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(Ansa)
Economia

La Ue ci ha messo nel mirino per il debito, ma niente panico

Il Ministro Giorgetti ha confermato quello che già si sapeva: ci sarà una probabile procedura di infrazione ma l'esecutivo sta già lavorando (e siamo in compagnia di altri 11 paesi, Francia compresa)

Procedura per disavanzo da parte dell’ Ue, sì, ma niente panico. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, in audizione sulla governance europea nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato ha confermato che “la Commissione europea raccomanda al Consiglio di aprire una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti del nostro Paese come di diversi altri” (nel dettaglio altri 12 compresa la Francia).

Molto probabilmente non si arriverà nemmeno ad una vera e propria procedura di infrazione ma piuttosto si potrà ricevere una lettera da Bruxelles dove il governo sarà invitato ad agire con prudenza e a tenere sott'occhio i conti nei prossimi provvedimenti. Da ricordare infatti come aprile è il mese del Def. Il documento dovrebbe essere portato in Cdm il prossimo martedì e “sarà più leggero” anche in considerazione "dell'attuale fase di transizione" per la governance europea. Giorgetti in audizione ha infatti spiegato come il governo farà “le cose in base alle istruzioni ricevute, in un contesto in cui le regole non sono ancora declinate, non sono ancora precisate e quindi non si possono applicare ma questo era facilmente prevedibile data la complessità delle medesime e la situazione. Dopodiché ci saranno comunque numeri interessanti".

Non si tratta dunque di nulla di sconvolgente, nel Def presentato nel 2023 era già stata paventata questa ipotesi, e non si tratta di una situazione inattesa visto che la sospensione del Patto di Stabilità e crescita, decisa a seguito della pandemia e poi prorogata per via della crisi energetica, è terminata a fine 2023. “Abbiamo altre regole, e se andate a leggere, nella governance approvata, troverete che, per i paesi che sono in procedura di deficit eccessivo, noi, la Francia e altri 10, abbiamo altri tipi di regole, come la riduzione dello 0,5% annuo". Spiega Giorgetti puntualizzando che “non siamo così fessi di aver fatto un negoziato non sapendo esattamente qual era il terreno e lo scenario entro cui noi andavamo a inserirci".

Di qui l’importanza di tenere sotto controllo il livello di indebitamento pubblico e la necessità di monitorare e misurare con attenzione gli effettivi benefici per ogni singola spesa. In questa chiave deve essere letta anche l’ultima stretta del governo sul Superbonus che ha messo definitivamente fine alla cessione del credito e allo sconto in fattura per mettere al riparo i conti dello Stato. Da dire che la situazione italiana è stabile e c’è la fiducia degli investitori. Basta osservare la corsa a comprare i Btp. “I conti pubblici italiani sono in ordine e non ci aspettiamo, nel prossimo Def, l’annuncio di imminenti interventi correttivi. Il rapporto tra deficit e Pil per il 2024 sarà inferiore a quota 5% e comunque al di sotto delle previsioni più alte circolate nelle scorse settimane. Si tratterà in ogni caso di un livello che potrebbe spingere la Commissione europea a segnalare al nostro governo la necessità di evitare ulteriori scostamenti nelle politiche di bilancio”, sottolinea il centro studi di Unimpresa.

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Giorgia Pacione Di Bello