Seymandi tradimento torino
(Ansa)
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Segre vs Seymandi; la rivincita del «cornuto»

La Rubrica - Lessico Familiare

Il Dott. Massimiliano Segre deve essere stato un cultore della saga cinematografica Il Trono di Spade, essendosi verosimilmente ispirato all’episodio cult delle Nozze Rosse dove Lord Walder Frey, in occasione di un banchetto nuziale, pianificava la propria vendetta contro casa Stark, assassinando il re, sua madre e la maggior parte degli invitati che, verosimilmente posticipando la vacanza estiva, nulla avevano sospettato della trappola ordita dall’amico per lavare con il sangue un’onta passata.

La vendetta come un piatto da consumare freddo, come Uma Thurman nel capolavoro pulp Kill Bill: ma qui non ci sono esecuzioni, non c’è eroismo, solo una gigantesca carognata in salsa social che squalifica il suo autore e genera solidarietà per la vittima, quale che sia la sua colpa vera o presunta.

L’aver organizzato, scegliendo con perfidia persino la data (il 27 luglio, giorno del compleanno della futura sposa), un esclusivo party per annunciare, davanti ad un parterre di ospiti selezionati, le imminenti nozze con la sua ‘amata’ e consegnare le partecipazioni, è solo l’antefatto.

Il protagonista è quel discorso a lungo preparato, scegliendo con perversa cura la sequenza degli argomenti e dei vocaboli, così da far credere agli astanti che si trattasse di un’oratoria d’amore, un’epifania di sentimenti ed emozioni svelate alla platea di amici e colleghi, pronta a spellarsi le mani per elargire le congratulazioni del caso.

E invece il coltello stava nascosto nell’ombra, affilato, intinto nel cianuro- o piuttosto in un altro tipo di sostanza maleodorante- maneggiato con crudele sapienza nel momento in cui il Dott. Massimiliano Segre, imprenditore, commercialista e banchiere, ha svelato i presunti tradimenti della ‘sua’ Cristina Seymandi, collaboratrice e compagna da anni, figlia di un noto commercialista torinese, con un passato in politica.

Cristina era proprio accanto a lui quando questi ha annunciato di volerle fare il regalo più grande, quello di essere libera, libera di amare il suo avvocato, di andare con lui a Mykonos in un viaggio già pagato, esponendola al pubblico ludibrio.

Ed è così che la festa, in stile algido sabaudo, precipita in un clima cafone, evocando la trama del film “ Amici miei” dove il conte Raffaello Mascetti, nobile decaduto, e Guido Necchi gestiscono le corna dell’uno e dell’altro insieme ad altri simpaticissimi sodali.

A Torino, però, non vi è stata nemmeno la leggerezza dell’ilarità. Semmai una cupa sensazione di bullismo, avanposto del cyberbullismo che poi si è scatenato nei giorni seguenti.

La donna è rimasta impietrita dallo shock, mentre il vendicatore sciorinava accuse e frasi sgradevoli su di lei che non risparmiavano i suoi affetti più cari, la madre, la figlia, spargendo sale – o ancora una diversa sostanza maleodorante - sulla sua dignità di donna, madre e figlia.

Tutt’intorno, il silenzio degli amici sbigottiti.

I social hanno completato l’opera, il video è diventato virale e questo è stato l’ultimo tassello di questa spietata vendetta, pianificata dal Dott. Segre per massimizzare i danni alla compagna e recepire solidarietà umana.

Errore fatale: non c’è e non ci può essere comprensione e sostegno per cotanta cattiveria, solo condanna e disdoro.

E speriamo che il party – vendetta non diventi tendenza per quegli uomini apparentemente miti ma che, se lesi nel loro orgoglio, non esitano a trasformarsi in bulli cafoni, asfaltando dignità e diritti altrui.

Le corna, spiace dirlo, sono fatti privati. Al più sono fatti rilevanti per un procedimento di separazione o risarcimento danni ma, in questo caso, sarebbero state sufficienti per dirsi “ questo matrimonio non s’ha da fare”.

La solidarietà va tutta alla Dott.ssa Seymandi, il cui sputtanamento urbi et orbi ha sortito l’effetto opposto, quello di provocare il sostegno di tutte le donne, e di gran parte degli uomini.

Cristina, sono con te e ora è il tuo turno: colpiscilo con la strategia opposta, il compatimento, il disprezzo, l’indifferenza valutando anche la diffamazione subita e la violazione della privacy.

Lascia che a parlare sia il tuo avvocato, qualunque rapporto tu abbia con lui, perché quello che ti ha fatto questo bullo - pettegolo va ben oltre la legittima difesa – non c’è proporzione alcuna - e sfocia nella diffamazione più bieca.

Alla fine di questa storia rimarrà solo un cornuto (è lui che lo ammette per primo) e nulla più.

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Daniela Missaglia

Avvocato matrimonialista e cassazionista, è specializzata in Diritto di famiglia e in Diritto della persona. Grazie alla sua pluridecennale esperienza è spesso ospite in trasmissioni televisive sulle reti Rai e Mediaset. Per i suoi pareri legali interviene anche su giornali e network radiofonici. Info: https://www.missagliadevellis.com/daniela-missaglia

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