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(Ansa)
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«Sono un tassista di Napoli e guadagno meno di 800 euro al mese...»

Intervista ad uno dei tassisti del capoluogo campano per nulla stupito, anzi, dalle polemiche sulle dichiarazioni dei redditi dei suoi colleghi, le più basse d'Italia

«Si, sono un tassista e lavoro a Napoli. E guadagno davvero 900 euro al mese, a volte anche meno...»

Ha fatto molto discutere il dato diffuso dal Ministero dell'Economia e delle Finanza riguardo le dichiarazioni dei redditi secondo cui i tassisti del capoluogo campano sono quelli delle grandi città italiane a dichiarare meno: 9800 euro l'anno. Abbiamo contattato uno di loro, tra l'altro anche attivo nella rappresentanza della categoria in città che ci ha rilasciato un'intervista (registrata ed abbiamo l'audio a disposizione) in cui ci racconta questo.

Cosa può dirci del suo lavoro?

«Il nostro è un lavoro usurante e al governo non conviene toccarci con le tassazioni. Chi sta in cooperativa come me deve essere bravo a non risultare intestatario di molte spese. Noi siamo artigianato speciale, come i contadini, e il nostro è uno stipendio fittizio. Io, se posso evadere, lo faccio dopo 29 anni di lavoro perché sennò lo Stato mi toglie tutto».

Quindi, da quanto dichiara le cifre pubblicate dal MEF riguardo il reddito dei tassisti napoletani sono esatte...

«È proprio così, le cifre sono giuste. Chi meglio di loro può saperlo? Anzi, io guadagno molto meno; faccio una o due corse al giorno da 5/7 euro, o sto a casa, quindi nemmeno quelle».

Una vita difficile

«Mio padre, dopo aver fatto 50 anni da tassista, prendeva una pensione di 550 euro, mentre mia madre, che non ha mai lavorato in vita sua, 650. Questo per farle capire quanto non siamo tutelati».

Con questo reddito riesce a viverci con la sua famiglia?

«La mia famiglia mi ha abbandonato, ed io ci vivo con quella cifra. Mi raccomando a quello che scrive, sennò lo querelo. Anzi, ci ho ripensato, non metta il mio nome, non la autorizzo. E se vuole fare un'inchiesta, la faccia sui tassisti romani; sono loro il problema di tutta la categoria con i radio taxi. E adesso devo attaccare con le sue domande, sta interrompendo un pubblico servizio».

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Linda Di Benedetto