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Perché la Norvegia rinuncia agli elicotteri NH90

Oslo delusa, vuole restituire gli elicotteri NH90 ed essere rimborsata. L’Unione ufficiali: “Non siamo stati consultati, il governo ha deciso sotto pressioni interne”. E sotto sotto, come per l'Australia, ci sono le velleità Usa per fornire i Sikorsky UH60 Black Hawk

Qualcosa non torna nella vicenda degli elicotteri NH90 che la Norvegia vuole restituire con tanto di rimborso (circa 500 milioni di euro), a NH Industries, la joint venture tra Airbus Helicopters (F), Airbus Helicopters (D), Leonardo (I) e Fokker (NL). Il cliente sostiene che NHI non sia in grado di reperire componenti sostitutivi per alcuni sistemi di bordo, dopo che gli effetti della pandemia e dei cambiamenti geopolitici in atto stanno causando ritardi nelle consegne da parte di una percentuale seppur ridotta dei fornitori.

Fenomeno, comunque, che viene sofferto da ogni costruttore mondiale e non soltanto in ambito aerospaziale. Ma, di fatto, la Norvegia dice che l’operatività dei suoi elicotteri in ambito antisommergibile è compromessa e chiede anche il rimborso. Se la vedranno gli uffici legali, ovviamente, tuttavia le consegne di questo contratto, da sempre un po’ mal digerito dai norvegesi, erano ormai arrivate a 14 esemplari sui 15previsti e le ore volo totalizzate fino a oggi sono tali da aver ridotto molto il valore delle singole unità. Il programma NH90 era nato formalmente nel settembre 1992, data della firma del contratto di progetto e sviluppo dell'elicottero tra l'agenzia Nahema (Nato Helicopter Management Agency), e il consorzio industriale NH Industries.

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Qualche ora fa sulla testata norvegese Rnk il leader sindacale Torbjørn Bongonel l'Unione degli ufficiali specialisti norvegesi, afferma che i dipendenti delle forze armate non sarebbero stati ascoltati prima che il governo prendesse la decisione di rigettare gli elicotteri NH90. La decisione presa venerdì 10 giugno, quando il governo di Oslo aveva convocato una conferenza stampa per annunciare che il contratto per gli elicotteri NH90 sarebbe stato risolto, per l’Unione ufficiali capitanata da Bongo è stata una sorpresa. Del resto il leader degli specialisti delle operazioni sugli elicotteri è sempre stato scettico sulla risoluzione del contratto, perché ritiene che una parte significativa del problema risieda all'interno delle Forze armate e non nelle caratteristiche tecniche, né nell’assistenza post-vendita dell’elicottero. Nel merito della questione, Bongo accusa l’attuale situazione delle forze armate nazionali, che sottoposta a continui cambiamenti organizzativi non avrebbe seguito l’operatività degli NH90 come avrebbe dovuto.

Dice Bongo: “Non abbiamo svolto abbastanza bene la nostra parte del lavoro per quanto riguarda l'organizzazione e il coordinamento; lo spostamento di taluni ufficiali ha comportato la perdita di continuità nei programmi incorso. Per dirla semplicemente, non ci si può aspettare di avere pezzi di ricambio in stock se nessuno li ha ordinati o non ha i soldi per pagarli”. Nella Difesa di Oslo c’è anche chi sostiene che non servirà sostituire gliNH90 con velivoli Boeing P8 Orion, in quanto anch’essi soffrirebbero presto della medesima disorganizzazione, nonché di una cronica mancanza di fondi e di personale che era stata segnalata ai vertici delle forze armate ormai più di dieci anni fa.

Allora, forse, la decisione di fermare il contratto sarebbe stata accettabile, ma non oggi. Nel dicembre del 2021 a ritirare l’ordine per lo NH90 era stata l'Australia in favore dell’elicottero Made in Usa Sikorsky UH-60M Black Hawk. Ancora una volta i problemi di cui viene accusato il consorzio sono di grandi ritardi (gli esemplari norvegesi, ordinati nel 2001, sarebbero dovuti arrivare dal2008), e certo la storia delle aziende consorziate europee non può vantare grandi successi in fatto di tempistiche, come accadde per il Panavia Tornado prima e, almeno inizialmente, per lo Eurofighter Typhoon in seguito. Oslo denuncia problemi di affidabilità, di eccessiva manutenzione e obsolescenza dei pezzi, oltre che di tempi lunghi nello sviluppo di capacità specifiche richieste.

Probabilmente però mentre si prevedeva che la flotta avrebbe totalizzato quasi 4.000 ore di volo l’anno, ci si è accorti di non riuscire a raggiungerne 800, mentre i costi operativi sono risultati incrementati. Dal canto suo il consorzio NHI ha definito la decisione norvegese “senza base legale"; dichiarandosi estremamente deluso dal comportamento del governo guidato da Jonas Gahr Støre. Nelle sue dichiarazioni alla stampa, Bongo spiega: “Lo NH90 sta iniziando a entrare in funzione realmente soltanto adeso. Ciò significa che abbiamo iniziato da poco tempo a imbarcarlo sulle navi e che dobbiamo imparare a utilizzarlo; se lo fermiamo e ce ne liberiamo, rimarremo anni senza la capacità antisommergibile che ci occorre, con costi finali per la sostituzione che si riveleranno ancora più alti degli attuali. L'attualegoverno” conclude l’ufficiale “è sotto pressione e sta prendendo decisioni affrettate.”

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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