Evasione fiscale
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Tasse

Evado tutto

Come Eravamo

Da Panorama del 13 aprile 2006

«Non sono d'accordo con la politica fiscale del governo». Per carità, non condividere i programmi di Giulio Tremonti o di Vincenzo Visco è legittimo, ci mancherebbe. Ma usare questa spiegazione davanti agli stupefatti ufficiali della Guardia di finanza per giustificare anni di totale evasione fiscale, questo è davvero al limite del ridicolo.

Eppure, così ha tentato di difendersi un consulente del lavoro di Venezia, dopo che le Fiamme gialle lo avevano pizzicato con 398 mila euro di imponibile non dichiarato: per sette anni questo signore con appartamento e studio a San Marco e auto di grossa cilindrata non ha versato 1 euro di tasse. Zero. Un tizio apparentemente uguale a tanti altri, ma invisibile agli occhi del fisco.

Appartiene alla categoria degli evasori totali, una specie di furbetti che contribuisce non poco al deficit pubblico: secondo gli ultimi dati forniti dalla Guardia di finanza, l'imponibile accertato ai 7.613 evasori totali scoperti nel 2005 è di 7,5 miliardi di euro. Se la loro aliquota fosse del 33 per cento, si tratterebbe di 2,5 miliardi di euro sottratti alle casse dello Stato. Più o meno gli stessi soldi che l'Ulivo conterebbe di ottenere con la tassazione delle rendite finanziarie, tanto per dare un idea. Dunque la caccia alle primule rosse dell irpef e dell iva è fondamentale, per ragioni di equità e, più prosaicamente, per dare un po di ossigeno ai conti pubblici. Non a caso il tema scalda la campagna elettorale e Romano Prodi fa anche tintinnare il suono delle manette per chi non paga le tasse. Ma chi sono gli evasori totali? E come si acchiappano? A Venezia è stata appena conclusa una delle più spettacolari operazioni contro l economia sommersa. Nome in codice: Hidden business. Guidati dal tenente colonnello Alessandro Mazziotti, veneziano, 37 anni, comandante del nucleo provinciale della polizia tributaria della Guardia di finanza, una decina di ufficiali e ispettori ha lavorato per circa un anno su alcuni professionisti che offrono servizi alle imprese. In concreto significa controllare rappresentanti di commercio, broker assicurativi, commercialisti, consulenti, promotori finanziari, architetti, ingegneri. E dopo mesi di indagini, appostamenti, pedinamenti, controlli incrociati, invio di 200 questionari alle imprese, nella rete sono finiti 101 evasori totali sparsi per tutta la provincia di Venezia, accusati di non aver dichiarato 13 milioni di redditi e oltre 2 milioni di iva. «Questa operazione è particolare per tre ragioni» riassume Mazziotti: «La prima è che ha riguardato intermediari e professionisti di medio-alto livello; la seconda è che ha permesso di individuare un grande numero di evasori; la terza è l'elevata somma scoperta».

L'identikit dell'evasore totale è molto variegato. In basso c'è la colf che non dichiara nulla, praticamente imprendibile, mentre al top ci sono vere aziende fantasma, spesso intestate a nullatenenti, vere bestie nere dell'amministrazione pubblica.

Di recente a Milano, capitale dell evasione per la forte presenza di imprese e partite iva, ne sono state scoperte 55, con un imponibile di 100 milioni, tra cui una concessionaria di auto con 10 milioni di fatturato annuo, grande salone, due capannoni con officine, impiegati, segretarie, mille auto vendute e neppure 1 euro dichiarato al fisco. Di solito queste aziende fantasma chiudono o cambiano assetto societario ogni 4-5 anni per non farsi scoprire.

A Venezia invece le indagini hanno riguardato i professionisti. I 101 evasori totali individuati dalle Fiamme gialle hanno un età compresa mediamente tra i 35 e i 45 anni. Alcuni con la terza media, altri con la laurea, la maggior parte con un diploma superiore. Uno di loro, un ingegnere, avrebbe nascosto al fisco 300 mila euro di reddito. Giustificazione? «La crisi del settore». Un rappresentante di commercio, invece, ha trasferito la residenza in Argentina ma operava in Italia, dove però risultava sempre irreperibile. Per anni non ha presentato la dichiarazione dei redditi. Ora gli vengono contestati 70 mila euro che si era «dimenticato» di dichiarare al fisco. Un altro evasore totale, che opera nel settore edile, si è giustificato sostenendo che tutta la sua documentazione fiscale gli era stata rubata dall auto. Una decina di professionisti hanno addotto come scusa motivi familiari e in particolare le forti spese mediche sopportate in questi anni. E poi c è il rappresentante che dà una risposta «politica»: il sistema fiscale italiano è ingiusto e iniquo, quindi non pago. Punto. L aspetto interessante è che questi professionisti avevano aperto una partita iva ed emettevano regolari fatture alle imprese per le quali lavoravano. Ma non presentavano dichiarazione dei redditi né versavano l'iva.

Come pensavano di farla franca? «E' un comportamento diffuso» sostengono alla Guardia di finanza. «Sono convinti di poter sfuggire al fisco sperando che i controlli si limitino alle aziende e non ai fornitori, in particolare di servizi immateriali». Invece la vita degli evasori totali rischia di diventare sempre più dura. Grazie alla maggiore insistenza del governo nella lotta al sommerso, e a un decreto legge del 2005 che ha garantito nuove risorse per consentire alle Fiamme gialle di aumentare del 25 per cento i controlli, la pressione sugli evasori è cresciuta. E anche le tecniche si stanno affinando. Si potrebbe fare di più: come uomo che opera sul campo, Mazziotti ammette che «molti passi avanti sono stati fatti e l utilizzo dell informatica e delle banche dati è di grande ausilio, per cui si può affermare che con i mezzi a disposizione abbiamo fatto un buon lavoro. Ma sarebbe meglio poter accedere in modo più rapido all anagrafe dei conti correnti bancari: mancano ancora i decreti attuativi per velocizzare un attività estremamente utile per il nostro lavoro di indagine». Domanda: i 7.613 evasori totali scoperti nel 2005 quanto restituiranno allo Stato? In realtà poco. Dovrebbero pagare l imposta dovuta più una sanzione compresa tra il 120 e 240 per cento. Ma per lo Stato riuscire a recuperare il maltolto non è semplice (riquadro). Nel caso Hidden business molti evasori hanno auto o beni immobili su cui lo Stato può rivalersi: molti restituiranno il dovuto. A rate. Si spera. BOX Il malloppo sparito e la carica dei 101 - 19 MILIARDI E' l ammontare dell imponibile fiscale sottratto al fisco e accertato dalla Guardia di finanza nel 2005. Un dato in forte crescita rispetto ai 10,5 miliardi del 2004.

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Guido Fontanelli