Tacchinardi: “Juve, tripletta ancora possibile”
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Tacchinardi: “Juve, tripletta ancora possibile”

Conte rischia di fare come Lippi, che dopo due scudetti consecutivi non riuscì più a stimolare la squadra? L'ex centrocampista bianconero dice di no, ma...

Due scudetti di fila in bianconero nelle stagioni 1996-97 e 1997-98 e un altro bis poco dopo, nel 2001-02 e 2002-03. Alessio Tacchinardi, centrocampista dai piedi buoni e con una determinazione fuori dall'ordinario, è stato uno degli uomini di riferimento della corazzata costruita da Marcello Lippi per vincere e convincere in Italia e in Europa. Per due volte due, il Marcello nazionale, campione del mondo alla guida della truppa azzurra nel 2006, ha provato a fare centro il terzo anno consecutivo, ma il tentativo è andato a vuoto, tra la delusione dell'ambiente juventino e la gioia dei tifosi avversari. Ieri, la Juve di Antonio Conte è crollata sotto i colpi di una Fiorentina ferita eppure capace di risalire dallo 0-2 al 4-2 in una manciata di minuti. E mentre la Roma avanza a punteggio pieno, il terzo scudetto bianconero si fa un po' più distante. Conte come Lippi? Per Tacchinardi, tutto è ancora possibile, ma guai a inventare alibi.

Secondo alcuni, il metodo Conte è molto simile al metodo Lippi. I giocatori vengono chiamati a dare sempre il massimo e pure di più, fino allo sfinimento. Che coincide spesso con battute d'arresto come quella di ieri a Firenze.

“Io penso che sia umano e fisiologico assistere a un calo di forma in una squadra allenata da allenatori straesigenti come Lippi, Mourinho e lo stesso Conte. Sono tecnici che non vogliono mollare un centimetro, è normale che i giocatori facciano fatica a rendere sempre al massimo, non sono robot. Io l'ho vissuto, so cosa succede. Non è mai facile giocare ad altissimi livelli per due o tre anni di fila. E' molto dispendioso, sotto il profilo delle energie mentali e psicologiche. Conosco bene Antonio (ndr, Conte), è come Lippi e come me quando alleno. Chiede tantissimo. Il calo ci sta. Il problema è un altro. A mio parere, Antonio ha fatto anche più di quello che poteva fare con questo gruppo di giocatori. C'è solo da fargli i complimenti. Ha trasformato una discreta squadra in un'ottima squadra”.

La Juve di Lippi ci ha provato due volte a vincere tre scudetti consecutivi, ma alla prova del nove le cose non sono andate per il verso giusto. Vede delle analogie con la Juve di Conte?

“Difficile fare un bilancio definitivo oggi, lo si capirà nel tempo. Ieri la Juve ha avuto in mano la partita fino al 70', non possiamo dimenticarlo. Io non sono convinto che la squadra abbia perso la cattiveria e la fame, penso ancora che possa riuscire a vincere lo scudetto. Detto questo, Antonio a fine gara ha detto una cosa sacrosanta: 'vincere non è mai facile per nessuno, non basta schioccare le dita per raggiungere i risultati desiderati'. Ormai è scontato che la Juve debba vincere a Firenze 5-0. Confermo che il terzo anno è veramente difficile confermarsi ad alti livelli, perché devi fare ancora più sacrifici, ma credo che questa Juve ce la possa fare. Non mi pare che abbiano ancora mollato”.

A fine gara, Barzagli ha detto: “E' un momento in cui a ogni tiro prendiamo gol”. Cosa è cambiato rispetto alla scorsa stagione? La Juve di Conte ha fatto della solidità difensiva una delle sue ragioni d'orgoglio.

“Credo che la dichiarazione di Barzagli sia sbagliatissima. Joaquin era da solo davanti a Buffon, non è stato un gol casuale e fortunato. Se i giocatori della Juve dovessero cominciare a ragionare in questi termini, allora sì che inizierei a preoccuparmi. Perché due anni fa Barzagli non avrebbe mai detto una cosa simile. Cercare l'alibi non aiuta, anzi. Bisogna prendersi le responsabilità e ripartire. Lavorare e dare sempre il massimo. Se poi il massimo non basterà, pazienza. Ma io credo che questa squadra abbia ancora la forza di rialzarsi. Ripeto, senza alibi. Una squadra vincente non si aggrappa a queste cose”.

Quali sono i giocatori che la stanno deludendo e quali invece quelli che finora l'hanno sorpresa per continuità e sostanza?

“In positivo, sicuramente Tevez e Pogba, sono due giocatori che mi piacciono tantissimo. In negativo, onestamente, nessuno. E mi piange il cuore sentire tutte queste critiche su Buffon. E' vero che i giocatori vanno giudicati dall'ultima partita, ed è vero che Buffon a volte dà la sensazione di non essere il giocatore di qualche anno fa, ma è irrispettoso dargli contro in questo modo. Credo che non abbia deluso nessuno. Farà ancora una grandissima stagione. Non si può criticare con questa violenza un portiere che ha dato l'anima e la vita a questa squadra. I tifosi dovrebbero tenerne conto prima di dire certe cose”.

Mercoledì i bianconeri sono attesi a Madrid per una gara che vale tantissimo. Sarà un'altra Juve?

“Sicuramente, sì. Sarà una Juve ancora più affamata e più cattiva, ma la sensazione è che le grandi squadre come il Real possano giocare come hanno giocato ieri i bianconeri e poi in tre minuti riescano a chiudere la partita con un colpo di quei 6-7 giocatori che possono fare gol in qualsiasi momento. La Juve è già al massimo, ma manca un po' di qualità. Speriamo che facciano qualcosa a gennaio, perché onestamente potrebbe fare meglio. E in Europa si soffre”.

Consigli per gli acquisti?

“Mi piacerebbe vedere giocatori più offensivi in questa squadra. Gli esterni oggi fanno fatica a fare la doppia fase. Alla Juve servirebbe un uomo capace di fare la differenza e saltare l'uomo, un giocatore alla Cuadrado per intendersi. Altrimenti, la squadra di Conte rischia di diventare piatta e prevedibile. Non può fare tutto Tevez”.

A proposito dell'attaccante argentino. Chi è il suo miglior partner in attacco?

“Tra quelli oggi disponibili, dico Vucinic tutta la vita. Ha fantasia e si intende molto bene con Tevez. Llorente? A mio parere, non è il giocatore giusto per le idee di Conte. Credo che lui avrebbe più bisogno di un giocatore tecnico, veloce, che raccolga la squadra e faccia la differenza in avanti. Ecco, Vucinic, oppure Giovinco. Questa è la mia”.

@dario_pelizzari

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Dario Pelizzari