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(Ansa)
Calcio

Inter avanti con Zhang (ma il futuro resta un'incognita)

Il presidente cinese entra nella storia e raggiunge Angelo Moratti come numero di trofei. Vicina la soluzione del nodo Oaktree, ma la cessione del club rimane sullo sfondo - LA CARTA D'IDENTITA' DEL FONDO PIMCO

Fa specie scriverlo, ma lo scudetto della seconda stella festeggiato a Nanchino e non al fianco della squadra proietta Steven Zhang nella storia dell'Inter. E' il settino titolo dal 2016, anno dello sbarco di Suning sulla galassia del calcio italiano: solo Massimo Moratti ha raccolto di più, dal momento che il padre Angelo si fermò a sette anche se di peso specifico superiore comprendendo le due Coppe dei Campioni e le Intercontinentali del ciclo della Grande Inter.

In ogni caso, da oggi Zhang ha diritto a un capitolo particolare nel libro dei 116 anni di storia della società. Qualcosa che cancella vecchie contestazioni e mette in secondo piano, almeno per qualche ora, il tema della continuità della famiglia alla guida dell'Inter. Il lavoro frenetico per trovare i soldi e chiudere il prestito del fondo Oaktree entro la data limite del 20 maggio è entrato in una fase decisiva. La sponda dell'hedge fund Pimco trovata in California può aver risolto nell'immediato l'esigenza di superare il rischio di perdere il club come escussione del pegno.

Zhang ha reperito 400 milioni di euro che serviranno per estinguere il debito con Oaktree e garantirsi tempo per gestire la pratica Inter. Quanto? Almeno fino al 2027 anche se le clausole del contratto con Pimco aumentano la possibilità di un cambio proprietà in tempi ragionevoli. Del resto l'esigenza per la famiglia Zhang è sempre stata quella di uscire dal business del calcio limitando i danni, dopo anni di investimenti che hanno portato a stagioni di forti disequilibri di bilancio.

Ora la strada della sostenibilità è stata imboccata, grazie al lavoro del management e ai risultati sportivi che hanno fatto da volano per i ricavi mentre i costi venivano progressivamente limati. Una sforbiciata che aiuterà certamente ad avvicinarsi alla valutazione da 1,2 miliardi di euro che continua ad essere considerata la soglia alla quale sedersi al tavolo per trattare. Con in più l'incognita stadio, visto che l'Inter sta andando dritta per la strada che porta a Rozzano ma ha compiuto meno passi formali e ufficiali rispetto al Milan e, dunque, ha un interesse non solo di facciata per capire cosa accadrà davvero a San Siro.

Steven Zhang, lontano dall'Inter nel giorno del trionfo (manca dall'Italia dall'estate 2023) non rappresenta oggi il sostegno più saldo per un'azienda calcistica che attacca l'obiettivo del mezzo miliardo di euro di fatturato. Però è allo stesso tempo una proprietà che, parole dell'ad Marotta, è stata esemplare nel lasciare margini di manovra ai propri dirigenti. Una strategia che ha pagato e che, insieme ai risultati, ha appianato anche le asperità della contestazione della tifoseria nei mesi delle cessioni eccellenti.

Il progetto sportivo della prossima stagione è già stato delineato. L'estate non dovrebbe portare sacrifici dolorosi sul mercato mentre i rinnovi più importanti attendono solo la certificazione, dal tecnico Inzaghi ai pilastri Barella e Lautaro Martinez. Non fosse per la questione debiti e per l'immagine di un presidente che perde cause in tribunale per alcuni suoi 'pagherò', insomma, non ci sarebbe alcuna nuvola all'orizzonte.

L'andamento della stagione e anche di quelle passate dice che l'Inter può anche andare avanti così, non galleggiando ma crescendo. Una sorta di bolla a termine i cui confini, nella notte della festa, paiono però più rassicuranti rispetto al recente passato. C'è una differenza sostanziale rispetto all'altro tricolore, quello conquistato dal Conte nel 2021. Allora la presenza di Steven Zhang fu vissuta come l'intromissione sgradita di un elemento esterno che veniva a prendersi gloria immeritata. Oggi la sua assenza viene percepita e raccontata dai diretti interessati come "operosa" e nessuno si sogna di definirlo un'intruso nella festa.

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Giovanni Capuano