Terrorismo, lo studente turco della Normale era solo uno squilibrato
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Terrorismo, lo studente turco della Normale era solo uno squilibrato

Espulso dall'Italia a dicembre perché manifestava simpatie islamiste in rete. Chi ha seguito il caso non lo ha mai ritenuto una minaccia

Più che terrorista era soltanto un ragazzo con dei problemi caratteriali, lo studente turco della Normale di Pisa espulso a dicembre dal nostro paese. Se lo ricordano bene, professori e studenti della Scuola, nonostante i pochi mesi passati sui banchi del prestigioso ateneo. Introverso, stravagante, con il passare dei giorni sempre più chiuso in se stesso, fino a manifestare segni di squilibrio mentale. Ha iniziato a sentirsi spiato, pedinato, braccato. Così si è rifugiato in rete, dove ha lanciato proclami contro l’Occidente e ha minacciato di farsi esplodere.

Per il Viminale, che a distanza di quasi un mese ha fatto filtrare la notizia, si tratterebbe di pericolose simpatie islamiste. Un calderone dentro il quale, dopo gli attentati a Charlie Hebdo e l’assedio di Parigi, rischia di finirci di tutto: terroristi, foreign fighters, cani scioli, e pure fuori di testa.

Per carità, sempre meglio prevenire e agire prima che sia troppo tardi. Ma chi ha monitorato la situazione dello studente turco a Pisa e ha deciso di passare all’azione, era ben consapevole di trovarsi di fronte a uno squilibrato più che a un mujaheddin in sonno. Nessun collegamento neppure alla lontana con predicatori della guerra santa o personaggi contaminati dalla rete del terrore. Nulla di nulla. Solo un grosso disagio personale, tanto che qualcuno si spinge a dire: si è trattato di una sorta di tso, trattamento sanitario obbligatorio.

 

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Carmelo Abbate