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(Ansa)
Economia

Rete Tim: 18-20 miliardi non bastano, serve l'intervento del governo

L'offerta è ritenuta bassa dal primo azionista Vivendi. Il governo potrebbe riconvocare il tavolo sulla rete coinvolgendo Kkr

Da una parte c’è un’offerta da circa 20 miliardi, quelle del fondo americano Kkr presentata già sul tavolo del cda di Tim. Dall’altra una potenziale controfferta, quella di Cdp e del fondo australiano Macquarie (primo e secondo azionista di Open Fiber), che con le enormi difficoltà del caso stanno provando a mettere sul piatto una proposta migliorativa. In mezzo la valutazione per la rete Tim (l’oggetto della contesa) da almeno 30 miliardi, quella del primo azionista dell’ex monopolista, Vivendi, che per adesso non sembra disponibile a indietreggiare.La domanda sorge spontanea. Come se ne esce? Il tempo che porta al consiglio di amministrazione del 24 febbraio (questa la tempistica che i consiglieri si sono dati per rispondere a Kkr) scorre veloce e al momento di soluzioni non se ne intravedono.

Partiamo dalle certezze. Sappiamo che l’offerta di Kkr inclusa Sparkle, la rete sottomarina internazionale, è di 20 miliardi. Poi ci sono degli earn out legati sembra anche agli eventuali incentivi del Tesoro, ma anche delle opzioni legati a un’eventuale fusione con Open Fiber. Comunque, restando sull’offerta base, sappiamo che c’è un “2” davanti e che l’altro numero è uno zero: 20 miliardi (ai quali andrebbero sottratti i 2 miliardi già pagati da Kkr per il 37,5% di Fibercop). Su questi parametri a oggi Vivendi non si è espresso. Di certo il primo azionista vede con favore l’accelerazione sul dossier rete pubblica impressa dall’offerta del fondo Usa, ma sembra difficile che possa dirsi entusiasta delle cifre messe sul piatto.

continua: veritaeaffari.it

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Redazione Verità&Affari