Gli occhi e la porta: perché desiderandoci non ci parliamo
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Gli occhi e la porta: perché desiderandoci non ci parliamo

C’è una figura letteraria della relazione amorosa particolarmente difficile da rappresentare sulla pagina, e ancora di più da riportare in una versione critica o in una recensione. Si tratta di quel rapporto tra due persone che, pur abitando lo …Leggi tutto

C’è una figura letteraria della relazione erotica particolarmente difficile da rappresentare sulla pagina, e ancora di più da spiegare in sede di critica o di recensione. Si tratta di quel rapporto tra due persone che, pur abitando lo stesso libro, ed essendo invisibilmente unite o dal sentimento dell’io narrante, cioè dalla sua curiosità, o dall’onniscienza di un narratore che ne legge i pensieri, non si parlano e non si toccano.

Ovviamente, in questa specie di teatralizzata indifferenza c’è qualcosa di speciale, altrimenti sarebbero come tutti gli altri personaggi.

Ma nell'economia del libro a loro succede questo: che dopo un rapido incontro, generalmente dove è uno non è l’altro. Eppure, da quel momento in poi ogni istante, ogni cosa che vedono, ogni conversazione che intrattengono (per intrattenerci) ha un altro significato: è come se il ventaglio che prima era contratto si fosse dispiegato rivelando un disegno nuovo. Spesso si incrociano, camminando: c’è uno sguardo, il primo, che quasi mai vuol dire qualcosa di più di quello che dicono gli sguardi umani; eppure è tutto già successo.

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Daniela Ranieri

Daniela Ranieri vive a  Roma, anche se si domanda perché ciò dovrebbe avere importanza in questa sede. Ha fatto reportage e documentari per la tv. Ha fatto anche la content manager, per dire. Vende una Olivetti del '79, quasi  nuova. Crede che prendere la carnitina senza allenarsi faccia bene uguale. Ha pubblicato il pamphlet satirico "Aristodem. Discorso sui nuovi radical chic" e il romanzo "Tutto cospira a tacere di noi" (entrambi Ponte alle Grazie) 

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