Migranti: sarà un altro inutile vertice Ue
Economia

Migranti: sarà un altro inutile vertice Ue

Sull'immigrazione si vincono o si perdono le elezioni, per questo nessun politico vuole delegare a qualcun altro la gestione dell'emergenza

Mi sbilancio: il 14 settembre non succederà assolutamente nulla. I ministri degli Interni e della Giustizia dell'Europa si troveranno, discuteranno e poi firmeranno un documento comune nel quale non ci sarà scritto nulla tranne i soliti vuoti auspici, le ipocrite raccomandazioni, le inutili assicurazioni. E così l'emergenza immigrazione sarà stata l'occasione per una nuova passerella di politici disperatamente alla ricerca di un titolo del tipo: "Immigrazione, l'Europa si muove" (segnatevelo: lo leggerete sui quotidiani il 15 settembre). 

D'altra parte non solo l'Europa non ha una politica comune sul tema dell'immigrazione, ma (e sono pronto a scommetterci) non l'avrà mai. Il motivo è semplice e tremendo insieme: i leader politici europei sanno benissimo che sull'immigrazione si vincono o si perdono le elezioni. Sanno perfettamente che è un tema così sensibile per l'opinione pubblica che è suicida delegare decisioni fondamentali a un organismo, l'Europa, che su questo tema, come su infiniti altri, è del tutto evanescente.  

Perfino l'Italia, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non vuole affatto una politica europea dell'immigrazione: chiede solo un "coinvolgimento" dell'Europa che, tradotto, significa che l'Italia vorrebbe che le altre nazioni accogliessero i migranti che sbarcano sulle proprie coste. Ma una "politica europea" implicherebbe una distribuzione dei migranti in base ad alcuni parametri (si è provato a farlo) il più importante dei quali è quello della percentuale di immigrati già accolti rispetto alla popolazione e se il 14 settembre questo parametro venisse preso a riferimento della "politica comune europea" l'Italia dovrebbe accogliere decine di migliaia di persone che non saprebbe come gestire. E Renzi lo sa bene.

Di fronte a questo spettacolo indecente la frase fatta che va per la maggiore è: "Ci vuole più Europa" facendo finta di non sapere, di non capire, di non vedere che l'Europa non c'è. Sarebbe molto più serio prendere atto di un fatto: che ogni Paese è solo di fronte alle difficoltà che questa emergenza gli sbatte in faccia. Sarebbe più serio riconoscere che ogni leader politico reagisce in base ai propri interessi specifici e in base alla particolare sensibilità dei propri cittadini dai quali, proprio per il comportamnento che tiene nei confronti degli immigrati, si attende il voto alle prossime elezioni. 

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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