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(Ansa)
Scienza

Caso brevetti biotech: la replica di Ctsv

«Rispettiamo le determinazioni della magistratura, ma affronteremo il processo con assoluta serenità, ben consci dell’estraneità del Sig. Roggero rispetto ai fatti contestati».

Sulla vicenda della presunta violazione di brevetti industriali in ambito biotech, già raccontata da Panorama, interviene con una nota la società Ctsv per chiarire la propria posizione sia in relazione all'inchiesta penale, che ha visto il gip decidere per una imputazione coatta, sia riguardo al giudizio civile.

«Nel giudizio civile azionato da Hbw srl, al fine di chiedere la descrizione ed il conseguente sequestro dei prodotti denominati Medicons, asserendo trattarsi di prodotti contraffatti e comunque in violazione delle privative brevettuali di competenza di Hbw, il giudice ha emesso ordinanza di rigetto totale, affermando che il prodotto Medicons-P», commercializzato dalla società Ctsv, «non costituisce contraffazione del brevetto di Hbw», dando così pieno «conforto all’esito di una superperizia tecnica licenziata allo scopo», spiegano dall'azienda. «Il provvedimento è divenuto definitivo in quanto Hbw non lo ha impugnato».

«Tale evidenza processuale – afferma l'amministratore di Ctsv, Armando Roggero - conferisce altresì piena legalità e libera commercializzazione al kit denominato “Medigraft” - che contiene il dispositivo Medicons-P - già regolarmente certificato come dispositivo medico. La nostra società Ctsv srl, ha inoltre conferito incarico di tutela legale per perseguire qualsiasi tentativo di intimidazione finalizzato ad ostacolare la libera commercializzazione del kit Medigraft».

Il manager aggiunge, inoltre, che «Medicons è stato inventato da mio padre negli anni 90 e già da noi brevettato, ed è stato fornito al dottor Graziano per le sue ricerche e che i segreti di produzione industriale del dispositivo sono del tutto riferibili in via esclusiva alla sola Ctsv».

Passando all'ambito penalistico, la società spiega che «il pubblico ministero titolare del procedimento, dott. Alessandro Aghemo, esperite approfondite indagini, aveva chiesto l’archiviazione del procedimento sostenendo che la produzione di Ctsv non aveva violato alcun titolo di privativa industriale e che, al contempo, la regolamentazione dei rapporti intercorsi tra le parti ha di fatto ristretto il novero dei segreti industriali suscettibili di essere protetti penalmente, escludendo in ogni caso l’elemento soggettivo del dolo rispetto alle condotte di “rivelazione” e “utilizzo”». Il gip, Francesca Roseti, non «accogliendo l’archiviazione ha sostenuto che in una materia così complessa sia comunque opportuno svolgere un processo per verificare, nel dettaglio, ogni singolo aspetto, anche tecnico della vicenda, e cristallizzare – solo - in quella sede le prove. E così faremo».

Infine, Roggero conclude che «la nostra società ha comunque depositato in Procura atti penali finalizzati ad approfondire se le diverse condotte poste in essere da Hbw siano configurabili come illecite».

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