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Ansa
Calcio

Dybala dalle lacrime alla causa: vuole 54 milioni dalla Juventus

Tra l'argentino e il club volano gli stracci: colpa della manovra stipendi (e del debito non ancora saldato) e della trattativa per il rinnovo sfumata al momento della firma. Con la Joya che ha perso un tesoro finendo alla Roma

Piangeva Paulo Dybala quando lo scorso 16 maggio ha salutato per l'ultima volta il popolo juventino allo Stadium. Lacrime copiose e irrefrenabili che avevano colpito e commosso i tifosi bianconeri, già dividi da un paio di mesi sullo strappo che la società aveva imposto alla trattativa per il rinnovo del contratto in scadenza, iniziata ben prima della tempesta del Covid e terminata con la fredda comunicazione di Maurizio Arrivabene sulla volontà di percorrere sentieri tecnici diversi, leggasi l'investimento su Dusan Vlahovic. Piangeva Dybala e ora viene il dubbio che non lo facesse solo perché attaccato visceralmente alla Juventus e alla sua gente.

Le carte dell'inchiesta Prisma della Procura di Torino che stanno procurando una marea di guai alla Juventus e ai suoi dirigenti sputano fuori anche i retroscena della vicenda della (ex) Joya bianconera. Che, pur non essendo entrata in prima persona nella contesa, vuole indietro tutto dal suo vecchio club. Non solo le mensilità non pagate nelle due manovre stipendi finite sotto la lente di ingrandimento dei magistrati, in tutto 3,8 milioni di euro non ancora saldati nonostante gli impegni presi nelle side letter che rischiano di costare una squalifica anche all'attaccante ora della Roma. Il legale di Dybala da mesi ha comunicato alla controparte che nel conto può finire anche la differenza tra la stipendio che l'argentino avrebbe preso a Torino se quella benedetta firma fosse stata formalizzata e la cifra percepita dalla Roma.

Non un dettaglio, visto che si parla di 49.497.000 euro che sono il delta tra i 69,652 lordi del quinquennale ipotetico stracciato da Arrivabene e i 20,155 del triennale strappato a Tiago Pinto per sbarcare alla corte di Mourinho. Ufficialmente Dybala non vuole piantare grane alla Juventus, ma agli atti ci sono i movimenti del suo avvocato e il fastidio (eufemismo) della famiglia per il finale della trattativa che si salda con la manovra stipendi cui l'attaccante ha sempre spiegato di aver aderito controvoglia anche per non entrare in rotta di collisione con la società in una fase delicata di discussione.

E' probabilmente la prima volta che una trattativa saltata all'ultimo rischia di finire in tribunale nel mondo del calcio sotto forma di richiesta risarcimento danni per mancato guadagno. E' evidente che pesano nel rapporto chiuso male anche le vicende della gestione delle mensilità del periodo del Covid, ma se dovesse veramente finire davanti a dei giudici la storia della trattativa tra il procuratore Jorge Antun, i legali e le dirigenze juventine che si sono susseguite dal 2019 al 2022 (tanto è durato l'affaire) si creerà un precedente interessante. Ad esempio, su quanto possa pesare il tira e molla del giocatore che a lungo ha chiesto un ingaggio quasi fuori mercato quando la Juventus era disposta a firmare per tanti soldi senza, però, riconoscergli lo status di top player mondiale. O quanto incidano le pretese di commissioni e bonus alla firma, ormai quasi una tassa occulta cui i club devono sottostare. Oppure se possano essere quantificati o no i problemi fisici che hanno segnato le ultime due stagioni di Dybala in bianconero: 33 partite saltate tra il 2020 e il 2022. Uno dei parametri che alla fine convinsero Arrivabene a chiudere per sempre.

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Giovanni Capuano