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(Ansa)
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«Palestina libera, dal fiume al mare» il ritornello buono per ministri, politici, rettori

Il ministro del Lavoro spagnolo, Diaz, ha pronunciato la frase utilizzata ormai non solo dai miliziani di Hamas

Che la guerra scoppiata tra Israele e Hamas dopo l’operazione militare del 7 ottobre 2023 nel sud di Israele ha fatto riesplodere l’antisemitismo a livello globale con aggressioni fisiche, insulti e minacce nei media, profanazioni di luoghi di culto e cimiteri ebraici lo abbiamo più volte raccontato; ma che un ministro di un Paese membro dell’Unione Europea (in questo caso la Spagna), si potesse presentare in televisione per dire: «La Palestina sarà libera dal fiume al mare», fino a ieri era impossibile da immaginare ma è successo. A farlo è stato il leader di Sumar (estrema sinistra che ha 31 seggi in parlamento), ministro del Lavoro e vice primo ministro Yolanda Díaz che pare davvero ossessionata da Israele, dato che si occupa a tempo pieno della questione israelo-palestinese. Ma che vuol dire esattamente questo slogan che anche gli studenti che occupano le università in tutto il mondo ripetono ossessivamente?

« ‘Dal fiume al mare’" - spiega Davide Riccardo Romano, Direttore del Museo della Brigata Ebraica - è uno slogan di Hamas che dice chiaramente qual è il suo obiettivo: cancellare Israele dalla mappa per fare spazio a uno Stato Islamico palestinese sul modello iraniano. Il dramma è che Hamas - come Hitler a suo tempo - è sincera e dice chiaramente quello che vuole fare, a partire dal proprio Statuto. Eppure non viene creduta, nonostante sotto il regime di Hamas fosse vietato il libro di Romeo e Giulietta (perché occidentale) mentre è permesso il Mein Kampf del leader nazista. Tanti, troppi, in Occidente non capiscono cosa sia veramente Hamas. Il fatto che gli studenti ripetano quello slogan genocidario, conferma come queste minoranze esagitate di giovani non stanno con il popolo palestinese in generale, ma solo con la parte più fanatica e sanguinaria di esso. Quella che vuole relegare la donna in casa con il velo, fuori dal mondo civile. Dimenticano - o meglio, non sanno - che Hamas prevede torture e morte per i gay e per i giornalisti o gli studenti disobbedienti. Sono ragazzi confusi: studenti di estrema sinistra che appoggiano un regime islamo-fascista. Sono i migliori alleati di Teheran, la migliore gioventù di un regime sanguinario e razzista».

In una delle ultime dichiarazioni alla stampa, Yolanda Díaz, ha enfatizzato «l'impegno del governo nel chiarire e indagare su Netanyahu come un criminale» poi ha aggiunto che «questo è un passo che il nostro Paese deve incoraggiare e sostenere insieme ad altri Stati, al fine di porre fine alla barbarie una volta per tutte».

Sia l'ambasciata israeliana che la Federazione delle comunità ebraiche spagnole hanno condannato le parole del ministro del Lavoro e dell'Economia Díaz e su X l’associazione ebraica scrive: «Invece di promuovere la sicurezza degli ebrei spagnoli, incoraggiano l’odio e il rifiuto nei loro confronti». Su X, l'ambasciata israeliana a Madrid scrive di respingere completamente le dichiarazioni di Yolanda Díaz: «Lo slogan è un chiaro appello alla distruzione di Israele, fomentando odio e violenza. Le dichiarazioni antisemite sono incompatibili con una società democratica ed è inaccettabile che provengano da un vice primo ministro. Ci auguriamo che la Spagna mantenga la sua promessa di combattere l’antisemitismo».

La Spagna è uno dei tre Paesi europei, insieme a Irlanda e Norvegia, che si stanno preparando a riconoscere uno Stato palestinese entro pochi giorni, secondo gli annunci di questi governi questa settimana. Per Davide Riccardo Romano «se il vice primo ministro Yolanda Díaz ritiene che uccidere e torturare donne e bambini sia la strada per ottenere un riconoscimento statuale, mi domando perché non ha preso la stessa iniziativa per Isis o al-Qaeda, che peraltro ha già colpito a Madrid nel 2006 con 193 vittime. È pieno il mondo di terroristi che si accaniscono contro i civili, e non capisco come mai abbia questa predilezione per Hamas. Forse perché uccidere ebrei è per lei cosa encomiabile? Vorrei ricordare al viceministro che lo slogan dei jihadisti è ‘prima il sabato e poi la domenica’, che tradotto vuole dire "prima perseguitiamo gli ebrei e poi toccherà ai cristiani". Del resto, è visibile a tutti come nei territori governati da Hamas o dall'Anp i cristiani scappano, mentre Israele è l'unico luogo del Medio Oriente dove sono in aumento».

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Stefano Piazza