Cori contro Scirea e Pessotto: niente squalifica per la Fiesole. Perché?
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Cori contro Scirea e Pessotto: niente squalifica per la Fiesole. Perché?

Il Giudice sportivo sanziona con una multa le urla (di pochi) nella semifinale di Coppa Italia. Il silenzio dei Della Valle e il rischio dei due pesi

Niente squalifica. Niente curva chiusa. Il Giudice sportivo Tosel ha sanzionato con una multa di 15.000 euro la Fiorentina per quanto accaduto nel corso della gara di ritorno delle semifinali di Coppa Italia contro la Juventus. Allora i giornali avevano raccontato di cori offensivi della memoria di Scirea e insultanti nei confronti di Pessotto e delle vittime della strage dell'Heysel. Urla sentite dagli ispettori della Figc e riportate nel rapporto a fine gara. Niente chiusura del settore, però, avendo Tosel definito il coro effettuato da "un numero esiguo di sostenitori (circa una cinquantina)" e, soprattutto, "scarsamente percepito in altri settori dello stadio". La Fiorentima, però, si è salvata anche perché il Giudice sportivo le ha ricnosciuto le attenuanti per aver messo in opera tutte le attività di prevezione di comportamenti offensivi o discriminatori e di aver collaborato poi per l'identificazione dei responsabili.

Perché la Fiorentina si è salvata nonostante le denunce sui giornali?

La differenza, dunque, rispetto alla Roma di Pallotta sta qui. Ecco, comunque, il dispositivo con cui la Fiorentina è stata multata per 15.000 euro: "Ammenda di € 15.000,00 : alla Soc. FIORENTINA per avere un esiguo gruppo di suoi sostenitori (circa una cinquantina, collocati nel settore dello stadio denominato "Curva Fiesole"), al 34° del primo tempo ed al 26° del secondo tempo, intonato un coro, scarsamente percepito in altri settori dello stadio, insultante la memoria di un defunto calciatore bianco-nero ed ingiurioso nei confronti di un dirigente della squadra avversaria; sanzione attenuata ex art. 13, n. 1, lettere a) e b) CGS. Ammenda di € 10.000,00". Agli ispettori della Figc sono sfuggiti, infine, i cori sull'Heysel non riportati nel rapporto post gara.

Il silenzio dei Della Valle e di Firenze

Che fossero pochi idioti è un dato acclarato ed era chiaro sin dal momento della denuncia sui giornali. Altrettanto sicuro, però, è che quanto accaduto al Franchi rappresenti una triste conferma di un clima che accompagna sempre le sfide tra Fiorentina e Juventus. Impossibile, insomma, far finta di niente e, invece, da Firenze non è arrivata alcuna presa di posizione e non c'è stata nessuna dichiarazione di condanna o dissociazione. Un brutto andazzo che merita di essere sottolineato nella settimana in cui Pallotta e la Roma sono stati aspramente criticati per non aver preso con decisione di petto la situazione. Il club giallorosso per 36 lunghe ore non si era espresso sulla vicenda degli striscioni e poi lo ha fatto con un comunicato tiepido prima della squalifica e dell'uscita di Pallotta furioso ("Colpa di pochi fottuti idioti che penalizzato tutti. Sono stufo"). I fratelli Della Valle si sono comportati allo stesso modo e il silenzio che circonda a Firenze questi episodi è assordante.

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Perché la Roma squalificata e la Fiorentina no?

In generale, però, bisogna dire che la squalifica della Curva Sud dell'Olimpico è stata il prodotto di un'interpretazione rigida ed estensiva delle norme federali. Come già spiegato (vedi l'articolo sotto), la Roma ha pagato non solo gli striscioni contro la madre di Ciro Esposito, ma anche i soliti cori discriminatori nei confronti dei napoletani per i quali era plurirecidivia. E poi il giudice Tosel ha negato le attenuanti che di solito tramutano le chiusure in sanzioni pecunarie: niente comunicazione preventiva delle misure anti-discriminazione, nessun intervento per favorire la rimozione degli striscioni in tempo reale, niente dissociazione del resto del pubblico e mancata collaborazione con le forze dell'ordine. Una tesi che la società di Pallotta respinge, ma che è alla base della decisione di sigillare per un turno la Curva Sud. A Firenze tutte queste circostante non concorrevano e, dunque, si è arrivati a una sanzione differente.

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Il 29 maggio saranno trent'anni dalla strage dell'Heysel: ecco cosa si può fare

Siamo alla vigilia di una scadenza importante: i trent'anni dai fatti dell'Heysel. L'Associazione familiari delle vittime ha lanciato un appello al presidente della Figc, Carlo Tavecchio, chiedendo di fare un gesto simbolico di grande effetto: ritirare la maglia numero 39 della nazionale in ricordo del 29 maggio 1989. Sarebbe un passo forte che segnerebbe un'importante presa di posizione da parte del numero uno del calcio italiano e che arriverebbe anche nel pieno di un dibattito sul tema violenza, come dimostra quanto sta accadendo a Roma tra Pallotta e i suoi ultras. Un'occasione da non perdere.

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Giovanni Capuano