Tassa di successione: le 4 mosse per cambiarla
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Tassa di successione: le 4 mosse per cambiarla

Il Governo avrebbe intenzione di aumentare le aliquote attuali e abbassare le soglie delle franchigie. Risultato: 1 miliardo circa di nuove entrate

Il governo avrebbe allo studio un vero e proprio giro di vite sulle tasse di successione che possa far salire il gettito complessivo dagli attuali 500 milioni di euro almeno ad 1 miliardo. Il progetto, che rientrerebbe in un dossier più generale riguardante agevolazioni fiscali da abolire per circa 3 miliardi, potrebbe vedere la luce già nella prossima legge di stabilità che a breve sarà presentata dall’esecutivo.

Nello specifico, gli interventi in cantiere riguarderebbero tanto le aliquote attuali, che verrebbero aumentate, quanto le soglie delle franchigie che invece potrebbero essere abbassate. E allora potrebbe accadere che, per i beni devoluti a favore del coniuge o dei parenti in linea retta, ossia figli e genitori, l’imposta attuale, fissata al 4%, salirebbe al 6%.

Allo stesso tempo l’attuale franchigia dopo la quale scattano le aliquote in questione verrebbe invece abbassata sensibilmente dall’attuale milione di euro, a circa 2-300mila euro.

Seguendo uno schema analogo poi, sui beni a favore di fratelli e sorelle che eccedono il valore di 100mila euro, l’attuale imposta del 6% verrebbe portata all’8%.

E sempre di due punti crescerebbe l’imposta pagata fino a oggi da tutti gli altri soggetti che ricevono un’eredità, che passerebbe dall’attuale 8% al 10%.

Tra le ragioni addotte a sostegno di un intervento di questo tipo, non c’è solo la necessità di fare cassa facendo crescere il gettito erariale. È stata l’Europa, e non è la prima volta, a chiederci in maniera specifica di intervenire sulle tasse di successione, per riallineare il prelievo ai livelli degli altri Paesi dell’Unione.

E in effetti se si prova a confrontare i valori delle aliquote italiane con quelli di alcuni dei principali partner europei, si scopre che il gap esistente, soprattutto sulle aliquote più alte, è decisamente consistente.

Ad esempio in Germania la tassazione va dal 7% al 30% per coniuge e parenti in linea retta, con l’esistenza di alcune piccole franchigie. Si passa poi dal 12% al 40% per altri gradi di parentela per finire a una forbice che va dal 17% al 50% per i terzi.

In Francia invece si va da aliquote tra il 5% e il 40% per coniuge e discendenti in linea retta, anche qui con franchigie molto contenute, per passare a valori tra il 35% e il 55% per altri parenti, fino al 60% destinato ai terzi. E ancora, vale la pena citare il caso del Regno Unito, dove esiste una sorta di aliquota unica fissata al 40%, dalla quale è escluso solo il coniuge.

Insomma, un panorama generale europeo dal quale si evince come l’eredità sia fondamentalmente considerata una sorta di privilegio da aggredire dunque con carichi fiscali molto pesanti. In questo senso, il previsto rialzo delle aliquote a cui starebbe lavorando il governo italiano, di fatto avvicinerebbe di poco i nostri valori a quelli degli altri Paesi europei. Ecco perché si starebbe pensando ad un intervento più sensibile sulle franchigie, in maniera tale da diminuire di molto la fascia di esenzione attualmente vigente.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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