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Politica

È in arrivo la delega fiscale. Ecco tutto quello che bisogna sapere

Il testo della delega fiscale si appresta a sbarcare nell’aula della Camera il 20 giugno. L'Agenzia delle Entrate potrà mettere le mani su tutti i dati, fiscali e non presenti sulla fattura elettronica andando però a salvaguardare i dati personali dei contribuenti.

Uso della tecnologia, dell’intelligenza artificiale e di tutti i dati presenti sulla fattura elettronica per combattere l’evasione fiscale. Ma anche: norme scritte in maniera più semplici, razionalizzazione delle sanzioni amministrative, garantendone la gradualità e proporzionalità rispetto alla gravità delle violazioni commesse, e lo stop all’Agenzia delle entrate di chiedere più volte ai contribuenti dati che ha già.

Queste alcune delle novità che sono contenute nel testo della delega fiscale che si appresta a sbarcare nell’aula della Camera il 20 giugno. Rispetto al testo originario sono quindi state apportate alcune modifiche, che sono il frutto dei vari compromessi trovati fra le parti politiche della maggioranza e il governo Draghi. E dunque si è deciso che l’Agenzia delle entrate potrà mettere le mani su tutti i dati, fiscali e non presenti sulla fattura elettronica andando a «salvaguardare i dati personali» dei contribuenti. Norma che in fase dei decreti attuativi dovrà essere scritta con molta attenzione, dato che si parla di concedere ai diversi funzionali dell’Amministrazione finanziaria l’uso anche dati non fiscali dei singoli contribuenti, che potrebbero essere anche potenzialmente sensibili e lesivi della privacy, se dovessero «sfuggire di mano». A queste informazioni si aggiungono poi anche quelle che si potranno reperire usando nuove tecnologie e strumenti di intelligenza artificiale, come può essere l’analisi predittiva. In questo modo l’Agenzia delle entrate avrà sempre più dati a sua disposizione anche per creare degli identikit fiscali di ogni singolo contribuente, una sorta di redditometro ad hoc. Ma le novità all’interno della delega fiscale non si fermano qua. Si parla infatti anche di riordinare le deduzioni della base imponibile e le detrazioni dell’imposta loro sul reddito delle persone fisiche. Il criterio che si dovrà usare è la finalità collegata alle agevolazioni fiscali, con particolare tutela per la casa e l’equità. Le risorse che deriveranno da eventuali eliminazioni o rimodulazioni saranno poi destinate ai contribuenti con i redditi Irpef medio-bassi. Novità anche per quanto riguarda i redditi da capitale e quelli di natura finanziaria. La progressiva armonizzazione, tra i due, diventerà operativa solo ed esclusivamente per i redditi prodotti dopo l’entrata in vigore dei decreti delegati. Si conferma poi il taglio dell’Irap con priorità per le società di persone, studi associati e società tra professionisti.

Per quanto riguarda infine il catasto è stato scritto come «le informazioni rilevate secondo i principi di cui al presente comma non possano essere utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali e per la determinazione delle agevolazioni e dei benefici sociali». Si è inoltre aggiunto come per ogni unità immobiliare si debba indicare, oltre che la rendita catastale, anche un ulteriore valore che potrà subire un aggiornamento periodico. Per stimare questo si useranno criteri «vecchi» ai quali si potranno affiancare, quando è necessario: l’articolazione del territorio comunale, la rideterminazione delle destinazioni d'uso catastali, distinguendole in ordinarie e speciali, l’adozione di unità di consistenza per gli immobili di tipo ordinario e consultare la banca dati Omi.

La delega fiscale mette poi nero su bianco altri due concetti che, se applicati alla lettera, potrebbero avere effetti positivi sui contribuenti. La prima riguarda la semplificazione del linguaggio normativo: «ciascuna norma sia semanticamente chiara e concettualmente autosufficiente prevedere un monitoraggio periodico della legislazione tributaria codificata». E il secondo precisa come nell’attuazione delle deleghe non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica né un incremento della pressione tributaria rispetto a quella derivante dall’applicazione della legislazione vigente.

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Giorgia Pacione Di Bello