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(Ansa)
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La destra trionfa nel voto a Madrid; crolla la sinistra, scompare Podemos (e il suo leader)

Isabel Ayuso trionfa anche per come ha gestito la pandemia, dicendo no a numerosi divieti statali. Pablo Iglesias, il famoso fondatore di Podemos, annuncia il ritiro dalla vita politica

In Spagna oggi c'è un'aria nuova nella politica. C'è un'alternativa alla sinistra socialista di Sanchez e all'estrema sinistra di Iglesias. Questa alternativa è la destra di Isabel Díaz Ayuso, la candidata del Partito Popolare che ieri ha vinto nettamente le elezioni regionali anticipate con ben 65 seggi (dei 136 totali) che occorrono per governare il Parlamento regionale della Comunità Autonoma di Madrid. La vittoria di Ayuso è stata così devastante che ha vinto in 176 città su 179 della Comunità di Madrid.

Con 4 voti in più il Partito Popolare avrebbe avuto la maggioranza assoluta per governare la regione più importante di Spagna ma ha comunque conquistato più seggi rispetto a quelli dei tre partiti di sinistra messi insieme: PSOE (24), Más Madrid (24) e Podemos (10). Per governare la Ayuso non avrà bisogno neanche dei seggi (13) conquistati da Vox, emergente Partito di destra, le basterà solo la sua astensione.

Un monito per Pedro Sánchez che ha visto crollare il Partito Socialista, giù di 13 seggi rispetto al 2019, pareggiato da Más Madrid, formazione progressista in crescita. Una batosta per l'estrema sinistra rappresentata da Podemos: supera la soglia di sbarramento del 5 per cento, ottenendo 10 seggi ma rimane orfano del lider Pablo Iglesias che vista la pesante sconfitta ha deciso di lasciare la politica (sembra però che già abbia trovato un altro lavoro in TV) dopo che si era dimesso da vicepremier per correre a Madrid per frenare l'ascesa della ultra-destra, come ha più volte ripetuto durante la campagna elettorale, anche se poi si è scoperto che due dei responsabili della sicurezza di Pablo Iglesias sono stati arrestati per aver picchiato agenti di Polizia intervenuti per fermare gli scontri durante un raduno dei sostenitori di Vox presi a pietrate dagli "anti-fascisti" di sinistra.

Le elezioni di mercoledì non sono state semplici elezioni amministrative ma un banco di prova per l'attuale governo guidato dal socialista Pedro Sánchez e per il "grillino iberico" Pablo Iglesias. Hanno perso entrambi. Il Psoe di Sánchez è stato punito dagli elettori per la disastrosa e incerta gestione della pandemia, per le chiusure, per i ritardi nell'arrivo dei vaccini, per la sempre più grave situazione economica in cui versa la Spagna (mentre la Comunità di Madrid, guidata dalla Ayuso dal 2019, è la regione più ricca), per le mefistofeliche alleanze con i separatisti baschi (continua ad avvicinare a più di 200 km da casa i detenuti assassini dell'ETA), per la mancanza di un candidato con almeno un po' di carisma: Gabilondo, il candidato del PSOE, è stato soprannominato "El hombre tranquilo", nomen omen.

Podemos e Pablo Iglesias sono stati puniti per i numerosi scandali (un'accusa di molestie sessuali contro il lìder di Podemos), per le tangenti che avrebbe pagato e ricevuto in diversi casi che la magistratura spagnola sta accertando, per i sospetti finanziamenti da Iran e Venezuela, per aver assunto come babysitter il capo di Gabinetto del Ministero dell'Uguaglianza guidato dalla compagna di Iglesias, per le politiche più a favore dei migranti che degli stessi spagnoli, per aver impostato tutta la sua campagna elettorale sulla paura del ritorno al fascismo.

Gli elettori hanno premiato la Ayuso, che si riconferma presidente della Comunità autonoma di Madrid, e offre un'alternativa costituzionalista e liberale a una concezione interventista dello Stato che moltiplica la burocrazia e soffoca il cittadino con la sua inflazione normativa. Inoltre, l'Ayuso è stata votata è riuscita ad attirare gli elettori stanchi delle restrizioni imposte per combattere la pandemia e che durante la campagna elettorale venivano marchiati come tabernarios, tacciati di essere interessati solo a ubriacarsi e far ubriacare con i loro locali aperti. Lei ha puntato sulle riaperture di bar e ristoranti. E anche della Corrida. Giovani e commercianti sono impazziti per la candidata del Partito Popolare e dopo la pizza a lei dedicata ("Madonna Ayuso") ed un piatto di uova con patate ("Uova alla Ayuso"), ed ha ricevuto anche un altro omaggio: una birra artigianale con una sua foto chiamata "La caña di Spagna". Un' idea nata dall'unione di un gruppo di ristoratori "per continuare a lottare per difendere i nostri bar e attività commerciali". Ha vinto la sua opposizione alle misure di confinamento più rigide del governo nazionale al grido di "comunismo o libertà", lo slogan che ha accompagnato la sua campagna elettorale.

Dunque, le elezioni che si sono svolte nella Comunità autonoma di Madrid gravemente colpita dal Covid (il 40% delle infezioni nel Paese si è concentrato proprio nella regione della capitale) sono state un vero e proprio referendum sul futuro della Spagna. Un risultato elettorale quello di queste elezioni anticipate -indette dalla Ayuso per evitare una mozione di sfiducia che avrebbe presentato circa due mesi fa il partito di centro destra Ciudadanos (oramai scomparso con questa tornata elettorale: 0 seggi)- che spaventa anche i vertici dello stesso Partito Popolare, al centro di molte inchieste giudiziarie, e che grazie all'Ayuso ha riconquistato popolarità e voti.

"E' l'inizio della fine" del governo del premier Pedro Sanchez, "un nuovo inizio", ha commentato Ayuso che è già al lavoro per applicare subito un taglio alle tasse, approvare nuovi bilanci -per il momento quelli del 2019 sono ancora prorogati- ed eliminare gli ostacoli burocratici a favore dell'attività imprenditoriale; e infatti, festeggiando la vittoria dal balcone di calle Genova, la sede del Partito Popolare, e ai suoi elettori ha ricordato: "Tra comunismo e libertà, oggi ha vinto la libertà".

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Costantino Pistilli