Palinsesti La7 2023/2024: fuori Giletti, arriva Gramellini, Parenzo al posto della Merlino
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Televisione

Palinsesti La7 2023/2024: fuori Giletti, arriva Gramellini, Parenzo al posto della Merlino

Il patron Urbano Cairo svela le tante conferme e le poche novità. Niente polemiche con Massimo Giletti (al suo posto Gramellini e In Onda con Luca Telese e Marianna Aprile), smentiti i contatti con Barbara D'Urso e l'intenzione di comprare Mediaset: «Mai pensato nemmeno per un secondo»

Tante riconferme e qualche novità. I Palinsesti di La7 2023/2024 sono un sostanziale copia incolla delle passate stagioni, con i volti di punta della rete di Urbano Cairo a fare da architrave portante – dallo stakanov Mentana alla Gruber – e un innesto importante: quello di Massimo Gramellini, strappato a Rai3, che raddoppia il sabato e la domenica. L’altro Massimo, Giletti, è il convitato di pietra della presentazione della nuova stagione. «Un animale tv di grande qualità», lo definisce il patron di La7, che però non entra nel merito della chiusura di Non è l’Arena né del mancato rinnovo del contratto. Poi dice: «Sono in buonissimi rapporti con Giletti». Il quale, magari a gennaio, potrebbe sbarcare su Rai3 visto che l’Ad Rai, Roberto Sergio, non ha escluso l’ipotesi. Dal post Merlino a L’Aria che tira ai contatti (smentiti) con la D’Urso, ecco tutte le novità di La7.

Palinsesti La7 2023/2024, tutte le conferme da Gruber a Floris

«La7 è una rete libera, c’è grande dialettica, è aperta a tutti. Abbiamo fatto servizio pubblico, quando c’è qualche evento importante la gente si sintonizza su La7», gongola Urbano Cairo svelando ai giornalisti che con le nuove assunzioni la rete è salita a 500 dipendenti: «Quando ho comprato La7 perdeva 120 milioni, siamo rimasti in piedi con un buon equilibrio economico, senza perdite sanguinose ma senza chissà quali utili». Poi entra nel dettaglio dei palinsesti all’insegna del “squadra che vince, non si cambia”. L’access prime time sarà presidiato come sempre da Lilli Gruber con Otto e Mezzo, punto chiave dell’identità della rete con il Tg di La7 e le maratone di Enrico Mentana. Tornano poi diMartedì con Giovanni Floris, Atlantide con Andrea Purgatori, la seconda edizione di Una giornata particolare di Aldo Cazzullo (“che vanno molto bene anche in replica. Cazzullo farà otto nuove puntate”), Piazzapulita di Corrado Formigli, Propaganda Live con tutta “la banda” di Diego Bianchi e Makkox, poi ancora Eden – Un pianeta da salvare con Licia Colò.

Le novità da Massimo Gramellini a Parenzo a L’aria che tira

La novità più importante è senza dubbio l’arrivo nel fine settimana di Massimo Gramellini, che sulla scia di Fazio e Annunziata ha lasciato la Rai. Per il giornalista del Corriere della Sera previsto un doppio appuntamento: il sabato, dal dopo tg fino alle 23.30, la domenica con un’intervista-faccia a faccia con un personaggio del momento. «Sarà una bussola per leggere e capire l’attualità», annuncia Cairo. Uno spazio all’interno del programma lo avrà anche Concita De Gregorio. A seguire, la domenica sera dalle 21.30 ci sarà In onda con Marianna Aprile e Luca Telese, che prendono dunque il posto di Non è l’arena: sarà interessante vedere come se la caveranno sul fronte degli ascolti. La seconda novità è l’arrivo di David Parenzo alla conduzione de L’Aria che tira, al posto di Myrta Merlino passata a Mediaset. «Myrta Aveva l’esigenza di fare qualcosa di diverso. Abbiamo fatto dei ragionamenti per un programma di prime time ma lo spazio che c’era era angusto e rischiava di non andare così bene». Quanto a Parenzo, «ci era piaciuta la conduzione frizzante di David», commenta Cairo, che punta a sviluppare gli approfondimenti culturali: previste le incursioni dello storico Alessandro Barbero e il ritorno di Federico Rampini. Poi, a gennaio, debutta 100’, firmato da Corrado Formigli e da Alberto Nerazzini, spin off di Piazza pulita con lunghe inchieste per raccontare il Paese.

Il caso Giletti e i contatti (mai avuti) con la D’Urso

Il convitato di pietra della presentazione dei nuovi palinsesti? Massimo Giletti. Cairo usa toni concilianti, lo definisce «un animale tv di grande qualità», pensa che se dovesse prenderlo la Rai, per la tv di Stato non sarebbe una “sòla”, anzi. «È un professionista di alto livello e molto capace. Da noi ha fatto due anni molto molto buoni, poi come tutti i prodotti, dopo una fase di slancio ce n’è una di declino», precisa. Ribadisce che il rapporto umano tra di loro è rimasto ottimo pur avendo deciso di chiudere con qualche settimana di anticipo il programma. Il perché non lo spiega né entra nei dettagli dell’incontro avuto con i Pm di Firenze a proposito del caso del “pentito” Baiardo (e le famose foto di cui tanto si è parlato a Non è l’arena). Quanto all’incontro che avrebbe avuto con Barbara D’Urso, spegne sul nascere le indiscrezioni: «È una professionista di grande livello ma non abbiamo avuto contatti con lei». E smentisce anche di aver avuto contatti con Lucia Annunziata.

Cairo non ha mai pensato di comprare Mediaset

La presentazione dei nuovi palinsesti è stata anche l’occasione per rispondere alle domande dei giornalisti, a cominciare da quella sull’ipotesi di acquisto di Mediaset. «Mi ha stupito la notizia uscita su Dagospia, che ipotizzava la nascita di una cordata italiana e che io chiedessi consigli a Walter Veltroni. Lo stimo, ma tutto può fare tranne concepire un progetto di cordata che va a prendersi Mediaset», ironizza. Poi più serio, stoppa le voci: «Mi è dispiaciuto molto che uscisse nel momento in cui Berlusconi è mancato: mai avrei pensato a una cosa del genere. Da un punto di vista umano non l’ho mai pensato, non sta né in cielo né in terra. Io ho scalato Rcs perché era scalabile: con quota sul mercato del 60%, era un’azienda contendibile. Ma Mediaset non lo è. Pier Silvio ha avuto parole carine nei miei confronti, l’ho conosciuto che lui aveva 12 anni: per le leggi Rcs potrebbe scalare Mediaset ma non viceversa. Detto questo, non ci ho mai pensato nemmeno per un secondo».

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Francesco Canino