Zaza finalmente alla Juventus: "Pronto a dimostrare di essere all'altezza"
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Zaza finalmente alla Juventus: "Pronto a dimostrare di essere all'altezza"

L'ex Sassuolo è il primo giocatore lucano nella storia bianconera. Indosserà la maglia numero 7 come Di Livio, Pessotto e Pepe

Dopo la presentazione di Mario Mandzukic alla Juventus (clicca qui per approfondire) oggi è il giorno di Simone Zaza, arrivato in bianconero dopo due anni al Sassuolo con 20 gol in serie A e anche la prima rete in maglia azzurra. L'attaccante lucano, primo nella storia della Juventus, ha scelto la maglia numero 7 che fu di Di livio, Pessotto, Salihamidzic e negli ultimi quattro anni di Simone Pepe. Ecco i passaggi più interessanti della sua conferenza stampa allo Juventus Stadium: 

I primi giorni: 

"Mi sono trovato subito bene qui alla Juventus, sono cinque giorni che ho iniziato a lavorare per trovarmi pronto per lunedì prossimo quando inizierà il ritiro. La cosa che mi ha colpito di più è stata l'organizzazione, il centro di allenamento e tutto il resto". 

Il salto: 

"E' un salto che ho sempre desiderato e alla fine penso che ogni calciatore aspiri sempre ad arrivare in una grande squadra: adesso devo essere bravo a confermarmi".

Primo lucano nella storia: 

"La nostra regione non è molto conosciuta, perciò sono molto orgoglioso: da sempre sono molto legato alla mia terra".

Su Mandzukic: 

"Posso solo dire che non lo conosco bene perchè stamattina mi sono allenato con lui per la prima volta. Però ho visto tante sue partite ed è davvero un bomber d'area di rigore. Non so se giocheremo bene insieme oppure no, io spero di sì."

Sul modulo di Allegri: 

"Per dua anni al Sassuolo ho giocato in un tridente però poi da settembre dello scorso anno ho iniziato a giocare anche a due punte in Nazionale. Non so per me quale sarebbe meglio, l'importante è giocare!"

Il numero 7: 

"L'ho scelto perché è lo stesso numero che indosso in nazionale. Non ho mai avuto particolari idoli ma se devo dire il mio calciatore preferito rispondo Marco Van Basten"

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Matteo Politanò