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(Ansa)
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Andrea Purgatori ed il suo libro su Ustica, presentato su Panorama nel 1995

La Rubrica - Come Eravamo

Una ricostruzione completa di uno dei grandi misteri italiani, Ustica, a 15 anni esatti dall' abbattimento del Dc9 il 27 giugno 1980. Un racconto che affianca fiction e realtà, sostenuto da un' indagine giornalistica durata anni, con centinaia di testimoni interpellati, riscontri, interviste, verifiche... E' il nuovo libro A un passo dalla guerra (Sperling & Kupfer, 352 pagine, 26.500 lire) di Andrea Purgatori, Paolo Miggiano e Daria Lucca.

Per la stesura finale, oltre a tre perizie generali, mezza dozzina di perizie settoriali, due relazioni della commissione parlamentare Stragi, è stata consultata la documentazione riservata del governo americano, in parte pubblicata anche da Panorama, che qui presenta in anteprima il capitolo in cui gli autori danno la loro versione dei fatti ricostruendo un dialogo tra un presidente del Consiglio e un ammiraglio capo dei servizi segreti militari. "Non è molto. Ma è abbastanza".

L' Ammiraglio si spostò verso lo schermo, al centro della parete. Allungò la mano destra sull' interfono e premette il pulsante verde per comunicare con l' operatore. "Dammi la prima sequenza e prepara la sovrapposizione". Per pochi istanti fu buio completo nella sala (al secondo piano sotterraneo nella palazzina D4, centro delle simulazioni al computer di Forte Braschi, sede storica del Sismi, il servizio segreto militare, ndr). L' Ammiraglio premette di nuovo il pulsante, due volte. Sullo schermo apparve un ingrandimento in bianco e nero, tre metri per due: l' Europa, il Mediterraneo, l' Africa settentrionale... Un rettangolo di mondo compreso tra Oslo e Marrakech, Lisbona e Mosca.

L' Ammiraglio lo fissò, spalle allo schermo. "Prova a immaginare di trovarti sospeso al centro di questa diapositiva. Ecco: da quel punto d' osservazione faremo una discesa verso il Mar Tirreno. Fino a dove è precipitato il Dc9". L' Ammiraglio prese una stecca da biliardo e la alzò a in direzione dello schermo. "Forse così riusciremo a capire cosa è accaduto quel giorno...". Appoggiò l' estremità della stecca tra Ponza e Palermo.... Poi si voltò verso il Presidente del Consiglio. "... e perché siamo stati a un passo dalla guerra"... "Dunque: per cominciare, diamoci un orario. Diciamo le 20, cioè più o meno quando l' aereo decolla". Sulla grande diapositiva apparve in sovrimpressione un puntino rosso intermittente, proprio al centro dell' Italia.

"Quella è Bologna, il puntino rosso è il Dc9 Itavia". L' Ammiraglio lo indicò con la stecca. "I bollettini meteorologici ci raccontano che il tempo a terra è bruttissimo... Ma il problema del Dc9 non è la pioggia, semmai il fatto che porta due ore di ritardo. Comunque, quando si chiudono le porte, a bordo ci sono due piloti, due assistenti di volo e settantasette passeggeri... Il Dc9 rulla, decolla e comincia la sua salita regolare verso livello 290, in rotta per Palermo via Bolsena-Latina-Ponza". Il puntino rosso cominciò a spostarsi verso sud, lasciando una traccia corrispondente al proprio segnale così come veniva registrato dal radar. "Livello 290?" domandò il Presidente. "Ventinovemila piedi, la quota: più di novemila metri...Quello che ci interessa prima di far partire l' azione è sistemare al loro posto gli attori e le comparse... Cioè tradurre le informazioni che abbiamo, quelle certe e quelle ipotetiche ma probabili, in posizioni visibili sulla carta" disse l'Ammiraglio... "Partiamo dai francesi. C'è una portaerei al largo di Tolone: la Foch... All' altezza delle Bocche di Bonifacio, c'è un aereo radar che spazzola il cielo fino alla Sicilia. Forse è loro. E sulla base di Solenzara, in Corsica, atterrano e decollano già da alcune ore i caccia in missione. La sensazione è che stiano pattugliando tra Corsica e Italia".

La porzione di cielo tra la Corsica e l' Elba si illuminò di un grappolo di puntini celesti. Un altro stava quasi immobile vicino a Bonifacio: era l' aereo radar. "Qualcuno chi? Quale missione?" domandò il Presidente. "Probabilmente la stessa per cui la Navy e l'Air Force sono mobilitate da giorni: il trasferimento di dodici F-4E dalla base di Moody, in Georgia, all'aeroporto di Cairo Ovest... L'arrivo dei Phantom è fissato per il 10 luglio. Ma il supporto tecnico e logistico è già in movimento da una ventina di giorni. Per preparare la nuova base, il comando Usaf sposta praticamente un intero aeroporto verso l'Egitto: aerocisterne, aerei da trasporto C-5 e C-141... i sistemi di comando e controllo, le centrali di comunicazione satellitare". "Tutto questo, i dettagli e le date: lo sappiamo con certezza?" domandò il Presidente. "Tutto questo è stato annunciato dal Pentagono in giugno: è stato scritto dai giornali e l'esercitazione è in corso, Presidente. Migliaia di tonnellate di materiale, di armi e seicento persone da trasportare... a una ventina di chilometri dalle piramidi: è da lì che Carter ha intenzione di mostrare i muscoli dell'America a Gheddafi, a Khomeini e anche a Mosca. Il ponte aereo con Cairo Ovest comincia il 20 giugno: sono almeno una trentina di voli. Il secondo trasferimento avviene il 23. Il terzo, il 26...".

"Il giorno prima che il Dc9 precipiti a Ustica". "... e i voli sono tutti rigorosamente scortati dai caccia della Navy o dell'Usaf. Pensa quando attraversano lo spazio aereo controllato dai libici. Che poi ai loro radar hanno i consiglieri militari sovietici. Pensa a Gheddafi come s' incazza quando lo informano". "Il 26, però, non succede niente". "Ma è un bel ceffone sul muso del Colonnello. Tutti quegli americani, tutte quelle armi che vanno a finire in casa di Sadat: il suo nemico giurato. Stai attento, adesso: uomini e materiale non vengono solo da Moody, in Georgia, ma anche da Cannon, nel Nuovo Messico, e poi dal 435, nella Germania Federale". Improvvisamente una serie di puntini gialli cominciò a lampeggiare in corrispondenza delle basi tedesche... "Ora ti domando: se avessi in corso questa specie di maratona verso l'Egitto, non metteresti in allerta le tue basi nel Mediterraneo?...".

Altri puntini gialli si illuminarono all' altezza di Napoli e intorno alla Sicilia. "La Saratoga sta nella rada di Napoli con un po' di fregate, caccia lanciamissili, sottomarini in pattugliamento. Poi ci sono le altre unità, sparse nel Tirreno... Un dispositivo di controllo dal mare niente male, no? Che però sarebbe insufficiente senza un paio di aerei radar Awacs: uno in volo a nord dell'Elba e un altro magari a ovest di Creta...". C'è qualcos'altro sul radar "Non capisco. Questo è lo scenario del 27 giugno ma il trasferimento è almeno di ventiquattr'ore prima". "Infatti. Anche se la partenza da una base degli Stati Uniti il 26 potrebbe significare l'arrivo in Egitto il giorno dopo: visto che ci sono di mezzo quindici ore di viaggio. Ma il 27 c'è anche qualcos'altro che sta volando verso il Cairo. Di più grosso, in tutti i sensi".

L' Ammiraglio indicò lo schermo con la stecca. "Guarda dove è arrivato il nostro Dc9: ormai ha doppiato Bolsena e sta puntando su Latina... E il radar sta inquadrando anche qualcos'altro". Sette puntini gialli si illuminarono. Tre fissi sulla Gran Bretagna. Due in movimento all' altezza del Dc9 ma spostati sul mare. Altri due più arretrati, tra Genova e l' isola d'Elba. L' Ammiraglio poggiò la stecca sul primo di quelli fissi. Questa è la contea di Suffolk e qui c'è Lakenheath. Da tre anni è la base operativa del 48 Tactical Fighter Wing dell'Usaf: quattro squadroni di cacciabombardieri tattici F-111F...". "Tattici perché usano armi tattiche?". "Sì. Bombe atomiche... Di qualche chiloton, se è quello che vuoi sapere". Il Presidente si alzò. "Quella sera c'erano in volo bombardieri nucleari?". "Da due a sei, fra le 13 e le 21. Ce lo confermano le autorizzazioni al decollo e atterraggio... Comunque, due erano certamente in volo la sera: e sono quelli che ci interessano. Ma potrebbero essere stati di più. E, secondo l'ipotesi degli analisti del Sismi, facevano tutti rotta sul Cairo... Per gli F-111F, però, l'operazione di trasferimento era segreta. E stiamo parlando del 27 giugno"... "Il Dc9 è finito in mezzo al ponte aereo degli F-111...". "Senza rendersene conto. Ma non da solo... Avviciniamoci al Tirreno. Il Dc9 ha lasciato la costa laziale e sta puntando su Ponza".

L' Ammiraglio premette il pulsante dell'interfono. "Dammi il primo ingrandimento". La diapositiva cambiò. Il Dc9 era sulla verticale di Ponza, a poco meno di ottomila metri di quota. Ma il puntino rosso... non era più solo in mezzo al cielo. Uno dei due puntini gialli gli si muoveva accanto, vicinissimo, quasi confuso nella sua stessa luce... "Eccoli qua: uno accanto all'altro, quasi certamente il Dc9 sopra e l'F-111 sotto. La registrazione di Ciampino mostra delle discrepanze, come degli sdoppiamenti di rotta in corrispondenza delle virate del Dc9 già a partire da Bolsena. Ma è probabile che l'F-111 abbia agganciato l'aereo civile proprio tra Anzio e Ponza". "...Perché si sarebbe dovuto nascondere: è il nostro spazio aereo, loro sono alleati?" domandò il Presidente. "Ma l'F-111 non è un caccia militare qualunque, è un cacciabombardiere tattico: ogni volta che sorvola il nostro territorio o entra nel nostro spazio aereo è come se si spostasse una bomba atomica e perciò deve ottenere un'autorizzazione particolare. Una "clearance" speciale, per dirla in gergo". "E non è stata richiesta?".

Piano di volo sconosciuto "In questo caso, c' è una traccia del passaggio degli F-111. Ma non tutti. E poi, anche se la base di Aviano ci fa sapere che ne ha contati cinque a partire dalle 13, di un paio sappiamo che sono decollati il pomeriggio ma con un piano di volo sconosciuto e un terzo lo ritroviamo in atterraggio intorno alle 20 proprio su Aviano, quando alla stessa ora dovrebbe essere in volo per Grazzanise".... "Comunque, l'F-111 che vola col Dc9 non è questo". "No. E' un altro ma non lo vede nessuno: per i radar c' è un solo aereo che sta doppiando Ponza, il Bologna-Palermo. E neanche i piloti del Dc9 sanno di accompagnare un ospite tanto importante"... "Eccoci ai nostri radar, Poggio Ballone, Ciampino, Licola, Marsala e qui all'interno Siracusa. Come vedi, ci sono un sacco di spettatori. Almeno sulla carta... Praticamente solo Poggio Ballone e Ciampino fanno la guardia come si deve. E, infatti, a Ciampino qualcosa di strano i controllori lo notano: tracce ravvicinate e con movimento irregolare di più aerei che originano dal mare e in mare spariscono... Ci sono pochi dubbi: aerei militari, l'origine dal mare significa che sono caccia imbarcati sulle portaerei o, in qualche caso, basati a terra che volano a bassa quota e vengono beccati dal radar solo quando salgono".

Insomma, c'era un bell'affollamento in cielo quella sera.

"Come no: il Dc9, un paio di F-111, i caccia della Navy, i francesi di Solenzara, due Air Malta, un Galaxy..., un Alitalia, tre aerei da trasporto americani... Era finita da poco un'esercitazione di un'ottantina tra Phantom F-4 britannici e aerocisterne lungo un corridoio fra Malta e Decimomannu: nome in codice, Patricia. C' era ancora un Breguet Atlantic del 30 Stormo di Cagliari sullo Ionio e un paio di F-104 di Grosseto sul Tirreno: un Tf del 20 gruppo con a bordo due istruttori e un S del 4 Stormo con un allievo. Mentre il Dc9 dirigeva su Ponza, loro stavano più o meno rientrando alla base"... L' Ammiraglio cambiò tono di voce. "E ora siamo arrivati al punto. La cosa comincia intorno alle 20. Ma nella simulazione ho fatto spostare tutto a ridosso delle 21, per maggiore chiarezza. Li vedi quei punti luminosi verdi?". Sulla diapositiva si illuminarono tre punti: uno fisso vicino a Tripoli. E altri due a ovest del Dc9... "Quella è la base di Okba Ibn Nafa. E quelli sono due caccia libici: un Mig-23 e quasi certamente un Mig-25. Dirigono verso il Dc9 ma in realtà sono convinti di avere inquadrato sul loro radar l'F-111"...

Logica elementare "L' ipotesi è che in qualche modo Gheddafi deve aver saputo che prima dei Phantom stanno per arrivare al Cairo anche i cacciabombardieri nucleari. Dal suo punto di vista... non si tratta più di una provocazione ma di un vero e proprio gesto di ostilità. La logica che lo guida è elementare: a un atto di guerra si risponde con un atto di guerra. Il problema sta nel rapporto di forze". "In quest' area, la superiorità militare degli occidentali è schiacciante... Non dimentichiamo però i sovietici. Anche loro devono avere acquisito notizie sugli F-111... E quale migliore carta da giocare del Colonnello? Magari suggerendogli di spedire due caccia a infastidire i bombardieri... ". "E' solo un' ipotesi" disse il Presidente. "Ma l' F-111 coperto dal Dc9 non lo è. E nemmeno il Mig-23 libico che va a finire sulla Sila". "Hai parlato di due Mig". "Certo, armati, con serbatoi supplementari e, diciamo, pilotati da un siriano il Mig-23, e da un sovietico il Mig-25. I libici non sono in grado di portare questi caccia, soprattutto il 25 è troppo sofisticato...". "E nessuno li ha visti?" chiese il Presidente. "Hanno volato a bassa quota o si sono nascosti sotto un volo di linea...". "Chi si rende conto della situazione, quando?" domandò il Presidente. "L' equipaggio dell' F-111 in questo istante, quando il Mig lo illumina col radar di puntamento. A Ciampino capiscono solo che è un evento militare... Vedono tutto a Licola, per poco. Vedono forse a Marsala, ma non capiscono. Vedono tutto da Siracusa... Vedono da Poggio Ballone o almeno ascoltano via radio. L' allarme scatta invece per i radar della Sesta Flotta... come per l' Awacs... che sta volando davanti alla Corsica. Da zero alla guerra è questione di secondi...". "Invece i piloti del Dc9 non vedono e non sentono". "Forse hanno il tempo di spalancare la bocca quando l' F-111 scarta sotto di loro... Forse vedono un' ombra nera che si stacca e intuiscono... Siamo sul filo del tramonto ma c' è ancora un po' di luce. I Mig hanno il sole alle spalle, il Dc9 ce l' ha a prua. Da manuale per un attacco". Sulla diapositiva i due Mig puntavano diritti contro il Dc9 ma il segnale giallo dell' F-111 cominciava già a distanziarsi... "A questo punto uno dei Mig ha già lanciato due missili e il pilota ha realizzato di essere stato ingannato dalle tracce accoppiate del Dc9 e dell' F-111. Ma non sa ancora di aver tirato contro un aereo civile e si preoccupa del secondo aereo, che sta manovrando per mettersi a sua volta in posizione di lancio. Cosa che avviene rapidamente: gli F-111 montano tutti dei Sidewinder Aim-91... Il duello aereo comincia adesso". E il puntino rosso sparì Il Presidente vide il puntino rosso illuminarsi un' ultima volta e poi sparire. "Significa che il Dc9 è stato colpito". "E abbattuto: da un missile, da entrambi i missili oppure dall' esplosione ravvicinata della testa di guerra. C' è una terza ipotesi: che l' F-111 lo abbia danneggiato al momento dello scarto per la fuga, toccandolo o investendolo con il getto dei propulsori. Comunque sì: sta precipitando in mare"... "Il Mig-25 è quello che può tentare una via di fuga più elaborata. Perciò fa rotta verso la Sardegna per cercare poi un passaggio a sud... Viene abbattuto quasi subito dai caccia francesi e finisce in mare. Il Mig-23, che sta a corto di carburante, innesta il postbruciatore e si gioca il tutto per tutto facendo rotta a sud-est. Lo inseguono due caccia della Navy attraverso tutta la Calabria fino alla Sila, a colpi di cannoncino: il pilota sgancia i serbatoi supplementari per alleggerirsi e manovrare meglio, poi arriva sulla Sila e il carburante è agli sgoccioli. Si vede che cerca di coprirsi in mezzo alle montagne, sbaglia una virata e si schianta contro un costone di roccia. Sparisce, inghiottito dal buio. Lo ritroveranno il 18 luglio".

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