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Delitto di Garlasco, tutto quello che devi sapere sull’omicidio più famoso d’Italia

Delitto di Garlasco, tutto quello che devi sapere sull’omicidio più famoso d’Italia

Il caso Garlasco dal 2007 a oggi: le ultime notizia sull’omicidio di Chiara Poggi, indagini, processi, luoghi, personaggi della vicenda e gli avvocati. La ricostruzione completa più aggiornata

Il caso Garlasco – l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco, in provincia di Pavia – resta uno dei delitti più discussi, analizzati e polarizzanti della cronaca italiana contemporanea. A quasi vent’anni dai fatti, continua a dividere l’opinione pubblica, a riempire pagine di giornali e a generare dibattiti televisivi, podcast e docuserie: nessun dettaglio è mai stato davvero archiviato nella memoria collettiva. Tutto è rimasto vivo, stratificato, reinterpretato più volte anche a distanza di anni.

La lunga indagine ha attraversato ribaltamenti continui, cambiando direzione più volte. In un primo momento l’attenzione investigativa si è concentrata su Alberto Stasi, il fidanzato della vittima, inizialmente assolto e poi condannato in via definitiva a 16 anni per omicidio. Una sentenza che, pur chiudendo formalmente il percorso giudiziario, non ha mai messo a tacere domande, sospetti e controanalisi. Negli anni successivi, infatti, la comparsa di una traccia di DNA compatibile con Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, ha portato alla riapertura del fascicolo, a nuove perizie e a una nuova ondata di attenzione mediatica. Anche in questo caso, però, l’esito ha confermato la non rilevanza penalmente utilizzabile della traccia, lasciando tuttavia un’impronta profonda nell’opinione pubblica: un’indagine che sembrava conclusa tornava improvvisamente ad avere margini di incertezza.

Per comprendere la risonanza nazionale del delitto è utile ricordare anche il contesto geografico. Garlasco si trova nella Lomellina, zona rurale della bassa Lombardia nota per risaie, cascine e piccoli centri, ma allo stesso tempo vicinissima a Pavia e all’area metropolitana di Milano. Questa posizione ibrida – periferica ma collegata, provinciale ma geograficamente prossima ai grandi poli informativi – ha contribuito ad amplificare l’eco mediatica del caso, tanto che nella memoria collettiva il delitto è ormai cristallizzato nell’espressione “omicidio di Garlasco (Pavia)”. I nomi dei protagonisti – Chiara Poggi, Alberto Stasi, Andrea Sempio – come quelli dei luoghi simbolo dell’inchiesta – via Pascoli, la canalina di Tromello, il Santuario della Bozzola – ricorrono ancora oggi nei servizi televisivi, nei podcast true crime e nelle ricostruzioni giornalistiche.

Il percorso giudiziario, mediatico e investigativo dell’omicidio di Chiara Poggi ha assunto nel tempo un valore simbolico: da un lato la fiducia e la sfiducia nella scienza forense, dall’altro l’impatto dei media nel creare processi paralleli e nel trasformare i protagonisti in figure pubbliche. È per questo che il caso Garlasco continua a essere studiato da giuristi, criminologi, sociologi, analisti della comunicazione e da un vastissimo pubblico interessato alla cronaca nera italiana.

L’omicidio e il processo a Alberto Stasi (2007‑2015)

Il delitto e le prime indagini

La mattina del 13 agosto 2007, il giovane manager Alberto Stasi trova la fidanzata Chiara Poggi, 26 anni, morta nella cantina della loro casa a Garlasco. Il ragazzo chiama i soccorsi e viene subito indagato come unico sospettato. Le prime indagini si concentrano sulle sue calzature, sull’impronta di una bicicletta e sull’orario dell’omicidio (panorama.it). Nonostante l’assenza di arma del delitto e di un movente chiaro, Stasi viene rinviato a giudizio.

Le sentenze e la condanna definitiva

Dopo due gradi di giudizio conclusi con l’assoluzione, nel 2014 la Corte d’Assise d’Appello di Milano condanna Stasi a 16 anni per omicidio volontario, ritenendo che avesse eliminato la fidanzata perché la considerava d’intralcio (panorama.it). Il 12 dicembre 2015 la Corte di Cassazione conferma la sentenza; un editoriale di Panorama critica la decisione, definendola basata sull’assunto che Stasi “non poteva non essere stato lui” e sottolinea l’assenza di arma e movente (panorama.it). In questa fase, la vicenda sembra chiusa: Stasi entra in carcere e la famiglia Poggi avvia un’azione civile.

La richiesta di revisione (2016)

Nel dicembre 2016 la famiglia di Stasi presenta una richiesta di revisione sostenendo che una nuova perizia genetica avrebbe individuato DNA sotto le unghie di Chiara appartenente a un soggetto diverso da Stasi (panorama.it). Questa notizia riaccende l’attenzione, ma la Cassazione respinge l’istanza, ritenendo insufficienti gli elementi.

La riapertura dell’indagine e il nome di Andrea Sempio (2025)

Marzo 2025: il DNA punta a Sempio

Nel marzo 2025 la Procura di Pavia riapre l’inchiesta grazie a una nuova analisi del DNA prelevato sotto le unghie della vittima. Secondo Panorama, il test mostra una compatibilità con Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara (panorama.it). Un successivo articolo spiega che, oltre alla traccia genetica, gli investigatori rivalutano telefonate, messaggi e un biglietto del parcheggio trovato nella casa di Sempio (panorama.it). Si profila una nuova pista: Sempio avrebbe frequentato la casa dei Poggi e potrebbe aver incontrato Chiara la mattina dell’omicidio.

Nuove perizie e ricostruzioni (maggio‑giugno 2025)

A fine maggio 2025 la Procura esegue un sopralluogo con nuovi strumenti (laser, 3D, droni) e ipotizza che l’aggressione sia avvenuta in due fasi: una nel piano terra e l’altra nella cantina; si allarga la finestra temporale dell’omicidio e si rivalutano impronte e campioni (panorama.it). Pochi giorni dopo, l’amico Mattia Capra interviene a Quarto Grado dichiarando di non far parte di alcuna “squadra del silenzio”; la trasmissione mostra foto che collocano Marco Poggi (fratello della vittima) in montagna al momento del delitto (panorama.it). L’inchiesta si sposta anche fuori Pavia: a Tromello, in una canalina, vengono recuperati attrezzi (martello, manico e testa di un’ascia) compatibili con una possibile arma (panorama.it). Questi reperti erano stati conservati da un muratore che li aveva trovati anni prima.

Contraddizioni nei verbali e nuovi consulenti

Un articolo di luglio 2025 evidenzia contraddizioni nell’interrogatorio del 2008 a Sempio: verbali sovrapposti e un presunto malore non registrato (panorama.it). Nel frattempo il magistrato Fabio Napoleone, definito da Panorama il “Napoleone di Garlasco”, guida con determinazione il nuovo corso delle indagini (panorama.it). A luglio emergono anche altre anomalie: la perizia sul DNA mostra contaminazioni e i consulenti Denise Albani e Domenico Marchigiani sviluppano un nuovo algoritmo per interpretare i dati (panorama.it).

Autunno 2025: colpi di scena e teorie alternative

Secondo scontrino e “pc fantasma”

Il 4 ottobre 2025 Panorama svela l’esistenza di un secondo scontrino della sosta del 14 agosto 2007. Questo tagliando, trovato presso i Carabinieri, potrebbe rimettere in discussione l’alibi di Sempio (panorama.it). Pochi settimane dopo, durante una perquisizione a casa Sempio, gli inquirenti scoprono un computer “fantasma” non emerso nelle prime ispezioni; un foglietto con la scritta “archiviazione – Venditti” avvia accertamenti su possibili pagamenti al procuratore Mario Venditti (panorama.it).

Debiti, scommesse e ipotesi di corruzione

Nel frattempo emergono indagini su soldi e scommesse: un articolo del 13 ottobre 2025 riferisce che i flussi di denaro e le chiamate tra Sempio, un misterioso “Maurizio” e alcuni funzionari pubblici potrebbero nascondere tangenti o scommesse clandestine (panorama.it). Pochi giorni dopo, un testimone afferma che lo scontrino utilizzato come alibi da Sempio è falso (panorama.it). Il 25 ottobre la Procura sequestra nuovamente i dispositivi dell’ex pm Venditti per cercare file cancellati (panorama.it), mentre il 30 ottobre un’inchiesta fa tremare il “Sistema Pavia”: il padre di Sempio è indagato per aver pagato 20–30 mila euro al pm Venditti per archiviare il procedimento (panorama.it).

Avvocati, testimoni e “pizzini”

Il dibattito esplode sui media. Il 7 ottobre un amico di Sempio, Roberto Freddi, afferma in TV che lo scontrino non è un alibi ma un indizio e che Stasi “se l’è andata a cercare”; il padre di Sempio denuncia una persecuzione (panorama.it). Dieci giorni dopo l’avvocato Carlo Taormina rifiuta di difendere Sempio sostenendo che fosse sulla scena del crimine con Stasi (panorama.it); nello stesso articolo compaiono “pizzini” trovati nella casa Sempio con la nota “Venditti gip archivia x 20 30 euro” (panorama.it). Un altro ex latitante, Flavius Savu, promette rivelazioni sul Santuario della Bozzola e parla di presunti ricatti e scandali sessuali (panorama.it).

Il Riesame e le nuove prove digitali

Alla fine di ottobre, i giudici del Riesame scoprono tabulati telefonici, flussi di denaro e documenti riservati che collegherebbero Sempio e il maresciallo Silvio Sapone a consulenze segrete (panorama.it). La madre di Sempio confessa che l’avvocato avrebbe chiesto 2 000 euro per ottenere documenti, mentre l’ex generale dei RIS Luciano Garofano viene indagato per aver ricevuto via email atti coperti da segreto (panorama.it). Questi sviluppi accreditano l’idea di un sistema di corruzione all’interno degli uffici giudiziari di Pavia.

Novembre 2025: nuovi esami scientifici e il “Sistema Pavia”

Leggi antiterrorismo e ritardi nelle perizie

All’inizio di novembre, Panorama racconta che i magistrati di Brescia vogliono applicare le norme antiterrorismo per ottenere tabulati telefonici e dati telematici risalenti a sei anni (panorama.it). Tuttavia l’analisi dei dispositivi sequestrati procede a rilento: il 3 novembre si annuncia la proroga dell’incidente probatorio perché i consulenti non sono riusciti a esaminare computer e cellulari nei tempi previsti (panorama.it).

Timeline della vicenda e approfondimenti

Un ampio dossier dell’8 novembre riepiloga tutte le tappe del caso Garlasco, dalla scoperta del cadavere fino alla riapertura dell’indagine (panorama.it). Il giorno 9 novembre un articolo esclusivo rivela che il pm Venditti voleva arrestare Sempio già nel 2010 e che la presunta tangente avrebbe impedito il provvedimento (panorama.it).

Scontri televisivi e commenti

Il 6 novembre si consuma uno scontro mediatico: durante la trasmissione “Storie Italiane” l’avvocato di Sempio, Massimo Lovati, litiga con il consulente Luciano Garofano; quest’ultimo annuncia il proprio ritiro dall’incarico per le “frasi choc” pronunciate da Lovati (panorama.it). Panorama sottolinea come questa vicenda faccia emergere tensioni tra esperti e accusa il difensore di usare la famiglia Poggi come grimaldello per attaccare il sistema giudiziario (panorama.it). Qualche giorno prima la testata aveva paragonato l’inchiesta di Garlasco a una nuova “Mani Pulite”, ma con la giustizia al posto dei politici: il caso diventa una lotta contro un presunto “sistema Pavia” (panorama.it).

Nuovi esami scientifici

Il 17 novembre un articolo spiega che una nuova analisi delle macchie di sangue (Blood Pattern Analysis) dimostrerebbe che l’attacco è avvenuto sulle scale e non solo in cantina; inoltre emerge un’impronta misteriosa compatibile con una mano maschile (panorama.it). Il 21 novembre si parla di una “cassaforte vuota” trovata nella casa del maresciallo Sapone, contenente pizzini e appunti relativi a presunte tangenti (panorama.it); il 24 novembre emerge un verbale secretato del 2007 in cui un teste descrive una figura maschile alta presente sulla scena (panorama.it), mentre il 25 novembre riappare una foto di Chiara sanguinante e un report genetico segreto (panorama.it). Il 26 novembre un servizio televisivo sui “DNA ignoti” viene bloccato perché la Procura ritiene che la trasmissione violi il segreto (panorama.it).

La bomba del DNA e il movente proibito

Il 27 novembre arriva la notizia più esplosiva: secondo una perizia depositata via PEC, il DNA maschile sotto le unghie di Chiara è compatibile con il Y‑chromosome della linea paterna di Andrea Sempio; l’analisi, basata su nuovi modelli statistici, indica che la compatibilità è centinaia di volte più probabile rispetto a un individuo scelto a caso (panorama.it). Il 28 novembre l’avvocato Lovati attacca l’uso del DNA definendolo un “atto di terrorismo psicologico” e sostiene che la perizia potrebbe essere annullata (panorama.it). Il 29 novembre un’ultima inchiesta di Panorama ipotizza un movente proibito: Chiara avrebbe scoperto segreti finanziari e corruzione all’interno del sistema Pavia, diventando così una minaccia (panorama.it).

Teorie alternative e personaggi

Oltre alle piste principali, gli articoli di Panorama presentano una serie di teorie alternative: alcune coinvolgono i riti nel Santuario della Bozzola, altre ipotizzano un suicidio o la presenza di un intruso fuggito in bicicletta (panorama.it). La testata dedica anche profili ai personaggi tornati al centro della vicenda – Chiara Poggi, Alberto Stasi, Andrea Sempio, le cugine Paola e Stefania Cappa – spiegando perché sono sotto i riflettori (panorama.it). Uno speciale analizza la dimensione digitale del caso: con milioni di interazioni sui social, la vicenda è diventata un fenomeno mediatico (panorama.it). Persino la questione delle ipotetiche richieste di risarcimento in caso di innocenza di Stasi viene trattata, con riferimento ad altri errori giudiziari come il caso Tortora (panorama.it).

Conclusioni

Il caso Garlasco rimane un enigma giudiziario: la condanna definitiva di Alberto Stasi nel 2015 convive con una nuova inchiesta che nel 2025 ha messo sotto accusa Andrea Sempio e portato alla luce un presunto sistema corruttivo nel tribunale di Pavia. L’abbondanza di perizie, testimoni, documenti e “pizzini” ha creato un mosaico complesso che solo un nuovo processo potrà ricomporre. Al di là degli aspetti processuali, la storia mette in evidenza la fragilità delle indagini di inizio anni Duemila, l’evoluzione delle tecniche scientifiche (analisi del DNA e BPA), l’influenza dei media e l’impatto della giustizia territoriale in contesti come Garlasco e la provincia di Pavia. In attesa di sviluppi giudiziari, i link agli articoli di Panorama consentono di seguire passo passo questa intricata vicenda e formarsi un’opinione informata.


Che cos’è il caso Garlasco

Il caso Garlasco è il nome con cui è passato alla storia l’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco, in provincia di Pavia. Il delitto – uno dei più analizzati e controversi della cronaca italiana – ha attraversato oltre un decennio di indagini, processi, perizie e continui ribaltamenti. Un’inchiesta che, come raccontato sul sito del settimanale, nel 2025 è tornata al centro dell’attenzione dopo una nuova perizia. Garlasco, la nuova perizia Bpa riapre il caso


Chi era Chiara Poggi

Chiara Poggi era una giovane di 26 anni, che viveva con la famiglia a Garlasco. La sua morte, in una normale mattina d’estate, in una casa di provincia apparentemente tranquilla, ha trasformato un pacifico comune della Lomellina nella scena di uno dei gialli giudiziari più seguiti d’Italia. L’impatto mediatico è stato immediato e duraturo, contribuendo a fare del suo nome un simbolo della ricerca della verità. Una panoramica generale del caso e della sua evoluzione è consultabile su Panorama – Delitto di Garlasco


Chi è stato condannato per l’omicidio di Chiara Poggi

Dopo anni di processi, assoluzioni e ricorsi, Alberto Stasi, fidanzato di Chiara al momento del delitto, è stato condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di reclusione. La sentenza — che ha chiuso formalmente il procedimento per le sedi giudiziarie — non ha però spento i dubbi, le incertezze e le successive perizie. Delitto di Garlasco, il capello nella spazzatura e le sedie spostate cambiano lo scenario?


Perché il fascicolo è stato riaperto dopo la condanna

La riapertura è avvenuta quando una traccia di DNA compatibile con Andrea Sempio — amico del fratello di Chiara — è tornata al centro dell’attenzione: la procura, sulla base di analisi aggiornate, ha disposto nuovi accertamenti e un riesame del caso. Garlasco, traccia di DNA sotto le unghie riapre il caso


Perché si parla sempre di “omicidio di Garlasco (Pavia)”

Garlasco è un comune della Lomellina, zona rurale della bassa Lombardia, ma si trova a poca distanza da Pavia e dall’area metropolitana di Milano. Questa posizione — periferica ma non isolata — ha contribuito a dare al caso una visibilità nazionale, tanto che molte testate lo citano come “omicidio di Garlasco (Pavia)”. Il contesto e la risonanza mediatica sono stati analizzati in vari approfondimenti, come quello de Garlasco, spunta l’ombra di un delitto di gruppo


Perché il caso continua a far discutere dopo tanti anni

Il caso non è mai davvero chiuso: ogni nuovo reperto, perizia o testimonianza riapre la narrazione e costringe a riconsiderare la verità processuale. Le analisi più recenti, tra cui la nuova perizia BPA del 2024 e gli sviluppi sul DNA, continuano a generare dubbi. Garlasco, perizia DNA nel mirino e nuove polemiche



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