U2, Songs of Experience: il brillante ritorno dei fantastici quattro
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U2, Songs of Experience: il brillante ritorno dei fantastici quattro

Un spettacolare album d'amore e speranza: così la band di Bono è riuscita nell'impresa di reinventarsi senza rinnegare nulla del passato

Songs of Experiencenon è il sequel di Songs of Innocence: va detto subito e senza equivoci. Rispetto al predecessore il nuovo disco della band irlandese è un passo avanti, nella scelta dei suoni degli arrangiamenti, una progressione che emerge chiaramente anche dalla qualità del songwriting. 

Songs of experience è la risposta più efficace a chi sostiene che gli U2 non hanno più nulla da dire, una sorta di preconcetto verso una band che, piaccia o meno, è e sarà per sempre nel pantheon del rock.

L'ARTE DEL SONGWRITING

Su You're the best thing about me c'è poco da aggiungere: per settimane è stato il pezzo più trasmesso dalle radio italiane e non solo. Un ottimo singolo che però non è certo il momento più alto del disco. Get Out Of Your Own Way, ad esempio, è una canzone di tutt'altro livello, una hit corale e potente come non se ne sentivano da tempo. Che in questo album gli U2 siano perfettamente a fuoco lo dimostra The little things that you give away, un mid tempo straordinariamente intenso, uno di quei pezzi da cui è bello farsi avvolgere ascolto dopo ascolto. 

KENDRICK LAMAR & IL ROCK AND ROLL

Empatia e speranza sono le parole chiave di un disco che Bono ha raccontato come una serie di lettere d'amore inviate alle persone care. American Soul, con Kendrick Lamar, è pura energia rock: batteria dritta e un grande suono di chitarra sormontato dalla voce di un cantante ispirato più che mai. Tra le ballad, Love is bigger than anything ha quel che serve per incendiare le arene di tutto il mondo. Potente, evocativa e molto orecchiabile. 

IRONIA & DEMOCRAZIA

Red Flag Day ha un inizio di chitarra che riecheggia i grandi classici degli U2 negli Ottanta, mentre The Showman, canzone che "strapazza" con ironia il ruolo di frontman e di leader da palcoscenico, è un intrigante tuffo negli anni Sessanta. Gran pezzo. Non da meno The Blackout, un brano che avrebbe potuto stare nella tracklist di Achtung Babye che parla di democrazia in un'era senza punti di riferimento, intrisa di populismi e qualunquismi vari. 13 (There is a light) è un pezzo di grande delicatezza che chiude l'album nel segno della speranza e della luce che compare in fondo al tunnel


SUZANNE CORDEIRO/AFP/Getty Images
Gli U2 live nel tour di The Joshua Tree

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Gianni Poglio