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Economia

Eni scopre maxi giacimento di gas a Cipro ma non basta per salvare la crisi d'autunno

Si chiama Cronos-1 è stato rinvenuto a largo della costa cipriota e potrebbe contenere 2,5Tcf di gas. Si tratta di un pozzo tutto europeo, ma i tempi di sfruttamento sono lunghi

La strada per lo sdoganamento europeo dalla dipendenza dal gas russo potrebbe passare da Cipro. Eni Cyprus ha infatti annunciato la scoperta di un nuovo importante pozzo di gas a 160 chilometri dalla costa dell’isola a una profondità di 2.287 metri.

Il blocco è il numero 6 e si chiama Cronos-1 ed è operato al 50% da Eni Cyprus e per l’altra metà dalla francese TotalEnergies.

Secondo quanto diffuso in una nota dall’AD Claudio Descalzi “Le stime preliminari indicano circa 2,5 Tcf (trilioni di piedi cubi) di gas in posto, con un significativo potenziale aggiuntivo che verrà valutato con un ulteriore pozzo esplorativo. Sono già in corso studi di ingegneria per uno sviluppo accelerato della scoperta”.

Perché è una scoperta importante

Del resto i tempi sono strettissimi, l’inverno è alle porte con la spada di Damocle della Russia con i rubinetti di gas chiusi e il rischio concreto di congelamento delle attività produttive (oltre che delle case) e le bollette che, come avvertito da Arera, rischiano di aumentare del 100% visto il decuplicarsi del prezzo del gas. Secondo i dati forniti dal Title transfer facility (Ttf) olandese - mercato di riferimento dello scambio di gas naturale - al momento il gas sta scambiando a oltre 287 euro per megawattora. Si tratta di un rialzo del 17% rispetto alla chiusura di venerdì e del dato più alto di sempre.

La scoperta, inoltre, arriva all’indomani di sabato 20 agosto quando la compagnia di energia di stato russa Gazprom ha fatto sapere che le forniture di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1 saranno sospese dal 31 agosto al 2 settembre per “manutenzione”. Il sospetto diffuso tra i governi europei è che Mosca utilizzi la manutenzione come pretesto per azzerare o ridurre arbitrariamente le forniture.

Il pozzo Cronos-1 è il quarto pozzo esplorativo perforato da Eni Cyprus e il secondo nel Blocco 6, dopo la scoperta a gas di Calypso-1 nel 2018.

La profezia di De Scalzi

De Scalzi già nel 2017 aveva profetizzato che la via europea per lo sdoganamento dalla Russia sarebbe passato da Cipro asserendo in concomitanza con l’occupazione russa della Crimea “C’è tanto gas tra Egitto, Israele e Cipro. Meglio non restare nelle mani di pochi fornitori di energia, prima o poi il conto si paga” e la scoperta di Cronos-1 oltre a confermare le indicazioni dell’AD di Eni crea le condizioni per portare a sviluppo ulteriori potenziali volumi di gas.

“Questa scoperta - prosegue la nota firmata dal numero uno della società - conferma l’efficacia della strategia esplorativa di Eni, volta a creare valore attraverso la profonda conoscenza dei bacini geologici e l’applicazione di tecnologie geofisiche proprietarie. Eni (che è entrata di recente nel più grande progetto del mondo per il Gas naturale liquefatto in Qatar) è presente a Cipro dal 2013. La società opera i blocchi 2, 3, 6, 8 e 9, e detiene partecipazioni nei blocchi 7 e 11 operati da TotalEnergies”.

Il nodo delle infrastrutture

Adesso il nodo è quello delle infrastrutture di esportazione che devono ancora essere realizzate e in tempi che non sono ancora stati definiti. Esiste un progetto che si chiama EastMed. Si tratta di un gasdotto da 2000 chilometri di lunghezza che porterebbe 10 miliardi di metri cubi l’anno di gas estratto da Israele e Cipro fino alla Puglia ricongiungendosi così col Tap attraverso Creta e la Grecia Continental.

Ancora la fase è quella delle gare d’appalto (la prima è stata lanciata il 6 luglio dal consorzio IGI Poseidon) i tempi per realizzare l’infrastruttura sono lunghi.

La notizia, quindi, è sicuramente ottima; ma quanto Cronos-1 possa contribuire nel breve termine ad alleggerire la situazione sui mercati è tutt’altro che scontato.

Come procede lo stoccaggio

L’Europa, per questo, sta procedendo nel suo piano di razionamento e gestione delle risorse energetiche con pacchetti nazionali e politiche di risparmio per fronteggiare l’inverno. In Italia lo stoccaggio di gas ha supertato il 75% e si procede verso il 90% e i Paesi membri si stanno muoverndo in maniera piuttosto compatta per togliere alla Russia di Putin il privilegio di lasciare l’Europa in ginocchio a secco di gas.

Secondo diversi esperti, comunque, il tema non è solo quello di calmierare l’offerta di gas, ma di ridurre la domanda perché si sta cercando di risolvere un problema (quello della mancanza di gas) senza andare alla radice (la duplicazione della domanda). Rimodulare la domanda, soprattutto da parte delle grandi industrie, potrebbe essere il vettore più adeguato per traghettare l’Europa attraverso quello che si profila come un lungo inverno di tira e molla energetici tra Russia e Europa.

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Barbara Massaro