Protesta trattori
(Ansa)
Economia

Dalla Francia all'Italia, via Germania. Dilaga la protesta dei trattori

Situazione sempre più pesante, soprattutto a Parigi. E tutto per gli errori della UE sull'agricoltura

È la settimana decisiva. O l’Europa nel vertice straordinario sul bilancio di giovedì dirà e farà qualcosa o l’Europa sarà paralizzata. La marcia dei trattori non si ferma e si prepara alla “conquista” delle capitali. Ora dopo ora aumentano le strade e le autostrade bloccate dagli agricoltori che protestano contro il nuovo Green Deal europeo, una burocrazia considerata eccessiva, l’aumento dei costi e una concorrenza low cost incontrollata. Ministri, sindacati, leader degli agricoltori e in alcuni casi anche primi ministri si stanno sedendo ai tavoli per arrivare ad una soluzione. Migliaia di agenti (15mila in Francia) presidiano le strade. E sono decine le autostrade e le strade bloccate dai manifestanti. Un’onda che cresce e che punta a paralizzare l’Europa e fermare le merci. In attesa di risposte dai singoli Stati e di un segnale concreto da Bruxelles.


In Francia la settimana è iniziata con l’assedio di Parigi. Blocchi stradali da ieri nei principali nodi stradali francesi. In serata (lunedì ndr) erano otto le autostrade dove non si passava o si procedeva a passo d’uomo. Le prime ad essere fermate sono state la A13 della Normandia e la A4 dell'est, la più trafficata d'Europa. Parigi è sotto assedio. Il governo, sempre parlando di “rabbia legittima”, ha schierato 15mila agenti e ha dato delle risposte, come la proposta di stop agli aumenti delle tasse sul gasolio per l'agricoltura. Ma la marcia dei trattori non si è fermata. In Germania lunedì oltre 500 trattori hanno bloccato il traffico ad Amburgo. Percorrendo cinque strade principali verso il centro della città hanno mandato in tilt la circolazione e poi si sono riuniti in sit-in davanti alla stazione ferroviaria di Dammtor. In Belgio domenica oltre 700 manifestanti con 80 trattori sono scesi nelle piazze di Turnhout, nelle Fiandre e minacciano il via all’assedio di Bruxelles da oggi. Non ci sono ancora proteste in Spagna, ma la Confederazione del trasporto merci denuncia 12 miliardi di euro al giorno di perdite a causa delle mobilitazioni francesi.


In Italia la marcia dei trattori è iniziata dopo Francia e Germania, quasi in sordina, ma ora è esplosa, da Sud a Nord, guidata dal coordinamento nazionale Riscatto agricolo. Ieri, lunedì, la tensione più forte è stata al casello di Orte sull’A1, bloccato dai trattori che hanno cercato di fermare la circolazione sull’Autosole. A Foggia oltre 400 mezzi sono riusciti ad arrivare in pieno centro e ad Avellino erano un centinaio i trattori a sfilare per le strade cittadine, bloccandole. A Ravenna e Udine cortei e blocchi stradali. E oggi i trattori stanno sfilando e creando blocchi stradali a Brescia, Mantova, Voghera e Melegnano (alle porte di Milano), Lecce, Genova, all’ingresso della dogana nel porto di Cagliari. E mercoledì a Verona si apre Fieragricola, un evento del settore che potrebbe essere interessante per la protesta degli agricoltori italiani.


In marcia in tutta Europa perché? Aldilà delle rivendicazioni nazionali ci sono motivi che accomunano tutti gli agricoltori, in ogni parte di Europa. L’aumento del costo delle materie prime e del prezzo del gasolio agricolo, i salari bassi e la concorrenza sleale dei prodotti internazionali. E poi, causa principale, le politiche ambientaliste di Bruxelles, che rischiano, dicono, di pesare troppo sul settore. L’agricoltura vive di sussidi e il nuovo Green Deal legherà la distribuzione dei fondi alla sostenibilità. Così gli agricoltori dovranno attuare alcuni cambiamenti, per poter accedere ai sussidi. A tutto questo si aggiunge la protesta contro la “carne sintetica”, gli alimenti a base cellulare e le farine di insetti.

Cosa succederà nella settimana decisiva? I trattori entreranno nelle capitali europee o da Bruxelles arriverà una risposta? Una risposta che blocchi, o metta in pausa, la marcia dei trattori

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Cristina Colli