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Dichiarazioni Iva: ecco perché slittano le scadenze

A causa di problemi tecnici legati ai nuovi software da utilizzare, il termine per le comunicazioni potrebbe essere posticipato a dopo il 31 maggio

Continuano i problemi legati ai nuovi adempimenti fiscali riguardanti le dichiarazioni Iva. Come purtroppo preannunciato dai commercialisti infatti, sono non pochi gli ostacoli che mettono seriamente a rischio il rispetto della scadenza del 31 maggio per l’espletamento delle nuove procedure previste dall’Agenzia delle entrate per tutte le partite Iva. Da qui la probabile soluzione di uno slittamento dei termini che sarà come minimo di 10-15 giorni, anche se i commercialisti chiedono ancora più tempo. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le complicazioni da affrontare e come pensa il governo di andare incontro alle richieste dei commercialisti.

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Invio a rischio
Il vero nodo del contendere tra commercialisti e fisco, non è tanto, o meglio, non è solo, l’aumento delle procedure periodiche da espletare nel mantenimento della contabilità delle partite Iva, che pure è stato contestato. Il problema più grosso in realtà è legato alle modalità con cui devono essere effettuate le comunicazioni periodiche, su lista clienti e fatture emesse, all’Agenzia delle entrate. In particolare i commercialisti denunciano il fatto che ancora non sarebbero disponibili gli applicativi software necessari ad effettuare gli invii stessi. Inoltre a complicare il tutto ci sarebbe anche la necessità della firma digitale, che secondo i tecnici dell’Agenzia garantirebbe però l’autenticità dell’origine e l’integrità dei dati.

Un software per tutti
Dal fronte dell’amministrazione fiscale fanno sapere però che presto sarà disponibile un software predisposto appunto per l’invio dei dati all’Agenzia delle entrate, e che esso sarà oltretutto messo a disposizione gratuitamente a tutti gli intermediari fiscali. Una notizia che però non ha certo allentato la tensione. Secondo i commercialisti infatti, il nuovo software non potrà di fatto essere utilizzato, non essendo possibile, sempre secondo i commercialisti, trasferire automaticamente i dati dai propri software gestionali a quello predisposto dall’Agenzia per l’invio delle comunicazioni. Insomma, una soluzione che sarebbe del tutto inutile, e questo a meno di 30 giorni da un adempimento che era stato preannunciato semplice e senza costi aggiuntivi.

Nuove scadenze
Di fronte a queste richieste impellenti, il governo ha deciso comunque di rispondere, preannunciando una proroga oltre la scadenza dei termini prevista per il 31 maggio, e che dovrebbe dunque slittare di almeno 10-15 giorni. In ogni caso bisognerà attendere una comunicazione ufficiale che potrà arrivare solo dall’Agenzia delle entrate. Nel frattempo i commercialisti continuano a protestare e in tema di proroghe, chiedono che i tempi siano dilatati ulteriormente, in linea tra l’altro con quanto previsto esplicitamente dallo Statuto del contribuente. Staremo a vedere.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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