Legge di Stabilità 2016: i principali emendamenti
Le più importanti modifiche alla manovra economica presentate in Parlamento dalla maggioranza e dall'opposizione
La Legge di Stabilità 2016, la seconda manovra economica varata da governo Renzi da quando è in carica, è ormai entrata in cantiere. Con l'inizio dell'iter al Senato, i parlamentari di tutte le forze politiche hanno presentato una serie di proposte di modifica, con quasi 3.600 emendamenti. Com'è ovvio, molti di questi verranno respinti, tranne alcuni che passeranno con il placet della maggioranza. Ecco, di seguito, una panoramica sui principali emendamenti che possono cambiare un po' il testo della Legge di Stabilità.
Contanti
Le opposizioni si scagliano contro il provvedimento della Legge di Stabilità che alza notevolmente, cioè da mille a 3mila euro, il tetto massimo al di sopra del quale sono vietati i pagamenti in contanti. Per il momento, il governo non ha intenzione di fare marcia indietro. E' probabile, invece, che il tetto di mille euro rimanga solo per i pagamenti con Money Transfer o che, per le transazioni di questo tipo, venga addirittura addirittura abbassato a 500 euro, allo scopo di frenare operazioni di riciclaggio di denaro.
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Tasi
Nella maggioranza di governo, si studia un emendamento che estende l'azzeramento della Tasi e dell'Imu. A beneficiare del taglio delle tasse immobiliari non sarebbero soltanto i proprietari di prime abitazioni (come prevede il testo originario della manovra), ma anche chi concede l'abitazione in comodato d'uso ai figli o ai genitori o chi le affitta a canone concordato, cioè con una rata ridotta, stabilita in ogni città e provincia da appositi accordi firmati dalle associazioni di categoria.
Incentivi alle assunzioni
Dentro e fuori la maggioranza, ci sono pressioni per potenziare un po' nel 2016 gli incentivi alle assunzioni, almeno in alcune zone del paese come le regioni del Sud. Secondo il testo originario della Legge di Stabilità, infatti, da gennaio gli incentivi alle assunzioni diventeranno meno generosi rispetto al 2015 e scenderanno dal 100% al 40% dei contributi previdenziali, con un limite massimo che calerà da circa 8mila a poco più di 4mila euro.
Ires
Si fa strada l'ipotesi di un anticipo del taglio dell'Ires, l'imposta sui redditi societari. Il governo lo ha messo in agenda per il 2017 ma, all'interno della maggioranza, si studia l'ipotesi di farlo scattare già nel 2016 in alcune zone del paese (cioè al Sud), anche se l'Europa non dovesse concedere maggiore flessibilità di bilancio all'Italia (con la cosiddetta clausola migranti).
Pensioni
Oltre al taglio dell'Ires, il governo ha messo in agenda l'innalzamento della no tax area per i pensionati, cioè della soglia di reddito al di sotto della quale non si pagano imposte. Il tetto della no tax area sulle pensioni dovrebbe salire da 7.500 a 8mila euro ma non prima del 2017. Tra i deputati e i senatori, però, c'è chi vorrebbe anticipare questa misura già a gennaio 2016.
Credito alle pmi
Si parla anche di un allargamento del raggio di azione del Fondo di Garanzia pubblico per l'accesso al credito delle piccole imprese. Il fondo potrebbe agire con una garanzia fino a 5 milioni di euro anche a vantaggio delle aziende a media capitalizzazione (e non solo di quelle piccole) purché abbiano meno di 500 dipendenti.
Canone Rai
La Legge di Stabilità prevede il pagamento del Canone Rai sulla bolletta elettrica in un'unica soluzione. Il Partito Democratico vorrebbe modificare il testo, introducendo il pagamento in due rate nel 2016 e in 6 rate dal 2017 in poi.
Pubblica amministrazione
Per la pubblica amministrazione, la Legge di Stabilità stabilisce un tetto al turnover, cioè al ricambio generazionale degli organici. Secondo il testo della manovra, le assunzioni di nuovo personale degli enti pubblici deve essere limitato al 25% dei dipendenti che vanno in pensione. C'è però chi preme per innalzare questo limite, dopo le proteste dei Comuni.
Caf
Sia nella maggioranza che nell'opposizione, ci sono spinte per rendere più morbidi i tagli stabiliti dalla Legge di Stabilitàper le risorse destinate ai patronati e ai Caf (centri di assistenza fiscale), che sono gestiti dalle associazioni di categoria e dai sindacati e aiutano i contribuenti nelle pratiche pensionistiche e nella dichiarazione dei redditi.