Il matrimonio saltato tra Segre e la Seymandi è solo chiacchiericcio in un’estate monotona
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Il matrimonio saltato tra Segre e la Seymandi è solo chiacchiericcio in un’estate monotona

Si parla di spiagge costosissime, turismo solo per i ricchi, e nessuno scoop fa breccia sotto l’ombrellone. Ecco perché il matrimonio saltato di Torino non è un episodio di bullismo ma solo una puntata estiva di Beautiful

Tutti siamo stati traditi.

Succede, un po’ per caso, di svegliarsi un giorno e ritrovarsi… cornuti. È successo a me, a voi, a chi non ha il becco di un quattrino e pure a Massimo Segre, commercialista banchiere finanziario vicino a Carlo De Benedetti che ha scelto di rivelare le consistenti corna che la compagna, Cristina Seymandi, gli ben piazzava sul capo da qualche tempo.

I fatti, come narrati, hanno il sapore di una di quelle soap opera a cui la televisione ci sta abituando negli ultimi anni. Lui e lei, una relazione lunga tra due esponenti della Torino bene, la decisione di convolare a nozze, il coronavirus che rovina i piani - non una, ma ben due volte - e finalmente una festa idilliaca di compleanno e la riconferma che questo 2023 sarebbe stato la volta buona.

E invece no, perché il diavolo fa le pentole e il banchiere ci ha messo un bel coperchio. Nel viralissimo video che sta facendo il giro di tutti i social si vede una donna felicissima che festeggia il suo compleanno davanti agli amici in una lussuosa villa. C’è una consolle, e il futuro sposo. Che all’improvviso, come nelle migliori sagre di paese, si accaparra il microfono e si schiarisce la voce. Nessun karaoke, o confessione d’amore come la futura sposa si aspettava, ma un annuncio, scritto nero su bianco su un foglio piegato che da tempo stava nella tasca dell’uomo.

Non riporteremo le parole di Segre, le potete ascoltare nel video qui sopra pubblicato, ma arriveremo al dunque. Tradire è una scelta personale, giusta o sbagliata che sia - e sia chiaro, noi propendiamo per la seconda - non dovrebbe essere sbandierata ai quattro venti in modo casuale. C’è un però. Ed è riconducibile al fatto che questa storia fosse ben nota a tutti, palese sotto la luce del sole, seppur ben nascosta dalla traditrice. Perché si, se a tradire è lei, si cerca sempre una giustificazione. Sui social spopola il “aver parlato così davanti a tutti è una violenza psicologica”, “Segre è un uomo violento”. Violento? Si, perché la stessa Seymandi potrebbe ora denunciare l’ex compagno per violenza privata. Perché essere il cornuto va bene, ma solo se lo fai in silenzio e lavi i panni a casa tua. O non li lavi proprio e accetti che fai parte di quella porzione di popolazione di sfigati - passateci il termine - che le corna se le tengono perché “dopotutto va bene così”.

Da donna, mentre scrivo questo articolo, penso a come mi sarei sentita nei panni di lui e di lei. Da una parte non me la sento di non essere dalla parte della donna, umiliata in pubblica piazza, e continuo a pensare che certi fatti si risolvono in altro modo e in altre sedi. E sia chiaro che con sedi non intendo di certo i social network, dove la vendetta di Segre sembrava preannunciata da quei post finto ispirazionali con frasi da Bacio Perugina di sottomarca che lasciano intendere ma non confessano nulla per davvero. Dall’altra, però, non posso che empatizzare anche con Segre. Le corna fanno male. Infastidiscono all’inizio, le sopporti e ti colpevolizzi pure, per un certo lasso di tempo. Ma poi che succede? Che se vedi il “reato” perpetrarsi, come un rituale, l’autocommiserazione si trasforma in un vero e proprio giramento di scatole - per essere educati. E lì ti scatta il nervo. I cinque minuti. Segre, con i suoi post simil Sibilla aveva ben fatto intendere di sapere. Eccome. E lo show in pubblica piazza è stato il risultato ovvio di una relazionetra due narcisi che, con tutta probabilità, non avevano nulla da spartire l’uno con l’altro.

Online si sta leggendo di tutto. Tra le parole ricorrenti c’è la novità di questa estate 2023: patriarcato.

Peccato che Torino non sia Barbieland, Segre non sia Ken e la Seymandi Barbie stereotipo. Nella mia crociata personale contro il lasciarsi “lobotomizzare” da cinema e televisione inserisco anche la battaglia pro matrimonio scoppiato e contro la corsa a utilizzare le mode del momento per descrivere situazioni normalissime e che si ricorrono da secoli.

Diciamo una frase da vecchi; i social media hanno distrutto quel briciolo di privacy che ci rimaneva. E pescando nel mucchio delle frasi fatte ci piazziamo anche il meme virale della casa con lo striscione “welcome back cheater” - letteralmente “bentornato traditore”, e tutta la serie di auto rigate da uomini e donne negli ultimi decenni.

Aggiungiamo anche che il tradimento è il sale della vita (risata finta di sottofondo). Perché alzi la mano chi non ha sfogliato in spiaggia un rotocalco scandalistico, non si è mai soffermato su un post di corna famose o ha guardato l’acclamato Temptation Island (che di corna e cornuti, spoiler, ci campa).

E quindi di cosa ci stupiamo? Abbiamo il nostro chiacchiericcio ferragostano. Mungiamolo finché basta e poi torniamo ai fatti seri, come i rolex di Totti o il nuovo compagno di Belen.

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Rita Galimberti