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(Ansa)
Salute

Gli errori da non fare contro la Dengue

La malattia sta facendo sempre più casi e sempre più paura. E ci sono cose che per noi sono di routine che si dimostrano dannose, anzi, pericolose

Negli ultimi anni, l'Italia ha assistito a un aumento significativo dei casi di dengue, una malattia virale trasmessa dalle zanzare. Dal 2023 fino ad oggi, il Paese ha registrato un totale di 362 casi confermati, segnalando un significativo incremento rispetto agli anni precedenti. In particolare, 82 di questi casi sono stati considerati autoctoni, indicando una trasmissione locale del virus. Un fenomeno che rappresenta una marcata inversione di tendenza rispetto al 2022, quando non sono stati riportati casi autoctoni e il totale si è fermato a 117.La dengue, una malattia conosciuta da secoli, ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani. Il recente aumento globale, è attribuibile ai cambiamenti ambientali come il cambiamento climatico e il disboscamento. Questi fattori hanno favorito la proliferazione dei vettori responsabili della trasmissione della malattia in oltre 110 paesi nel mondo. In questo contesto, il controllo delle zanzare vettori, principalmente Aedes aegypti e Aedes albopictus, rimane fondamentale per prevenire la diffusione della dengue.

«I primi casi autoctoni di febbre dengue risalgono al 2020, quando si è verificata una piccola epidemia nella Pianura Padana» - commenta Emanuele Nicastri Direttore UOC Divisione di Malattie Infettive IRCCS INMI Spallanzani

La dengue è mutata rispetto ai primi casi del 2020 ?

«La scorsa estate abbiamo assistito all'introduzione nel nostro Paese di quattro sierotipi, ossia quattro virus appartenenti alla stessa famiglia del virus dengue. Le infezioni del 2023 si sono concentrate per metà al nord e per metà nella regione Lazio, con particolare rilievo nell'area della Balduina a Roma. Sono stati segnalati anche due casi a Latina e uno ad Anzio».

A cosa è dovuto l’aumento dei casi del 2023?

«Il maggior numero di casi registrati dal 2020 in poi è stato causato dal crescente numero di viaggiatori che hanno visitato paesi endemici dopo la pandemia, dove le zanzare riescono a veicolare il virus della dengue con maggiore efficacia rispetto alle nostre, in quanto più efficienti dal punto di vista replicativo. Presso il nostro Istituto Spallanzani sono stati ricoverati numerosi viaggiatori di ritorno da paesi endemici come le Maldive e il Sudamerica».

Quali sono i sintomi?

«La febbre dengue, se contratta per la prima volta, può essere asintomatica sino all'80% dei casi, causando solo febbricola. Il restante 20% sviluppa sintomi che possono essere confusi con una sindrome simil influenzale quali febbre, dolori articolari, cefalea e rash cutaneo, che può comparire solo qualche giorno dopo. Pertanto, è importante effettuare un test rapido per fare una diagnosi del virus ma non dimentichiamoci della malaria che è una malattia infettiva di importazione come la dengue e che causa ancora decessi anche nel nostro Paese».

Ci sono stati decessi?

«È stato registrato un solo decesso di dengue nell'area di Firenze, in una persona affetta da una malattia autoimmune. Infatti, la dengue può avere complicanze anche gravi nei pazienti che hanno contratto l'infezione per la seconda volta, nei pazienti fragili con comorbidità ed in particolare negli anziani e nei bambini piccoli. Ricordo il caso di due pazienti affetti contemporaneamente da COVID e dengue che hanno avuto gravi problemi a livello epatico».

Esiste una cura?

«No, non esiste una cura specifica per la dengue; la malattia tende a risolversi spontaneamente. È importante evitare l'uso di antinfiammatori, poiché possono peggiorare la condizione del paziente. Mentre nel 2023, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha dato il via libera all'utilizzo e alla commercializzazione di Qdenga, un vaccino tetravalente vivo attenuato per prevenire la dengue causata da qualsiasi dei quattro sierotipi del virus. Questo vaccino aveva già ricevuto l'approvazione dall'EMA (European Medicines Agency) nel dicembre del 2022. Al contrario, il Dengvaxia, prodotto da Sanofi Pasteur, non è disponibile in Italia ed è raccomandato solo per le persone che vivono in zone endemiche e che hanno già contratto la dengue in passato, confermato attraverso test di laboratorio».

Cosa consiglia?

«È essenziale adottare misure preventive per ridurre il rischio di epidemie di dengue. Il metodo più efficace è la lotta costante e sistematica contro le zanzare vettori, eliminando i ristagni d'acqua nelle aree abitate e conducendo campagne di disinfestazione mirate per ridurre la popolazione di Aedes. La prevenzione è quindi una componente essenziale della risposta alla dengue».

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Linda Di Benedetto