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(Ansa)
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Tricarico: «Le parole di Amato su Ustica sono gravi»

Il Generale, all'epoca dei fatti proprio allo Stato Maggiore dell'Aeronautica, commenta le parole dell'ex premier che ha puntato il dito contro la Francia

Come c’era d’aspettarsi a 43 anni dalla strage di Ustica dove persero la vita 81 persone, le dichiarazioni di Giuliano Amato secondo le quali sarebbe stato un missile francese ad abbattere il Dc9, hanno creato non poche polemiche. Ma soprattutto hanno riportato l’attenzione sulla pista francese che in questi anni è stata più volte battuta da politici e giornalisti ma bocciata nel processo, chiuso con 85 assoluzioni e nessun responsabile della strage. Un mistero durato quasi mezzo secolo, su cui restano delle zone ombra e tante mezze verità di cui abbiamo parlato con il generale Tricarico che ha attaccato duramente Amato difendendo l’aeronautica.

«Giuliano Amato sembra essere il vero depistatore della strage di Ustica, la sua dichiarazione è stata di estrema gravità ma è soltanto una delle tante versioni che sono state diffuse negli anni. Io personalmente ne ho contate 33 e l’unica variante stavolta è l’autorevolezza di chi ha denunciato, perché Amato è un ex presidente del Consiglio, nonché un ex ministro dell’interno ed un ex presidente della Corte Costituzionale. Questo per dire che un profilo del genere dovrebbe stare attento a quello che dice» commenta il generale.
Secondo lei perché Amato ha fatto queste dichiarazioni solo ora?

«Ustica è un argomento di cui si parla solo nelle occasioni delle ricorrenze. Quindi escludendo che Amato non stia in buona salute, non saprei dirle perché abbia fatto questa dichiarazione che è un misto di falsità ed invenzioni. La verità è emersa nel processo penale nonostante nessuno ne parli. Negli atti la battaglia aerea è fantascienza ed è stato appurato che fu una bomba a far esplodere l’aereo».

Su quali basi?

«Perché ci sono state 273 udienze dibattimentali che lo dimostrano e tutte le circostanze che Amato cita messe a confronto, non hanno retto alla ricostruzione. A questo si aggiungono le perizie dei massimi esperti al mondo, tra cui quella scritta dal generale Mesiti che fu d’ufficio e non di parte.Questi signori sono giunti alla conclusione che non c’era altra possibilità se non che ci fosse una bomba nella toilette posteriore. Quel veicolo è caduto a causa di un attentato terroristico e nessuno ha mai indagato in quella direzione. Nessuno ha mai cercato i terroristi. Noi abbiamo presentato un anno e mezzo fa un esposto alla procura di Roma perché ci battiamo per la verità. Speriamo che la Procura si rimbocchi le maniche per cercare chi ha messo la bomba sul Dc9».

Ci sono stati dei depistaggi da parte dell’aeronautica?

«Gli 85 militari portati in giudizio o indagati sono stati tutti assolti. Gli ultimi sono stati 4 generali e un paio di loro hanno chiesto di rinunciare alla prescrizione proprio per avere una formula cristallina. Questo dicono le carte. I depistatori sono Giuliano Amato e Daria Bonfetti (Presidente dell'Associazione "Parenti delle Vittime Strage di Ustica"), lo scriva per favore».

Qual è il suo ricordo della Strage di Ustica?

«Quando cadde il Dc9 ero allo Stato Maggiore dell’Aeronautica e mi occupavo di difesa aerea, quindi il mio ricordo è che si trattava di una tragedia sulla quale l’aeronautica non aveva nessuna responsabilità perché era un veicolo civile. A dimostrazione di quanto le dico, ci fu il fatto che si insediò una commissione del Ministero dei Trasporti e noi mettemmo a disposizione tutti i tracciati radar ma nonostante questo dopo un po’ di anni ci misero tutti sotto accusa».

Dei suicidi cosa può dirci ?

«Ci furono delle morti che furono chiamate “strane” ma sono fandonie perché anche su questo c’è una spiegazione che nessuno vuole ascoltare. Io ho scritto il libro“Ustica un’ingiustizia civile” dove spiego alcune di queste morti perché le ho vissute di persona. C’è tutta un’architettura che è stata costruita intorno a questa vicenda per dare la colpa all’aeronautica come nel caso dei due piloti morti a Ramstein, si ipotizzò che non sia stato un incidente e che furono uccisi perché erano due testimoni pericolosi. O come il caso del mio amico Pierangelo Tedoldi morto in un banale incidente stradale o Roberto Boemia morto a Bruxelles per mano della criminalità».

Che c’entra la Francia ?

«Amato nella sua disposizione del 2001 che mi sono andato a riguardare, come test interrogato sotto giuramento dal Pm Vincenzo Rosselli, quando si parla dei Paesi che avrebbero potuto essere coinvolti nomina: Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Italia e Libia, il resto della deposizione invece era costellato di tanti “non ricordo” ma stranamente dopo 20 anni ricorda tutto con una lucidità straordinaria. Quindi da qui ho provato a pensare perché coinvolgere la Francia solo ora. Forse per incrinare maggiormente i rapporti visto che il governo italiano non ha mai avuto una grande sintonia con i francesi. Rapporti peggiorati negli ultimi tempi a causa dell’immigrazione.Io ho restituito la legion d’onore a suo tempo perché irritato da un comportamento di Sarkozy».

Lei è stato mai sentito sulla strage di Ustica?

«No mai, nonostante facessi parte dell’Aeronautica in quel periodo».

Esistono documenti secretati su Ustica?

«No. Non ci sono mai stati ovvero non erano rubricati come Ustica. Ma potrebbero esistere dei documenti secretati del terrorismo palestinese, una pista che non fu mai seguita in relazione alla bomba sul Dc9».

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Linda Di Benedetto