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Valerio Pennicino/Getty Images Sport
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Serie A 2015-2016: le pagelle del campionato

Dalla Juventus dominatrice alle bocciature per Milan e Samp: ecco i voti alle venti squadre

Una maratona lunga dieci mesi, dalla fine di agosto a metà maggio. Trecentottanta partite che hanno laureato la Juventus campione d'Italia per la quinta volta consecutiva, promosso il Napoli in Champions League e mandato la Roma ai preliminari. Poi la corsa di Inter e Fiorentina, gli stenti del Milan e la corsa per la salvezza.

E' stato un torneo più equilibrato e appassionante rispetto al passato, anche se alla fine hanno vinto i soliti e con un punteggio (91) che colloca questa stagione alle spalle solo di quella record dei 102 punti di Conte. In mezzo i 97 post-Calciopoli di Mancini con l'Inter. Le pagelle del campionato non sono, dunque, la fotografia esatta della classifica. Ecco promossi e bocciati:

Juventus: voto 9,5

La perfezione non c'è, perchè non si possono cancellare gli stenti dell'avvio di stagione: quattro sconfitte sembravano aver pregiudicato la corsa allo scudetto. Poi è partita la rincorsa da record e la Vecchia Signora ha alzato man mano la propria asticella. 

I 79 punti (su 84 disponibili) da ottobre in poi rappresentano un ritmo difficilmente replicabile in futuro. La sensazione è che il dominio diventerà presto tirannia. Nel voto ci sono gli applausi per la stagione di Allegri, Buffon, Bonucci, Pogba e Dybala: sono loro i volti simbolo della cavalcata.

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Napoli: voto 9

La stagione dei partenopei è da incorniciare. Manca lo scudetto, ma non è colpa di Sarri che pure dovrà riflettere su come ha gestito il periodo decisivo del campionato e dovrà chiedere conto a De Laurentiis del mercato avaro di gennaio. Il Napoli ha fatto 19 punti in più dell'anno scorso, ha rivitalizzato Higuain, Jorginho, Insigne e Koulibaly e ha divertito la gente del San Paolo. Più di così difficile da chiedere.

Ora la sfida si sposta alla dimensione europea di un club che deve, però, avere il coraggio di provare a crescere. L'esperienza di Siviglia e Atletico Madrid conferma che anche partendo dai livelli economici di oggi si può sognare di andare lontano. De Laurentiis raccolga la sfida, cominciando col confermare Higuain e dare certezze a Sarri che le merita essendo l'artefice di questa annata da ricordare.

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Roma: voto 7

E' la media tra l'8,5 che merita la parte finale con Spalletti e il 5,5 che si prendono Pallotta e Sabatini per aver tardato il cambio in panchina. Cosa avrebbe potuto fare la Roma liberata dalla zavorra del francese (che resta un ottimi tecnico, ma aveva rotto con l'ambiente ed era delegittimato)? Un dato per riflettere: nelle 19 giornate con Spalletti sono arrivati 46 punti: un girone a ritmo da scudetto.

La vicenda Totti non è stata gestita alla perfezione né da Spalletti e nemmeno dalla società. L'augurio è che il prossimo anno ci sia la massima chiarezza e si evitino autogol. Interessante la svolta tattica delle ultime settimane, meno la confusione su chi gestirà il prossimo mercato. Attenzione ai paletti del fair play finanziario a al rischio di disfare una tela già ben costruita.

Inter: voto 6,5

Non deve sorprendere il giudizio positivo, anche se è mancato l'ingresso in Champions League. Bisogna ricordare da dove partiva l'Inter (ottavo posto e 55 punti) per giudicare un campionato in cui i nerazzurri hanno riassaporato il gusto della vetta della classifica e si sono anche illusi di potersela giocare per lo scudetto. E' stato un errore che forse ha condizionato anche l'ambiente nel momento delle difficoltà.

In una situazione nornale si parlerebbe di processo di crescita che deve essere completato. I problemi finanziari del club, però, minacciano di riportare indietro la lancetta del tempo costringendo a qualche sacrificio doloroso. E poi il futuro di Mancini: che fa? Va o resta? E Thohir? Tante incognite. Sul giudizio pesa (mezzo punto in meno) la difficoltà di dare alla squadra un gioco continuo e di livello estetico sufficiente.

Fiorentina: voto 6,5

Paulo Sousa aveva illuso tutti con un girone d'andata da sogno. Poi la Fiorentina è implosa su se stessa e sui propri limiti, a partire da una rosa non adeguata per restare a lungo in corsa sia per lo scudetto che per l'Europa League. Il 2016 è stato disastroso, inutile cercare perifrasi per giudicare una caduta libera lunga cinque mesi. Alla fine la qualificazione in Europa League restituisce i viola alla loro dimensione, ma la sensazione che resta in bocca è amara...

Sassuolo: voto 8

Per favore non parliamo di favola della provincia italiana, perché il Sassuolo ha alle spalle una realtà imprenditoriale e un progetto che valgono molto più di questo. Di Francesco non è il Ranieri della serie A e il Sassuolo non è il Leicester italiano, ma detto questo il voto è altissimo. La qualificazione (se confermata) al preliminare di Europa League è storica e premia la programmazione della società e le idee di un tecnico che meriterebbe il salto di qualità. Eusebio, però, ha scelto di restare al Sassuolo...

Milan: voto 3,5

Un disastro con l'aggravante che in estate sono stati gettati sul mercato oltre 90 milioni di euro. Mihajlovic ha deluso le aspettative e con la sua media punti il Milan sarebbe comunque rimasto dietro al Sassuolo. Il cambio in panchina imposto da Berlusconi si è rivelato un boomerang che ha bruciato Brocchi, spaccato lo spogliatoio, deluso i tifosi e peggiorato - se possibile - il rendimento della squadra.

C'è pochissimo da salvare: Donnarumma, la prima di Romagnoli in rossonero e, forse, i gol di Bacca che però potrebbe finire sul mercato. Balotelli? Un fantasma al di là dei problemi fisici e il solo fatto che il club stia pensando di confermarlo testimonia la confusione. Dopo un anno si torna a parlare di cessione della società: i tifosi aspettano e sperano di non dover vivere altri mesi così.

Lazio: voto 5

Il terzo posto dell'anno scorso era un risultato superiore alle attese. Dunque il termine di paragone non può essere quello, ma a Pioli (e Inzaghi) era stata consegnata una rosa che avrebbe dovuto garantire una stagione ben più serena. E' vero che giocare nel deserto dell'Olimpico è penalizzante e alla lunga costa dei punti, però troppo a lungo c'è stata assenza di risultati e qualità in campo.

Ora Lotito sta per avviare una rivoluzione, dopo un mercato in cui aveva tenuto duro respingendo le offerte per i giocatori migliori. Inzaghi merita di restare? I risultati dicono di sì, la realtà racconta qualcosa di diverso. Servono stimoli nuovi e obiettivi adeguati e servirebbe una tregua da parte del pubblico che al momento non si vede all'orizzonte.

Chievo: voto 7

Salvezza raggiunta con un anticipo quasi record. Squadra sempre in sicurezza e mai in affanno mentre alle spalle le altre affondavano. Può non essere spettacolare, ma Maran si è segnalato come uno dei tecnici emergenti della serie A. E Campedelli si è anche preso il lusso di vendere il totem Paloschi a metà della stagione...

Genoa: voto 5,5

La salvezza è un traguardo importante, ma è impossibile dare la sufficienza a una stagione in cui a lungo la squadra di Gasperini è rimasta pericolosamente incollata alla zona calda della classifica. Lo scatto finale ha rimesso le cose a posto mettendo in luce anche alcuni uomini che faranno parlare di sè, da Pavoletti in giù.

Anche il Genoa, però, è destinato a un'estate di transizione che porterà via il Gasp, una certezza, e aprirà al futuro. La domanda è: quanti giocatori venderà Preziosi per tenere in equilibrio i conti? Quanto scommetterà sulla crescita del gruppo?

Torino: voto 5

Il risultato finale non è male ed è in linea con il progetto iniziato la scorsa estate da Cairo: un Toro giovane, italiano e con ampi margini di crescita. Comprensibile e fisiologica, dunque, anche qualche sbandata ma per troppe settimane i granata hanno reso al di sotto delle aspettative. Ha deluso il gioco di Ventura, incapace di rinnovarsi e scaricato anche da parte del pubblico oltre che dall'ambiente intorno a squadra e società.

Le chiamate di Conte prima dell'Europeo certificano che l'idea di partenza è buona e va coltivata, magari autofinanziando il mercato con una cessione importante. 

Empoli: voto 7

La frenata brusca dell'ultima parte della stagione non deve ingannare. L'Empoli ha vinto 9 partite nel solo girone d'andata, mettendosi al sicuro a trascorrendo buona parte del campionato nella parte sinistra della classifica. Poi il ritmo è sceso, un po 'per stanchezza e molto per mancanza di stimoli. Il giudizio, però, rimane più che positivo.

Giampaolo è uno dei tecnici più in vista della serie A e andrà via. Il presidente Corsi monetizzerà molti dei gioielli sul mercato per poi aprire un nuovo corso. L'incognita è questa: saprà tenere insieme le esigenze di programmazione finanziaria e quelle sportive?

Atalanta: voto 6

Quanta sofferenza prima di poter festeggiare una salvezza che pareva blindata in inverno e, invece, è tornata in forse in primavera. Per Reja e per la squadra c'è l'attenuante di aver visto andare via a gennaio pezzi importanti del gruppo come Denis e Moralez, ma anche la sensazione di essere arrivati alla fine di un ciclo e che si debba progettare da nuove basi.

Bologna: voto 6

Stagione divisa in tre tronconi. Da 4 l'avvio di Delio Rossi che ha fatto dubitare tifosi e critica. Da 8 pieno la volata di Donadoni, che ha messo in mostra per tre mesi uno dei migliori calcio del campionato risalendo rapidamente la classifica e facendo gridare al miracolo. Poi c'è stata la frenata nel finale (troppo lunga) che ha un po' sporcato statistiche e impressione. Il Bologna, però, è una delle realtà più solide del campionato e ripartirà per fare il salto di qualità dopo l'estate.

Sampdoria: voto 4

La salvezza e basta, Per il resto la stagione blucerchiata è stato un mezzo disastro, cominciando dal suicidio nel preliminare di Europa League a luglio e proseguendo con l'esonero di Zenga quando la squadra aveva una sua fisionomia e stava andando a un'andatura accettabile: 16 punti in 12 giornate.

Montella ha deluso e non poco. Per dare un senso numerico alla sua prestazione, alla media di 0,98 a partita la Samp in tutto il campionato avrebbe messo insieme la miseria di 35 punti e sarebbe retrocessa. Ferrero deve ringraziare Zenga e fare tesoro degli errori.

Udinese: voto 5

Già la scelta dei Pozzo di esonerare Colantuono richiamando a Udine De Canio, insolita per le tradizioni friulane, dice molto delle difficoltà della stagione. Troppo a lungo i bianconeri sono rimasti invischiati nelle zone basse della classifica, senza gioco e senza punti di riferimento in campo; Di Natale ha pagato tutto in un colpo il conto con l'età e l'addio a fine anno è stato fisiologico.

Palermo: voto 4

Alla fine si salva il Palermo di Ballardini. Ma anche di Iachini, Novellino, Viviani, Bosi, Schelotto, Tedesco... Una staffetta che ha tenuto i siciliani nel paradiso della serie A, ma che non può assolvere la sciagurata conduzione di Zamparini. Impossibile vivere un campionato così, tra alti (pochissimi) e bassi (troppi) che hanno messo a rischio la permanenza di una squadra in realtà solida a sufficienza per salvarsi. Unico alibi: per evitare di retrocedere sono serviti 39 punti, la seconda quota più alta degli ultimi 12 anni.

Carpi: voto 6

Un applauso malgrado la retrocessione. Ha lottato fino al 90' dell'ultima giornata e si arresa con dignità e orgoglio, mostrando a tratti anche un buon calcio. Col senno di poi è stato decisivo (in negativo) il breve regno di Sannino che non ha mai avuto in mano la squadra e che ha fatto 4 punti in 5 giornate. E poi non hanno pagato le scelte iniziali, poi corrette in corsa. Però bisogna anche ricordare da dove erano partiti Castori e i suoi, distrutti dalla Sampdoria nel giorno del debutto in A. Il prosieguo è stato decisamente meglio e se Mbakogu non avesse imitato Beccalossi dal dischetto...

Frosinone: voto 5,5

Gli applausi della gente del Matusa nel giorno della retrocessione sono il giusto premio per una squadra che ha fatto di tutto per andare oltre i propri limiti. Che erano e sono troppi per stare con i grandi. Però il crollo è avvenuto nel momento della verità e i ciociari hanno avuto la chance di giocarsi la permanenza davanti al pubblico amico: già questo è un successo.

Verona: voto 3

Passare dal 13° all'ultimo posto in un anno, retrocedere di fatto a metà stagione (anche se il finale è stato dignitoso e ha fatto sperare nel miracolo) e deludere un pubblico che merita di più: tutti obiettivi - negativi - raggiunti in un'annata da dimenticare. Da mesi il club sta programmando la B e il ritorno veloce tra i pesi massimi del calcio italiano: scelta saggia. Però alcuni nodi verranno al pettine, come il maxi contratto garantito a Pazzini che non è stato un fattore positivo e oggi pesa anche sui conti.

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Giovanni Capuano