Furiosa: A Mad Max Saga, uno spettacolo arrembante pur con Anya Taylor-Joy - Recensione
(Warner Bros. Entertainment Inc.)
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Furiosa: A Mad Max Saga, uno spettacolo arrembante pur con Anya Taylor-Joy - Recensione

Ennesima stoccata vincente di George Miller, la cui immaginazione corre ancora senza posa. L'azione portentosa è il principale motivo di successo. Il secondo? Un Chris Hemsworth villain nichilista e sadico. La giovane Furiosa è esile in carisma ma non depotenzia il film

«L’umanità non ha più regole e terrorizza se stessa». Bentornati nel brutale mondo di deserto sconfinato, orde di motociclisti famelici, signori della guerra. Arrembante e strepitoso, ecco Furiosa: A Mad Max Saga, l’ennesima stoccata vincente di George Miller, immaginifico giocoliere dell’action.

Dal 23 maggio subito al cinema distribuito da Warner Bros. Pictures, dopo la presentazione fuori concorso al Festival di Cannes, sono quasi due ore e mezzo di spettacolo selvaggio a pieno ritmo. Con un Chris Hemsworth dal naso adunco, cattivissimo capace di humour. E Anya Taylor-Joy? Come sospettavamo, non regge il confronto di carisma con Charlize Theron nel ruolo di giovane Furiosa, ma comunque non depotenzia un vigoroso quinto capitolo del franchise di Mad Max.

Immagine del film "Furiosa: A Mad Max Saga" (Credits: Warner Bros. Entertainment Inc. and Village Roadshow Films North America Inc)

L’immaginazione propulsiva di George Miller

A Cannes Furiosa: A Mad Max Saga è stato celebrato con una standing ovation e applausi per sette minuti. È prequel di Mad Max: Fury Road, che nel 2015 ci aveva consegnato il magnetico personaggio di Furiosa, riottosa Figlia di Guerra dal capo rasato, fronte e occhi imbrattati di grasso nero, monca di un braccio. Con Charlize Theron di forte potenza scenica. Indomita e armata di rabbia incrollabile, unica donna combattente in un mondo di maschi animaleschi e soverchianti. Con dei valori e una speranza ancora da preservare.

Ora il nuovo film ci fa conoscere le origini di Furiosa. La vediamo bambina (interpretata dalla brava Alyla Browne) e per pochi istanti sbirciamo anche il Luogo Verde delle Molte Madri, paradiso gentile in simbiosi con la natura dove vorremmo rimanere a lungo. E invece, così come Furiosa, veniamo strappati via e riportati nelle Terre Desolate post-apocalittiche, di sabbia, aridità e morte, di disperazione e depredazione. Come la sua bellissima mamma (la modella australiana Charlee Fraser), la seguiamo mentre viene inglobata nell’umanità di «bande che razziano come locuste», di bifolchi e mutilazioni. Tra sopraffazione, saccheggio e abominio. Ormai giovane donna, è quindi Anya Taylor-Joy a interpretarla.

Miller, l’australiano de Le streghe di Eastwick, L'olio di Lorenzo, premio Oscar per il film d’animazione Happy Feet, nella saga di Mad Max ha trovato il suo «olio di Lorenzo», un mix portentoso infallibile, che ogni volta pigia senza interruzioni sull'acceleratore. Con una propulsione emotiva senza arresto.
Dementus alla guida di una biga condotta da tre moto, motociclisti che sferrano l’attacco librandosi con paracaduti, larve della carne prelevate da cadaveri, Figli di Guerra alla corte di Immortan Joe (Lachy Hulme) che nel sacrificio si esaltano spruzzandosi la bocca con bombolette di vernice spray: l’immaginazione di George Miller corre ancora senza fiato.

Chris Hemsworth nel film "Furiosa: A Mad Max Saga" (Credits: Warner Bros. Entertainment Inc. and Village Roadshow Films North America Inc)

Chris Hemsworth villain sadico e nichilista

«Quando il mondo impazzisce ti devi adattare». È una delle tante massime da folle boss della crudeltà Dementus, un Chris Hemsworthvillain come non l’abbiamo mai visto. Se già non mancava di umorismo e faccia da schiaffi come supereroe Thor dell’universo Marvel, ora si carica anche di un’ambiguità melliflua e pericolosa. E torreggia come colonna portante di Furiosa: A Mad Max Saga.

Dementus è un carismatico Signore della Guerra, padre padrone, a capo di gang di motociclisti che, come tanti personaggi della Storia vera, saccheggia il territorio assorbendone tutte le risorse. È accessibile e misterioso allo stesso tempo. È imprevedibile e sa abbindolare. Ha senso dell’umorismo e una giocosità che attrae. Ma è letale. Con un naso posticcio, un mantello bianco da paracadutista e un orsacchiotto incatenato al ventre, Chris Hemsworth screzia il suo Dementus di ogni perniciosa sfumatura.

Si erge come filosofo nichilista ingannevole e sadico. «Dove andate con tanta speranza?». Le sequele d’azione grandiose in scenografie di fascino estremo sono il primo motivo di successo di Furiosa: A Mad Max Saga. Il secondo: Chris Hemsworth.

Immagine del film "Furiosa: A Mad Max Saga" (Credits: Warner Bros. Entertainment Inc.)

Anya Taylor-Joy di esile carisma

Non si discute di certo il talento di Anya Taylor-Joy, grande sorpresa di Split e Glass per M. Night Shyamalan, accattivante e pericolosa in Ultima notte a Soho, acclamata nella serie tv La regina degli scacchi.
Ma… è difficile rivedere in lei una giovane Charlize Theron, o meglio, una giovane Furiosa così come l’abbiamo conosciuta e amata in Mad Max: Fury Road. Non solo per la fisicità più esile, ma proprio per una questione di carisma.

Interpretando un’eroina in erba, è plausibile che la sua Furiosa sia meno energica, anche nel bucare lo schermo. Ma è emblematica una sequenza, riflesso di tutto il film: quando viene meno il suo occultamento da uomo e, sollevandosi, si libera la lunga capigliatura da donna, su uno sguardo ombrato di grasso nero, l’immagine si rivela significativa e intensa grazie all’epicità della storia, non per la tensione emotiva che riesce a trasmettere Anya.

«Sei un po’ grezza ma hai una determinazione brutale», le dice Praetorian Jack, il magnifico personaggio interpretato da Tom Burke. E forse è la definizione che più qualifica questa Furiosa. Molto più di quella che le attribuisce il guru (George Shevtsov) cosparso di scritte: «Quello è il più oscuro degli angeli. Il quinto cavaliere dell’Apocalisse».

Anya Taylor-Joy in "Furiosa: A Mad Max Saga" (Credits: Warner Bros. Entertainment Inc.)

Il dietro le quinte delle turbinose scene d’azione

Niente di ciò che vedete è un personaggio digitale animato a mano. Ci tiene a precisarlo nelle note di produzione Guy Norris, action designer di Furiosa: A Mad Max Saga: «Tutto quello che abbiamo fatto in Furiosa è guidato dal movimento di veri stuntman che fanno acrobazie vere».

Tutta l'azione dal vivo è cinetica, vero punto di forza dell’intera saga di Mad Max. «Quello che appare in questo mondo è ciò che accade quando dei corpi reali fanno cose reali, sia che cadano da un'autocisterna, che vengano schiacciati all'interno delle auto, o che saltino da un veicolo all'altro». E ancora: «Abbiamo semplicemente portato il livello di sicurezza a un livello tale che, invece di rotolare lungo la strada a 70 miglia all'ora eseguendo un incidente motociclistico, otteniamo gli stessi risultati utilizzando un sistema di rigging molto elaborato, che di solito si trova tra due gru. Oppure può trovarsi all'interno di un palco molto grande, e poi sostanzialmente prendiamo il movimento che eseguono gli stuntman e lo catturiamo, e così facendo si ottiene la performance esattamente come sarebbe in un evento che l'esecutore farebbe ad alta velocità su una strada o su una pista motociclistica».

Il dietro le quinte della scena d'azione sulla Blindocisterna (Credits: Warner Bros. Entertainment Inc. and Village Roadshow Film)

Il set principale? La remota cittadina rurale di Hay, nel Nuovo Galles del Sud, in Australia.
Molte delle riprese in movimento sono state girate utilizzando un veicolo Edge arm (un sistema di telecamere stabilizzate montate su una gru sul tetto di un’auto).

«Stowaway to Nowhere», ovvero «La clandestina», è una delle sequenze d'azione più importanti del film: è lì che Furiosa incontra per la prima volta Praetorian Jack. È la scena 102. Dura 15 minuti e contiene 197 inquadrature. Norris svela il dietro le quinte: «L'abbiamo girata a fasi alterne per quasi nove mesi, iniziando in campagna, nel Nuovo Galles del Sud a marzo, per finire a Sydney, sul palco dei Fox Studios a ottobre. L'abbiamo girata nell’arco di quel periodo, tra le altre sequenze. È davvero spettacolare».

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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