Le imprese italiane alla sfida delle cartolarizzazioni
La Bce comprerà titoli strutturati. Ecco quali opportunità per le piccole e medie imprese
Finanziare le imprese italiane attraverso le cartolarizzazioni. O meglio, attraverso quegli strumenti finanziari che, nell’immaginario collettivo, sono diventati uno degli emblemi della crisi subprime. Si tratta delle Asset-backed security (Abs), titoli cartolarizzati contenenti crediti, per lo più commerciali. Un mercato che in Italia vale molto e che potrebbe essere utile alle imprese per completare il processo di disintermediazione iniziato dopo la caduta di Lehman Brothers. Le aspettative sono grandi, ma molto dipenderà dal quadro normativo.
Sulle Abs le opportunità sono molte
“Le opportunità sono molte, specie alla luce dei piani della Bce”, afferma Vannella Marrone, capo della divisione Debt Capital Markets di Banca IMI, dalla Euromoney Italy Conference. L’annuncio dell’acquisto di titoli cartolarizzati da parte di Francoforte per ora è solo un annuncio. A ottobre saranno specificati i dettagli, ma si conosce già l’ammontare del mercato esistente. Secondo i calcoli della Securities Industry and Financial Markets Association (SIFMA), al primo trimestre 2014 le cartolarizzazioni italiane valevano 169,2 miliardi di euro. Una cifra considerevole, se paragonata a quella della Germania, 65,4 miliardi di euro, e a quella della Francia, 33,5 miliardi. Nella zona euro, solo l’Olanda ha un mercato più grande, circa 262 miliardi di euro.
Occorre aspettare i dettagli della Bce sull'acquisto di titoli
È su questo versante che le banche si stanno attrezzando. Come ritiene la maggioranza della platea della conferenza organizzata da Euromoney, l’inizio degli acquisti da parte della Bce può essere il fulcro di una nuova passione degli investitori internazionali per questo segmento. “C’è voglia di rendimenti e le Abs possono essere un mercato interessante”, fa notare un banchiere di Allianz. Specialmente in Spagna e Italia, dove le Abs possono espandersi ancora e dove i rendimenti dei titoli governativi sono tenuti bassi dalle armi messe in campo da Francoforte. Per ora gli operatori finanziari hanno guardato poco a questi segmenti, ma la garanzia della Bce, impegnata all’acquisto massiccio di titoli cartolarizzati, potrebbe essere il volano definitivo. Infatti, i rendimenti promessi dalle Abs sono e restano più elevati rispetto ai titoli di Stato. E la mitigazione del rischio data dalla Bce fa gola a molti. “Ma bisogna aspettare, non possiamo fare previsioni di alcun tipo, anche se ci aspettiamo che ci sia un impatto positivo degli acquisti”, dice Annemieke Coldeweijer, senior portfolio manager di ING.
Entro la fine dell'anno sapremo quali sono i benefici per l'economia reale
Il problema, spiega IMI, è che devono essere superati i problemi di razionalizzazione normativa su questi titoli. “Occorre più armonizzazione nelle regole”, spiegano i banchieri. Ed è per questo che la Bce sta agendo su tre fronti diversi. Il primo è quello dei mercati, al quale ha fornito delle indicazioni prospettiche chiare. Il secondo è quello interno, per comprendere meglio quanto, come e dove comprare, grazie al supporto di un consulente esterno, BlackRock. Il terzo è quello con il regolatore globale, ovvero il Basel Committee, con cui sta lavorando a una serie di miglioramenti delle normative dietro alle nuove emissioni di Abs. “Entro la fine dell’anno sarà tutto definito, e solo allora si capirà fino a che punto si potrà aiutare l’economia reale”, fa notare Standard & Poor’s.
Il mercato italiano dei covered bond vale circa 129 miliardi di euro
L’altro canale che potrebbe essere riattivato è il mercato dei covered bond, ovvero le obbligazioni garantite bancarie. Un segmento capace di mettere la Banca centrale europea in una posizione più sicura rispetto agli Abs. Infatti, i covered bond sono garantiti da asset specifici della banca emittente, senza possibilità che essi siano oggetto di bail-in. Secondo i dati dello European Covered Bond Council, a fine 2013 il volume del mercato in Italia era di 129 miliardi di euro. Molto meno che in Germania, 452 miliardi di euro, Spagna, 364 miliardi, e Francia, 344 miliardi. “Le possibilità sono numerose e l’espansione del mercato italiano è una cosa auspicabile, ma bisogna aspettare per capire cosa succederà”, spiega Tommaso Uslenghi, Head of Securitisation di Banca IMI.
La mossa della Bce non è un bluff
C’è una sicurezza che emerge dalla Euromoney conference. “La mossa della Bce non si rivelerà un bluff”, spiegano da UBI Banca. Vale a dire che Mario Draghi comprerà e comprerà molto, se i segnali saranno positivi. In termini di rivitalizzazione di questo due mercati nelle economie periferiche, le potenzialità sono svariate. L’incognita, tuttavia, resta solo una: uno scarso appoggio da parte dei governi, che devono continuare con i processi di riforme annunciati.