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Economia

La riforma del catasto è la dolorosa spina della delega fiscale

La delega fiscale è arriva in Aula. Ieri è iniziata la discussione alla Camera del testo con gli interventi dei diversi esponenti politici. Ma il malcelato obiettivo di aumentare le tasse sulla casa desta malumori.

Il voto non c’è ancora stato, ma la maggioranza è coesa e non ci saranno sorprese dell’ultimo minuto sul testo. I lavori sul provvedimento proseguiranno infatti nei prossimi giorni con le dichiarazioni di voto e dopo il via libera finale dato da Montecitorio il testo passerà al Senato per la seconda lettura. La delega dunque non subirà modifiche nel contenuto approvato dalla commissione Finanze, fatta eccezione per i vari decreti che farà il governo, nei prossimi mesi per completare e rendere operative le norme nel loro dettaglio.

La mattina fiscale è iniziata con il relatore della delega, nonché Presidente della commissione Finanze alla Camera, Luigi Marattin, che nell'illustrare i punti fondamentali del testo si è fatto fuggire come: “A chi governerà in quel momento di avere lo strumento per capire e valutare gli effetti distributivi di un'eventuale riforma del catasto”. In pratica, Marattin ha confermato quello che diversi osservatori e giornali hanno evidenziato fin dal principio: e cioè che la mappatura darà, ad un futuro governo, tutti gli strumenti necessari per poter aumentare le tasse sugli immobili.

Da ricordare come nel testo, che adesso è in discussione alla Camera, ci sia l’articolo 6 che prevede l'adozione di norme finalizzate a modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili, attraverso nuovi strumenti da porre a mettere a disposizione per facilitare l'individuazione e il corretto classamento degli immobili. Per ciascuna unità immobiliare dovrà essere indicata, oltre alla rendita catastale, anche una ulteriore rendita, suscettibile di periodico aggiornamento, determinata utilizzando i criteri già vigenti e tenendo anche conto “dell’articolazione del territorio comunale in ambiti territoriali omogenei di riferimento, della rideterminazione delle destinazioni d'uso catastali (distinguendole in ordinarie e speciali), dell’adozione di unità di consistenza per gli immobili di tipo ordinario e prevedendo l’accesso alla banca dati Omi dell’Agenzia delle entrate”, specifica il testo. Criterio, quest’ultimo, che se non meglio specificato e contestualizzato potrebbe rappresentare la vera ignota futura nella riforma del catasto.

Critiche sul punto sono infatti arrivate dall’opposizione e in particolar modo da a Fratelli d’Italia che per voce di Lucia Albano, spiega come “L'unica vera novità (all’interno della delega fiscale) è la riforma del catasto, che racchiude il malcelato obiettivo di aumentare le tasse sulla casa, per cui Fratelli d'Italia aveva presentato in commissione un emendamento soppressivo”. Una delega, continua il partito della Meloni, che rappresenta un’occasione mancata di dare all’Italia un nuovo sistema fiscale più efficace ed efficiente. Di parere opposto sono ovviamente i partiti della maggioranza che in Aula, nei vari interventi, hanno esaltato il lavoro e il risultato raggiunto in commissione Finanze.

Se il testo che sarà votato dalla Camera e dal Senato sarà una buona riforma fiscale che semplificherà e renderà meno squilibrato il fisco italiano, lo dirà il tempo, quello che è certo è che il testo della delega tratta in maniera molto ampia tempi estremamente importanti, per la vita di tutti i giorni dei contribuenti italiani, lasciando ampi spazi di manovra al governo. Di fatto gli è stata data una delega (quasi) in bianco che verrà usata nel momento della creazione dei decreti attuativi e sui quali, dal punto di vista operativo, il Parlamento non potrà più intervenire in maniera decisiva.

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Giorgia Pacione Di Bello