Milano - Siena: Finale di intrecci e rivincite
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Milano - Siena: Finale di intrecci e rivincite

La serie scudetto al via, che vede l'Olimpia favorita e la Mens Sana comunque all’epilogo di un’era, è all'insegna di tante storie che si intersecano

Fosse stata un film, in tanti avrebbero probabilmente criticato lo sceneggiatore per averla infarcita all’eccesso di intrecci, rivincite e rivalse, con la sovraggiunta di una delle due squadre chiamata alla sua ultima Finale di serie A prima di scomparire nelle fauci del basket minore. Davvero troppo per una storia di sport. Eppure ancora una volta la realtà supera la più fervida fantasia hollywoodiana e quella che inizia alle 18.30 di domenica 15 giugno al Forum di Assago tra EA7 Milano e Montepaschi Siena per assegnare il titolo 2014 è davvero una serie playoff che racchiude tutti gli ingredienti cinematografici di cui sopra, incluso il destino di una Mens Sana condannata il prossimo 4 luglio al fallimento e al Campionato DNB (quarto livello della nostra pallacanestro) nella prossima stagione.

Gli intrecci partono dalla panchina, con coach Luca Banchi che - dopo aver portato Siena nel 2013 al suo settimo scudetto consecutivo raccogliendo l’eredità dell’amico Simone Pianigiani - proverà ora a far tornare l’Olimpia campione d’Italia dopo 18 lunghissimi e prima di Armani anche assai tormentati anni. E per riuscirci il coach livornese (già entrato negli annali come il terzo della storia a giocare due finali consecutive con due squadre diverse, affiancando niente meno che Dan Peterson e Charlie Recalcati) potrà contare su una pattuglia di giocatori che giusto un anno fa esultavano a loro volta con la maglia di Siena. Nell’ordine di tesseramento: l’uomo-playoff David Moss, utilizzato difensivamente nell’EA7 da Banchi proprio come in Toscana, ovvero tanto per oscurare il campo al play avversario quanto per francobollarsi al tiratore più pericoloso (vedi la marcatura su Drake Diener nella serie contro Sassari), estraendo al contempo dal cilindro triple letali con un gioco che lo libera sistematicamente nell’angolo; lo specialista Kristjan Kangur, sempre pronto a entrare per dar man forte sotto i tabelloni e colpire da oltre la linea dei 6 metri e 75; il regista e trascinatore - insieme con capitan Alessandro Gentile - Daniel Hackett, passato tra le lacrime da Siena a Milano giusto prima di Natale, ultimo regalo di Giorgio Armani a un già profondissimo ma allora ancora poco rodato roster.

Proprio il passaggio di Hackett decretò la necessità per Banchi di scegliere tra Curtis Jerrells e MarQuez Haynes per liberare un posto in cabina di regia: fu scelto il primo e il secondo, che al Forum aveva raccolto solo fischi, passò a Siena per… diventare gradualmente il leader dei bianconverdi ed esplodere definitivamente nei playoff prima contro Reggio Emilia e quindi contro Roma (“ventello” a referto in 5 gare su dieci, con due “high” da 29 punti). Se cercate qualcuno che abbia un desiderio di rivalsa contro Milano, l’avete quindi trovato. Mentre sarà un altro sentimento a muovere Tomas Ress, onestissima bandiera di una Monte Paschi la cui immagine vincente sul parquet è stata non poco intorbidita dalle note vicende giudiziarie all’insegna di doping finanziario e fondi distolti: se cercate qualcuno che giocherà soprattutto per l’onore, lo trovate invece nel capitano senese.

La voglia di rivincita è invece tutta di Milano: dal 2009 a oggi l’Olimpia ha affrontato in finale Siena per ben tre volte, uscendo con un bilancio di una sola vittoria e 12 sconfitte: nel 2009 e 2010 la serie finì infatti per 4-0, mentre il punto della bandiera venne realizzato nel 4-1 del 2012. Quella attuale, come hanno peraltro dichiarato di attendersi tanto coach Banchi quanto lo sfidante Marco Crespi (che, sempre a proposito di intrecci, vanta in passato ben 16 anni da allenatore nel club milanese), sarà però con ogni probabilità una serie più lunga. E di sicuro meno scontata delle precedenti: perché se l’EA7 è la favorita da ancora prima che si sollevasse la prima palla a due della stagione, la Monte Paschi ha dimostrato di avere nei panni dell’outsider la stessa solidità (specie difensiva) di quando dominava il torneo. E anche i duelli individuali non sono così scontati: tanto dal perimetro (dove i tiratori si sprecano da ambo le parti) quanto sotto canestro, dove Samardo Samuels - fattore decisivo contro Sassari - troverà la fisicità di Othello Hunter e il giovane talento Nicolò Melli dovrà vedersela con l’esperienza del già citato Thomas Ress. Per quanto prevedibile, il finale della Finale non è insomma stato ancora scritto. Con l’immancabile cabala che aggiunge un altro dettaglio alla trama: chi ha vinto la prima partita della serie negli ultimi 13 anni, ha poi sempre vinto lo scudetto.

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Paolo Corio