​Borsa di Milano Piazza Affari
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Economia

Piazza Affari frena la caduta. Ma l'instabilità americana preoccupa

L'inflazione che galoppa in America, il rialzo dei tassi e dello Spread Btp-Bund sono segnali indicativi di una crisi. Ma il vero problema sono le vendite allo scoperto

Si è chiusa in lieve ribasso la seduta a Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che ha ceduto lo 0,32% al termine di una giornata vissuta all’insegna della volatilità, senza però perdite significative come nei giorni precedenti. Anche le altre Borse europee hanno chiuso deboli una seduta in cui hanno cambiato più volte orientamento: Francoforte ha perso lo 0,91%, Parigi l'1,2% e Londra lo 0,25%, tutti cali comunque molto contenuti rispetto ai crolli dei giorni scorsi.

Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso in rialzo a 241,9 punti base (dai 238 della chiusura di lunedì e dei 235 dell'avvio), come a maggio 2020, mentre il rendimento del decennale italiano si è portato al 4,16%, sui livelli di fine dicembre 2013. Pur avendo registrato una discesa a 231 punti nel corso della giornata (con il rendimento calato al 3,91%) non è venuta meno la tensione registrata nelle ultime sedute sull'onda del mancato annuncio, giovedì scorso, di un piano della Bce a difesa dei titoli di Stato dei paesi periferici dell'Eurozona. Tuttavia, dopo lo shock seguito all’annuncio dell’Eurotower sulle restrizioni alla politica monetaria, adesso l’attenzione degli investitori sembra spostarsi sulla Federal Reserve americana, che domani deciderà a sua volta sui tassi. Le attese di numerosi analisti sono per un aumento dello 0,75%, maggiore quindi di quello da mezzo punto dato per scontato dal mercato.

Negli Usa, secondo Marco Oprandi, head of cross asset solutions di Cirdan Capital, «l’inflazione continua ad aumentare, mettendo a dura prova l’abilità della Fed di gestirla». In questo contesto, «sebbene con il passare dei mesi estivi il mercato si aspetti una riduzione dell’inflazione, reputiamo che questo possa accadere a causa di eventi ‘nocivi’, come la riduzione della crescita del Pil americano, dell’occupazione e la crescita degli stipendi». Per Oprandi, quindi, “malgrado il panorama inflazionistico preveda una ‘discesa inflazionistica’ all’orizzonte, a seguito delle ultime dichiarazioni di Jerome Powell, presidente della Fed, crediamo che quest’ultima manterrà una politica aggressiva e quindi che vi sarà un ulteriore aumento dei tassi da 50 punti base anche per il mese di settembre. Totalizzando così +150 punti base entro settembre 2022”.

Gli annunci delle banche centrali, secondo il presidente dell’Associazione bancaria italiana Antonio Patuelli, non sono però “motivazioni sufficienti per poter far crollare le Borse. Le Borse vengono giù perché ci sono delle regole internazionali che non condivido: mentre se uno vende un appartamento di cui non è proprietario va immediatamente dal giudice penale, se uno vende azioni che non possiede lo può fare, quindi vende allo scoperto quello che non ha. Non è un metodo corretto». Nel suo intervento al Consiglio nazionale della Fabi, Patuelli ha aggiunto: «Capisco le preoccupazioni, ma l'Europa è stata l'ultima nell'Occidente a toccare i tassi, gli americani li hanno alzati molto prima, lo stesso giorno la Gran Bretagna. Chi in Europa è fuori dall'euro, dall'Ungheria alla Polonia, viaggia a tassi dal 6 al 7%, per non parlare di Paesi extraeuropei che hanno anche tassi a due cifre anche se non raggiungono il 19% che è stato il massimo tasso sconto della lira. Dobbiamo essere consapevoli che i rialzi dello 0,25% e dello 0,25% prima di Natale annullano il tasso negativo e porta a zero i tassi delle banche. Non è una motivazione sufficiente per far venire giù le Borse». Anche secondo l’economista Carlo Cottarelli la reazione dei mercati all’annuncio della Bce è stata un po’ esagerata. «Si sapeva che ci sarebbe stata questa interruzione sui titoli, non è una novità. La novità casomai è stata la reazione molto forte dei mercati finanziari». Siccome «era ben prevista questa interruzione», e anche l'aumento dei tassi di interesse «era prevedibile» e comunque «abbastanza modesto», per Cottarelli la reazione dei mercati è stata «un po' eccessiva».

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Chiara Merico