo sofferto. Al netto delle dinamiche di mercato (Skriniar o Brozovic ad esempio potrebbe partire anche per finanziare gli acquisti), Zhang e Marotta non si troverebbe davanti un allenatore che chiede investimenti fuori dalla portata di qualsiasi club nell'era della pandemia, con i conti in sofferenza per tutti.

UN DIFENSIVISTA DI TALENTO

Allegri passa per essere un tecnico molto pragmatico e non è certo un limite. Pensa e dice: "Per vincere un campionato dobbiamo subire meno gol di tutti" e l'Inter sa già come si fa avendone incassati 36 in questa stagione, la migliore in assoluto. Il materiale quindi c'è e si potrebbe dedicare a costruire la parte offensiva del quadro. Dove in passato ha dato il meglio. Predilige il trequartista dietro una o due punte (4-3-2-1 o 4-3-1-2), gioca con la difesa a tre (3-4-1-2), ma viene anche ricordato per l'intuizione del gennaio 2017 quando inventò la Juventus trazione anteriore con Cuadrado, Dybala, Mandzukic e Higuain in campo insieme in un 4-2-3-1 inedito protetto a centrocampo da Pjanic e Khedira oltre che dalle corse indietro dell'attaccante croato.

Un uomo dalla grande corsa come Perisic, ancora in prestito al Bayern Monaco, potrebbe tornare utile per questa idea tattica così come il neo acquisto Hakimi sulla corsia opposta con Eriksen e Lukaku a fare da asse centrale nella fase d'attacco. Idee ce ne possono essere tante, dunque, e molte stuzzicanti anche dal punto di vista economico considerato che l'Inter potrebbe trovarsi ad avere una rosa già quasi pronta alla nuova avventura senza doversi svenare sul mercato.

ALLEGRI IL NORMALIZZATORE

Ultimo capitolo, quello dei rapporti con proprietà e dirigenti. Lo scoglio su cui si è schiantato il matrimonio tra Conte e l'Inter. Allegri è stato in difficoltà all'epoca del Milan dei due amministratori delegati (difeso da Galliani e attaccato da Barbara Berlusconi) mentre alla Juventus ha lavorato benissimo con Marotta ("Il miglior dirigente italiano" lo ha definito pubblicamente") e stretto un rapporto di amicizia con Andrea Agnelli.

Doti fondamentali in un ambiente stressato come quello nerazzurro. Ripassare qualche regole del calcio allegriano può aiutare a capire perché a Milano pensino a lui per il futuro: "L'allenatore, prima di decidere, si confronta con i ragazzi e con le altre componenti del progetto", ovvero condivisione e non un uomo solo al comando. E, infine, una massima che vale una vita e una carriera: "Il bravo manager è colui che porta soluzioni, non problemi". Musica per le orecchie di Zhang se lo strappo con Conte dovesse rivelarsi irreversibile.

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Giovanni Capuano