La città delle perfezioni possibili
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Panorama D'Italia

La città delle perfezioni possibili

Vittorio Sgarbi ci porta nella chiesa di santa Corona. Dove allestì la sua prima grande mostra. Dedicata alla scuola del Palladio

Durante la tappa di Vicenza di Panorama d'Italia, lo storico dell'arte Vittorio Sgarbi porterà il pubblico a conoscere le bellezze della chiesa di Santa Corona. Qui un assaggio di cosa spiegherà.

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Delle formule di rito, nessuna corrisponde di più a Vicenza di "città d’autore". Infatti, se si eccettuano alcuni edifici tardogotici, come Palazzo Da Schio e la magnifica casa del Pigafetta, e di primo Rinascimento, come la bella serie di edifici di Lorenzo da Bologna, fra i quali Palazzo Thiene, con la facciata dipinta, tutta la nobile città, fra Cinquecento e Settecento, reca l’impronta di Andrea Palladio, forse il più grande, e certamente il più celebre, architetto del Cinquecento italiano.

La sua visione segnerà il gusto dell’architettura in Inghilterra, soprattutto, in Russia, e in America. Palazzi e ville del Palladio, oltreché nella realtà, esistono compiutamente disegnati, in una complessità e integrità che spesso non corrispondono all’esecuzione reale, nel terzo dei Quattro libri di architettura. Il testo, con le descrizioni e le xilografie dei progetti, sarà diffuso in ogni parte del mondo, mostrando un campionario di modelli che saranno fortunati. Da Vicenza, la coerente sequenza di aristocratici palazzi nelle vie principali traduce in reale la città ideale che ha il suo paradigma ancora nel Quattrocento nella celebre tavola di Urbino. Palladio costruisce ciò che Fra Carnevale aveva dipinto. Al centro della città, nella Piazza dei Signori, c’è la sua architettura più celebre, e forse la meglio costruita del primo Rinascimento: la Basilica.

L’idea è semplice: una serie di logge con il motivo della serliana riveste la irregolare e asimmetrica struttura gotica del primitivo Palazzo della Ragione. I blocchi, perfettamente tagliati, di pietra d’Istria, rendono la Basilica, recentemente restaurata, un gioiello. E, in effetti, nelle sue architetture, Palladio ha la maniacale precisione di un orefice. Insieme alla Basilica, appare compiuta e perfetta anche la nobilissima architettura civile: Palazzo Chiericati. Nella realtà è perfettamente corrispondente al progetto con il colonnato e le aeree logge, un vuoto-pieno che sarà esempio di infinite architetture successive. Oggi Palazzo Chiericati è la sede del Museo Civico, con i più importanti dipinti di scuola veneta e vicentina, da Bartolomeo Montagna a Paolo Veronese, a Tintoretto, a Sebastiano Ricci, a Tiepolo. Letteralmente dall’altra parte della strada, vi è un altro edificio memorabile, che rinnova i fasti del mondo antico: il Teatro Olimpico, grandiosa reinvenzione di spazi antichi di cui non restano che rovine. A Vicenza, ancora oggi, la tragedia greca ha il suo ruolo naturale.

E, ancora, Palazzo Thiene, con l’introduzione di motivi manieristici desunti da Giulio Romano a Mantova. E poi Palazzo Porto e il grandioso Palazzo Barbaran Da Porto. Nessuna città può vantare tante straordinarie architetture e, immediatamente fuori le mura, come un disco volante calato sulla collina, l’edificio più importante e di forme perfette dell’intero Rinascimento: Villa Capra, detta la Rotonda, che Goethe guardò come creazione di Dio nella continuazione della natura pensata per accoglierla. Ecco Vicenza: la città di tutte le perfezioni possibili.

A Vicenza andremo nel tempio di Santa Corona, la prima chiesa di Vicenza, per me un luogo della memoria, dove allestii la mia prima grande mostra «Palladio e la maniera», sui pittori che hanno lavorato con Palladio, primo fra tutti Paolo Veronese. Di lui, nella chiesa, è un capolavoro, una serale Adorazione dei Magi, con luci strisciate e stregate. Ma Santa Corona è dominata dal più bel quadro del mondo: il Battesimo di Cristo di Giovanni Bellini che apre il nuovo secolo, nel 1502, stringendo un paesaggio illimitato, verso i colli Berici entro la grandiosa cornice di pietra policroma di Rocco da Vicenza. Tutta la chiesa, con la cappella del Rosario e la cripta, fa corona al magnifico dipinto

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