marina iran sommergibili
(Irna)
Difesa e Aerospazio

L'Iran minaccia la chiusura dello Stretto di Hormuz ma la sua Marina non potrebbe farlo

Poche navi e per lo più vecchie; unica arma efficace nell'eventuale stop alle petroliere degli emirati sono i mini-sommergibili

A parte lanciare massicci nuovi attacchi con droni e missili, le possibilità dell’Iran di colpire direttamente Israele sono limitate. Il ricorso agli alleati Hezbollah e Houthi resta un’opzione, ma pensando di colpire dal mare se non addirittura di chiudere lo Stretto di Hormuz, la Marina iraniana (Irin) conta ufficialmente sette fregate, cinque corvette e sommergibili vetusti. Si tratta di unità poco aggiornate e non in grado di competere con quelle occidentali, soprattutto in fatto di sistemi elettronici; pertanto, in caso di scontro diretto la flotta verrebbe annientata in breve tempo.

Oltre a incrociare nel Golfo Persico, per garantire sicurezza al commercio, fondamentale per rifornire la Repubblica Islamica sottoposta a misure d’embargo, le forze navali iraniane operano anche nel Mar Caspio, nel Golfo di Oman, nel Mar Arabico e nell’Oceano Indiano. Viene spontaneo pensare che, come la Russia, anche Teheran possa inviare sottomarini nel Mediterraneo, ma bisogna considerare che queste unità sono del tipo tradizionale, spinte da motori diesel-elettrici che ne limitano molto l’autonomia.

La flotta attuale è ciò che resta di quella sviluppata dalla Marina Imperiale iraniana dello Scià, che esisteva prima della rivoluzione del 1979 ed era progettata per dimostrare il potere e il prestigio nazionale. Successivamente, tra il 1992 e il 1996, l'Iran ha commissionato tre sottomarini diesel-elettrici di classe Kilo (ribattezzati Tareq) alla Russia, che fino allo scorso anno erano basate a Bandar Abbas, nello Stretto di Hormuz, dove due sottomarini vengono mantenuti operativi per agire in qualsiasi momento. Queste unità vengono occasionalmente impiegate nell'imboccatura orientale dello Stretto, nel Golfo di Oman e nel Mar Arabico, ma la loro utilità nel Golfo Persico è limitata poiché le imbarcazioni della classe Kilo richiedono una profondità di almeno 50 metri e possono quindi accedere solo a circa un terzo dell’intero Golfo, così come possono fare poco dal punto di vista tattico poiché la salinità dell'acqua e le forti correnti presenti nel Golfo ne limitano ulteriormente l'uso operativo, che per questo viene fatto spesso in acque più profonde come quelle del Golfo di Oman o del Mar Arabico.

Per ovviare a questi limiti, nel 2007 l'Iran ha dispiegato minisottomarini di classe Nahang e Ghadir, che secondo gli analisti occidentali sarebbero stati una ventina, ma che secondo l’intelligence Usa nel 2019 erano soltanto 14 e, tra questi, c’era un solo minisommergibile Nahang. Questi sono pericolosi perché dotati di due tubi di lancio da 533 mm per siluri o missili da crociera antinave Jask-2, ma non possono intraprendere lunghe navigazioni. A partire dagli anni ’90, l’Iran ha lanciato un programma per acquisire o produrre internamente mine e siluri e nel 2005 risultavano attive due linee produttive per siluri a scia da 533 mm e 324 mm con gittate fino a 20 km. Contemporaneamente la Repubblica Islamica voleva sviluppare la possibilità di trasportare e lanciare missili balistici e da crociera da navi di superficie e sommerse, riuscendo nel febbraio 2019 a lanciare con successo un missile da crociera da una delle sue navi di classe Ghadir, che poi sarebbero copie nazionali degli Yono nordcoreani. In quell’occasione, l'Agenzia di stampa Irna diffuse la notizia che la medesima capacità era stata estesa ai sottomarini Tareq e Fateh, appunto classe Kilo, lunghi 74 metri e larghi 10, che possono viaggiare fino a 17 nodi in immersione e stando ai media iraniani sono stati ammodernati nel 2012. Più corti sono i Fateh, sottomarini costieri diesel-elettrici di 48 metri di lunghezza con velocità massima stimata tra 14 e 23 nodi e lo stesso armamento.

Il minisottomarino di classe Nahang è stato costruito internamente, non ha tubi lanciasiluri ma potrebbe trasportare mine o siluri all'esterno. La sua missione principale è probabilmente il trasporto di forze per operazioni speciali. Ma le operazioni di questo tipo devono essere costruite nei dettagli e pianificate nel tempo; perciò è essenziale il lavoro d’intelligence per prevenire sorprese e contrastarli mentre vengono dislocati prima di eventuali missioni.

TUTTE LE NEWS DI DIFESA

I più letti

avatar-icon

Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

Read More