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Salute

Un grafico aiuta a prendere la decisione giusta sul cancro

Lo strumento, messo a punto all'ospedale San Martino di Genova anche grazie al sostegno della Fondazione Airc, fa capire ai pazienti quale terapia è più indicata nel loro caso

«Quando si tratta di cancro, le informazioni fondamentali che il malato deve avere sono tre: "dopo l'intervento sono già guarito?", «se sì, in che percentuale?", e "se faccio qualcosa, di quanto posso ridurre il mio rischio di recidiva?". Rispondere a queste domande, per quanto non sia semplice, è l'Abc della medicina». A parlare è Alberto Sobrero, primario di Oncologia 1 dell'Ospedale San Martino di Genova, che per fornire ai suoi pazienti (e ai medici come lui) tutti i dati che rendono possibile fare una scelta terapeutica, ha ideato insieme al suo gruppo uno strumento speciale: un grafico che, a partire da una serie di informazioni (l'identikit genetico e molecolare del tumore, le sue dimensioni, la situazione dei linfonodi) chiarisce il profilo di rischio di ogni paziente, indica la terapia più appropriata e le probabilità di guarigione.

Il grafico -il cui studio, finanziato da Fondazione Airc, è stato pubblicato su European Journal of Cancer - riguarda per ora il tumore al colon-retto. Ma il suo concetto potrebbe essere esteso a quasi ogni tipo di neoplasia.

«Alla base del nostro strumento, che ormai uso da un paio d'anni, c'è un calcolo eseguito su oltre 50 mila pazienti di tutto il mondo, nell'arco di 30-40 anni, con tumore al colon- retto allo stadio 3: guaribile ma con un rischio del 50 per cento di ricaduta, e sul quale la chemioterapia risulta molto efficace» prosegue l'oncologo.

Per capire meglio i vari stadi della malattia: nei primi tre ci sono buone possibilità di cavarsela, dopo c'è, come dice Sobrero, «il mondo della disperazione»: lo stadio 4 dove quasi nessuno guarisce. «Quando davanti a me si siede un paziente con una diagnosi entro i primi tre stadi, gli dico che deve stappare una bottiglia di champagne e ritenersi fortunato, perché è al di qua di quella soglia».

Le linee guida dicono che se si ha un tumore alla stadio 3 il rischio di ricadere, non facendo nient'altro dopo l'intervento, è del 50 per cento; se invece si fa una chemioterapia con due farmaci, il rischio si riduce più o meno del 20 per cento. «Il problema però è che lo stadio 3 è molto eterogeneo, abbiamo bisogno di modulare le linee guida sulle condizioni particolari del singolo paziente» spiega Sobrero. «Possono esserci malati che invece del 50 per cento di chance di guarire ne hanno il 15, e avrebbero quindi un fortissimo beneficio dalla chemioterapia. E, all'altro estremo, pazienti sempre in quello stadio ma con un bassissimo rischio di ricadere».

Il grafico messo a punto (già replicato negli Stati Uniti, ora lo hanno richiesto in Giappone) è quindi una strada su cui il medico e il paziente si possono incamminare verso una direzione più chiara. Per Sobrero, la condivisione con i pazienti delle informazioni e della decisione finale è fondamentale.

Diversi studi di psicologia tra i malati oncologici, condotti all'ospedale genovese dalla sua équipe, dimostrano che il 30 per cento dei malati sceglie di fare una chemioterapia sia pure tossica anche solo per ridurre il rischio di recidiva del 2 per cento; una percentuale analoga accetta la chemio solo se il pericolo cala del 3-4 per cento, e il restante dice, più o meno, «siete pazzi, io per meno del 5 per cento non faccio niente».

Nessuno ha torto o ragione, osserva Sobrero, «esiste l'individualità, il, nostro compito di medici è trovare il migliore trattamento per ogni malato, parlandone con lui. Ma senza mai condizionarne le scelte, perché questo è contrario alla buona medicina. Io stesso avuto un tumore per il quale avrei ottenuto solo un 2 per cento di chance in più facendo la chemio terapia, e ho detto no. Certo, se con la chemio uno guadagna un bel 20 per cento in più di possibilità di guarire e non la fa, allora insisto».

Il grafico che aiuta medici e malati a fare una scelta personalizzata e razionale è diventato talmente importante, nella sua utilità pragmatica (e anche psicologica), che Sobrero ha realizzato un sito, www.YOUTUMOR.org, che lo spiega e fornisce ai pazienti tutte le informazioni utili per capire una diagnosi, le chance di guarire a ogni step, le possibili complicanze, le terapie da intraprendere. Una guida illuminante per orientarsi in quel labirinto di angoscia e incertezza in cui chiunque di noi si trova dopo una diagnosi di tumore.

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Daniela Mattalia