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(Ansa)
Musica

Mahmood: Nei letti degli altri è il suo album più internazionale - la recensione

Il terzo lavoro dell'artista milanese, il più ambizioso della sua discografia, alterna brani urban dai ritmi aggressivi a canzoni intime e ricche di pathos che potrebbero lasciare il segno anche nel mercato europeo

Mentre Angelina Mango e Geolier si sono contesi fino all'ultimo la vittoria del Festival di Sanremo 2024, Mahmood, grazie all'intesa Tuta Gold, sta vincendo, numeri alla mano, le fondamentali sfide dello streaming (sia audio che video) e dei passaggi radiofonici Earone. Merito di un brano di grande impatto melodico e ritmico come Tuta Gold, che forse meritava qualcosa di più della sesta posizione nella classifica finale della kermesse: «Sono contento di Tuta Gold perchè è molto diversa sia da Soldi che da Brividi: non è reggaeton come qualcuno ha scritto, è baile funk con un ritornello forte - ha raccontato Mahmood nell'incontro con la stampa prima del festival - L'ho scritta l'estate scorsa dopo un rave di quattro giorni alle porte di Berlino. Parla di ricordi di un amore adolescenziale e di momenti meno felici, ma con un risvolto positivo perché sono eventi che mi hanno reso più forte. Rappresenta la maturità emotiva che questo disco mi ha regalato».

Scritta e composta da Mahmood e Jacopo Angelo Ettorre - con la presenza alla composizione anche di Francesco Catitti - e prodotta da Madfingerz e Katoo, Tuta Gold è il brano che ben rappresenta il nucleo del nuovo album Nei letti degli altri, disponibile da oggi in streaming e nei negozi fisici e digitali nei formati CD standard, CD autografato (esclusiva shop Universal Music Italia), vinile nero, vinile autografato nero e vinile autografato lilla (esclusiva shop Universal Music Italia).

Intimo e introspettivo, il terzo album dell'artista milanese, prodotto da Marcello Grilli e Francesco Fugazza, è il suo lavoro più maturo e internazionale, nel quale Mahmood presenta nuovi lati di sé e del suo modo di fare musica, raccontandosi in modo sempre più autentico ed esaminando nel profondo le dinamiche delle relazioni e dei sentimenti. Emblematico dei contenuti di Nei letti degli altri è l’artwork della cover realizzato dal visual artist e fotografo Frederik Heyman, che, con il suo immaginario surreale creato con l’ausilio della tecnologia 3D, ha collaborato con le più importanti star internazionali. La copertina è ricca di elementi autobiografici, come ha sottolineato lo stesso Mahmood: «Ci sono io che ascolto i provini del disco, poi c’è Gundam, la prima statuina in questa stanza. Nella piscinetta sotto il letto ci sono le carpe che rappresentano il mondo manga giapponese. Il letto è il cuore del disco quindi la cosa più visibile della cover. La candela serve per la luce e riassume la confidence che c’è in una camera da letto».

L’album è frutto di un percorso e di una ricerca anche a livello di suoni e produzione, dove si ritrovano le influenze e le collaborazioni speciali che sono seguite ai viaggi all’estero di Mahmood. Nei dieci brani di Nei letti degli altri si alternano brani urban dai ritmi aggressivi e da club, con alcuni featuring rap, a canzoni intime, dilatate e sognanti, ricche di riverberi e di delay. Emblematiche del primo tipo sono l'iniziale Nlda Intro, un brano oscuro, incalzante e minaccioso in cui Mahmood si alterna nel rap a Slim Soledad, la sorprendente e cangiante Bakugo (che ha tre ritmiche diverse), l'arabic reggaeton di Neve sulle Jordan insieme al rapper Capo Plazo. Nei letti degli altri («un pezzo che mi ha fatto ragionare sugli sbagli che ho commesso in passato e che continuavo a commettere nelle relazioni»), oltre a essere la title track, è sicuramente una delle canzoni più belle, emozionanti e significative dell'album: le voci "pitchate" in sottofondo ricordano le prime produzioni di Kanye West, mentre Mahmood mostra tutte la sue capacità di modulare la voce, alternando strofe struggenti ai terzinati tipicamente urban.

Anche la successiva Tutti contro tutti, che inizia con un delicato arpeggio di chitarra e si apre con una ritmica "boom cha" tipicamente rap anni Novanta, è un brano ricco di atmosfera e sentimento su una relazione all'insegna dei saliscendi emotivi. Nel tuo mare parla di un amore struggente, «un brano che parla di una delle mie relazioni più importanti, del lasciare andare qualcosa che non vuoi lasciare andare», mentre in Paradiso per la prima volta Mahmood cede il ritornello a Chiello, mentre la parte rappata è affidata alle barre di Tedua. L'album si chiude con l'autobiografica e sofferta Stella cadente, che termina con un'emozionante citazione gospel di Lean on me di Al Green, una delle più voci soul di sempre.

In conclusione, con Nei letti degli altri dimostra che l'artista milanese non si accontenta più degli angusti confini patri, ma vuole portare la sua musica in giro per il mondo, come conferma la scelta di esibirsi in primavera in 17 dei principali club europei prima delle due date sold out al Fabrique di Milano il 17 maggio e il 18 maggio, a cui seguirà un tour nei festival estivi italiani a partire dal 19 luglio e una leg autunnale nei palazzetti dello sport. Mahmood non è più il giovane outsider dell'urban che stupì nel 2019 l'Italia vincendo a sorpresa Sanremo con Soldi, ma un artista maturo, che ha viaggiato tanto negli ultimi cinque anni, affinando uno stile sempre più a fuoco e di respiro internazionale, che ha trovato pieno compimento nell'album Nei letti degli altri: «Negli ultimi anni ho avuto l’opportunità di viaggiare tanto, di stare in tanti letti, in diversi hotel, ma soprattutto ho dovuto cambiare tre case nel giro di pochi mesi, dal letto del mio primo appartamento in affitto sono tornato in quello di casa di mia madre. In questi letti ho riflettuto tanto e ho esorcizzato molti demoni, il che mi ha fatto maturare ed è alla base di questo disco».

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Gabriele Antonucci