Dieta Mima-Digiuno e vitamina C contro il cancro
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Salute

Dieta Mima-Digiuno e vitamina C contro il cancro

Da studi di laboratorio una nuova speranza contro le cellule tumorali

Una dieta ipocalorica e dosi farmacologiche di vitamina C. È l'arma anti-cancro che un team di ricercatori del laboratorio di Longevità e Cancro dell'IFOM di Milano e dell'Istituto di Longevità dell'Università della Southern California, guidati da Valter Longo, ha sperimentato contro il tumore.

I test, con il sostegno della Fondazione Airc, sono stati condotti per ora animali di laboratorio, e hanno riguardato cellule mutate del tumore al colon (nell'oncogene KRAS): malattia che in Italia colpisce circa 50 mila persone ogni anno. E i risultati pubblicati su Nature Communications (www.nature.com/articles/s41467-020-16243-3).

I ricercatori hanno visto che nei topi trattati con cicli di dieta Mima-Digiuno e dosi farmacologiche di vitamina C, la crescita del cancro il cancro rallentava in modo significativo; in alcuni animali, addirittura, il tumore era completamente regredito. Unendo poi questa cura sperimentale alla chemioterapia (quindi un triplo trattamento), si è riusciti a prolungare la sopravvivenza degli animali rispetto a quelli curati solo con la chemio.

I risultati confermano ciò che il gruppo di Longo aveva già osservato negli ultimi anni, ossia che, come spiega lui stesso, «cicli di dieta Mima-Digiuno sono in grado di rallentare la crescita tumorale, potenziare l'efficacia dei chemioterapici e allo stesso tempo proteggere le cellule sane dagli effetti collaterali della terapia».

Aggiunge Maira Di Tano, primo autore del lavoro: «Il trattamento con questo tipo di dieta potenzia l'effetto antitumorale della vitamina C nelle cellule cancerose mutate nell'oncogene KRAS. E lo fa regolando i livelli di ferro e i meccanismi molecolari coinvolti nella risposta allo stress ossidativo».

Questo, aggiungono i ricercatori, è particolarmente importante perché i tumori mutati nel gene KRAS, che favorisce il cancro, sono tra i più aggressivi perchè resistono alla maggior parte delle terapie disponibili.

Si parla, ovviamente, di vitamina C a dosi farmacologiche, cioè intravenosa (non buttatevi a consumare integratori di questa vitamina, sarebbe inutile). Deve essere somministrata direttamente nella circolazione sanguigna, dove produce agenti ossidanti e radicali liberi in grado di colpire le cellule tumorali, causando danni al loro Dna e portandole alla morte.

Al momento sono in corso studi clinici su pazienti oncologici, sia per verificare l'efficacia della vitamina C ad alte dosi che la possibilità di combinare il trattamento con gli attuali farmaci chemioterapici.

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Daniela Mattalia