Terremoti: in Italia quasi 4 mila scosse in tre mesi
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Terremoti: in Italia quasi 4 mila scosse in tre mesi

Da dicembre scorso si è risvegliata l'attività sismica a Firenze e in Emilia Romagna. Ecco che cosa sta accadendo.

L'ultima scossa all'alba di questa mattina a Firenze

L’ultima scossa di terremoto di magnitudo 2.7 è stata registrata questa mattina alle 4:44 tra Firenze e Forlì. E a questa sono seguite almeno tre repliche, di magnitudo 2.2. Il sisma ha avuto ipocentro a 9 km di profondità ed l’epicentro in prossimità dei comuni toscani di San Godenzo, Londa e Dicomano, e di quello romagnolo di Premilcuore.

Secondo l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), alle 2:38, una lieve scossa di magnitudo 2.2, era stata registrata anche tra le province di Reggio Emilia e Parma in prossimità di Vetto, Neviano e Castelnovo.

Ma che cosa è accaduto durante l’estate? Quali sono state le aree più “colpite” dalle scosse?

Nei tre mesi estivi di giugno, luglio e agosto, il numero di terremoti registrati dalla Rete sismica dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia è stato pari a 3866 ovvero 1194 nel mese di giugno, 1424 nel mese di luglio e 1248 ad agosto.

La media giornaliera delle scosse è stata pressoché identica nei mesi di giugno e agosto, con circa 40 terremoti registrati al giorno mentre il picco è stato registrato nel mese di luglio con 46 eventi giornalieri. Ma durante l’estate sono stati pochi gli eventi di magnitudo uguale o maggiore di 4 e si sono verificati tutti durante il mese di agosto.

Firenze si muove, la Lunigiana tace

Paolo Frediani, Responsabile dell’Osservatorio Sismico Apuano, da novembre 2014 pare si sia risvegliata l’attività sismica nella città di Firenze. Che cosa sta accadendo?
“Non si sta verificando niente di anomalo. Firenze si trova al centro di un’area fortemente sismica. Potremmo anche dire, ma senza creare allarmismo, che è allocata nel centro del “Triangolo delle Bermuda”. Firenze è già stata interessata in passato da eventi sismici importanti come, ad esempio, quello nel 1895 che devastò la città. Detto questo, il capoluogo toscano ha una posizione baricentrica rispetto al Mugello, all’area del Chianti e quella dell’Appennino Pistoiese. In tutte queste tre aree si registra un’intensa attività sismica e il Mugello è quella che, nella mappa stilata dalla Regione Toscana sull’elevato rischio sismico, è classificata come zona a pericolosità 2. Proprio il Mugello per la sua intensa attività sismica è paragonabile all’area della Lunigiana.

Ma in questi ultimi 10 mesi si è intensificata…
Firenze risente delle attività sismiche di tutte queste tre aree che sono interessate dalla presenza di numerosissime faglie primarie e secondarie. In questo periodo, assieme all’area fiorentina, si è riattivata anche l’area dell’Emilia mentre vive un lungo e insolito momento di quiete sismica proprio la zona della Lunigiana.

Questa quiete deve preoccupare?
I terremoti non si possono prevedere. La asismicità è dovuta semplicemente ad un equilibrio delle forze del sottosuolo. Se dovesse venire meno questo equilibrio non è detto che si debba verificare un evento sismico importante. La prolungata assenza di attività sismica, quindi, non deve spaventare perché non prelude necessariamente il verificarsi di un evento catastrofico. Possiamo però dire che è imporntate osservare e studiare un periodo di asismicità tanto quanto un periodo di ricco di eventi sismici. 

Le scosse nel mese di maggio

Nel mese di maggio 2015 la Rete Sismica Nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato 1344 terremoti, in diminuzione rispetto all’ultimo mese di aprile ma in linea con i primi mesi del 2015.

La media giornaliera è di oltre 43 eventi, una decina in meno del mese di aprile.

Ad aprile 53 terremoti al giorno

Nel mese di aprile 2015, che sarà purtroppo ricordato per il devastante terremoto in Nepal, sono stati registrati dalla Rete Sismica Nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia 1618 terremoti, in aumento rispetto agli ultimi mesi e con una media che sale ad oltre 53 eventi al giorno.

In questo mese sono stati due i terremoti di magnitudo superiore o uguale a 4: il terremoto del 24 aprile di magnitudo 4 tra le province di Ravenna e Forlì-Cesena e quello del 15 aprile di magnitudo 4.3 nel Mar Tirreno al largo della costa calabrese occidentale.

A Firenze un terremoto di magnitudo 3.7

Nel mese di Marzo sono stati 1085 i terremoti registrati dalla Rete Sismica Nazionaledell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, un numero pressoché identico allo scorso mese di febbraio con una media di 35 eventi al giorno, ancora in calo rispetto agli ultimi mesi.

In questo mese non sono stati registrati eventi sismici di magnitudo superiore o uguale a 4. Il terremoto con magnitudo più alta, 3.7, è avvenuto il 4 marzo nella provincia di Firenze dove si è riattivata la sequenza sismica che già nel dicembre 2014 aveva interessato l’area.

Nelle Eolie e a L'Aquila i terremoti più violenti

Nel mese di febbraio sono 1076 i terremoti registrati dalla Rete Sismica Nazionaledell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, una media che scende al di sotto dei 40 eventi al giorno, in calo rispetto al primo mese del 2015.

Sono stati registrati 2 eventi di magnitudo superiore a 4: il primo, ad inizio mese, di magnitudo 4.7 al largo delle Isole Eolie, il secondo a fine mese di magnitudo 4.1 in provincia dell’Aquila.

A gennaio la scossa più forte sull'Appennino tosco-emiliano

Durante il primo mese del 2015 sono stati 1292 i terremoti registrati dalla Rete Sismica Nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, una media di poco più di 41 eventi al giorno, in netto calo rispetto all’ultimo mese del 2014.

Un solo terremoto in gennaio ha avuto una magnitudo superiore a 4.0 ovvero  4.3 ed è stato localizzato in Appennino tosco-emiliano tra le province di Bologna e Prato dove è stata registrata una sequenza con quasi 200 eventi a partire dal giorno 23.

Altri 23 terremoti hanno avuto una magnitudo compresa tra 3.0 e 3.9, tra questi due eventi di magnitudo3.9 con epicentro in mare: il primo nel Golfo di Policastro, ad una profondità ipocentrale di quasi 300 km; il secondo nel Canale di Sicilia.

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Nadia Francalacci