Dieci album straordinari usciti nel 1994
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Dieci album straordinari usciti nel 1994

Dali capolavori del Brit pop, ai Pink Floyd e Prince, al disco d'esordio più geniale degli ultimi trent'anni: Grace di Jeff Buckley

Lungi dall'essere esaustiva la lista di questi dischi splendidi usciti 30 anni fa. Ci piace però segnalarvene una decina che sono nella storia della musica. A cominciare dal fulminante esordio di Jeff Buckley...

Jeff Buckley - Grace

Pura arte: il canto ispirato drammatico e a tratti disperato disperato di un muscista illuminato. Tra rock, psichedelia, momenti liturgici e jazz. Una bellezza stupefacente, che si esprime attraverso Mojo Pin, Dream Brother, la title track e due remake clamorosi: Hallelujah (addirittura superiore a quella di Leonard Cohen) e Lilac Wine portata al successo da Nina Simone.

Nirvana - MTV Unplugged in New York

Accompagnati dal chitarrista Pat Smear e dalla violoncellista Lori Goldston i NIrvana mostrano un'altra faccia della loro musica: si spogliano dell'irruenza chitarristica del grunge ed esaltano le linee melodiche e la drammaticità dei loro pezzi con una performance epocale. Tra le perle, Come as you are, The man who sold the world (di David Bowie) e Polly.

Oasis - Definitely Maybe

Un esordio fulminante come la prima strofa del pezzo d'apertura, Rock'n'Roll Star: "Live my life in the city, there's no easy way out". Nell'era post grunge i fratelli Gallagher attingono dal passato tra echi di Rolling Stones, Sex Pistols e Beatles. Il risultato è un album che passa alla storia. Con brani definitivi come Supersonic, Cigarettes & Alcohol e Live Forever.

Pink Floyd - The Division Bell

Un gran disco (il secondo senza Roger Waters) che vede il ritorno a tutti gli effetti nel gruppo di Richard Wright. Un classico album alla Pink Floyd, fatto di brani slow tempo, assoli di chitarra fenomenali e atmosfere visionarie. La conclusiva High Hopes è all'altezza delle cose migliori di sempre dei Pink Floyd, ma brillano anche What do you want from me e Wearing the inside out.

Pearl Jam - Vitalogy

Spesso considerato un'opera minore rispetto ai predecessori Ten e Vs., Vitalogy è in realtà uno dei dischi più versatili della band di Eddie Vedder che in questi brani prende un po' le distanze dal grunge in senso stretto. Basta citare tre pezzi: Corduroy, Nothingman e Better man. Molte canzoni dell'album affrontano la pressione della fama e la conseguente perdita di privacy.

Nine Inch Nails - The Downward Spiral

Il disco della definitiva consacrazione di Trent Reznor e della sua band. Un puzzle tra industrial, heavy metal ed echi di progressive rock. Ritmiche dispari, effetti sonori disseminati un po' ovunque e un'attitudine dissacrante e corrosiva fanno di questo album un classico. Tra i momenti più alti, Closer e Piggy (nothing can stop me now).

Massive Attack - Protection

Un disco soul fatto alla maniera della band di Bristol. Questo è Protection, l'ultimo album con Tricky come membro del gruppo. Tra gli special guest, la cantautrice nigeriana Nicolette, il veterano del reggae giamaicano Horace Andy eTracey Thorn degli Everything But The Girl.

Green Day - Dookie

E il punk che si integra perfettamente con il pop la cifra di questo best seller diventato la colonna sonora per tutte le generazioni di adolescenti. Di ieri e di oggi. "Sono un ragazzo americano che finge un accento inglese che finge un accento americano" dichiarò ai tempi Joe Armstrong. Tra i brani cult, Basket Case, When I Come Around e Burnout.

Prince - The Black Album

Un disco misterioso: doveva uscire nel 1987 ma in realtà la pubblicazione è venuta nel 1994. Pare perché Prince non fosse soddisfatto del suono e che in più di un'occasione lo avesse definito una “notte buia dell'anima”. Di fatto, è un concentrato micidiale di 45 minuti di funk potente e tumultuoso con quel tocco di follia sperimentale del genio di Minneapolis.

Blur - Parklife

Synth pop, disco, punk, attitudine Mod: non manca nulla a questo album capolavoro della band di Damon Albarn reduce dal successo di Modern Life Is Rubbish. Un disco profondamente e intrinsecamente british che fotografa nitidamente il malessere nazionale di quegli anni. Capolavoro

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Gianni Poglio