Prezzi: l'inflazione rallenta, ma le famiglie spendono 335 euro in più
Economia

Prezzi: l'inflazione rallenta, ma le famiglie spendono 335 euro in più

Il costo della vita torna sotto il 2% a febbraio. Aumentano i prezzi per i trasporti e per andare a teatro, crollano quelli per i servizi dei cellulari

Andare a teatro o ad una mostra d'arte in Italia oggi costa un po' di più, ma si spende molto di meno rispetto a un anno fa per parlare al cellulare e mandare sms.

Leggendo i dati dell'Istat sull'inflazione a febbraio, si scopre come la cultura stia diventando più salata per gli italiani: i prezzi per assistere agli spettacoli sono aumentati dello 0,6% a febbraio rispetto al mese precedente, anche se risultano in lieve calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-0,2%).

Un dato che a livello congiunturale si pone al di sopra del costo della vita, che è aumentato dello 0,1% in un mese. A livello tendenziale, però, l'inflazione a febbraio è tornata sotto il 2% (+1,9% rispetto allo stesso periodo del 2012) dal 2,2% di gennaio.

Il calo, spiega l'Istat, è in parte imputabile alla  frenata della crescita su base annua dei prezzi degli alimentari non lavorati (+3,1%, dal +4,8% di gennaio) e in parte al calo dei prezzi delle comunicazioni (-3,8% in un mese e -4,1% in un anno), soprattutto per la diminuzione dei costi dei servizi di telefonia mobile.

Sempre a febbraio gli italiani hanno dovuto spendere un po' di più rispetto al mese precedente per spostarsi con treni, autobus e aerei (+0,4%), per arredare casa (+0,2%) e per concedersi qualche vizio, come una bottiglia di vino o un pacchetto di sigarette (+0,2%).

Invariati rispetto al mese precedente sono risultati i prezzi per l'abbigliamento, le calzature, l'istruzione, le strutture ricettive e la ristorazione.

Considerando il dato tendenziale (anno su anno), invece, i maggiori tassi di crescita - spiega l'Istat - si registrano per abitazioni, bollette e combustibili (+4,6%), l'istruzione (+2,9%), le bevande alcoliche e i tabacchi (+2,8%), i trasporti (+2,5%) e i prodotti alimentari e le bevande analcoliche (+2,4%); quello più contenuto per i servizi sanitari e spese per la salute (+0,1%).

Il cosiddetto carrello della spesa (i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori) è aumentato dello 0,4% su base mensile e del 2,4% su base annua, in rallentamento dal 2,7% registrato a gennaio, ma al di sopra del tasso di inflazione.

Le associazioni dei consumatori suonano il campanello d'allarme, preoccupate dal pesante crollo dei consumi. "Non vi è settore – si legge in una nota del Codacons - nel quale la domanda non sia precipitata, persino per prodotti necessari come gli alimentari. Anzi, se fossimo in un libero mercato e valesse la legge della domanda e dell'offerta, l'inflazione avrebbe dovuto essere negativa".

Tradotto in cifre, spiega il Codacons, significa che per le sole spese di tutti i giorni, una famiglia media di 3 persone spenderà 335 euro in più rispetto ad un anno fa, 110 euro in più rispetto alla contestataIMU sulla prima casa (pari a 225 euro).

"Di fronte a questo scenario, il nuovo governo che si andrà a formare – avverte il Codacons - dovrà introdurre misure in grado di far ripartire subito i consumi e rinviare l'aumento dell'Iva che, in questa situazione di consumi al lumicino darebbe il colpo di grazia al settore del commercio e alle famiglie sul lastrico".

I più letti

avatar-icon

Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

Read More