"L'arte di vivere annusando", elogio dell'olfatto
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"L'arte di vivere annusando", elogio dell'olfatto

Si potrebbe dire che “L’arte di vivere annusando” (Aboca Edizioni) del neuro-etologo svedese Bill Hansson rappresenta per la divulgazione scientifica quello che il celebre romanzo “Il profumo” di Patrick Süskind rappresenta per la letteratura. Se quest’ultimo aveva messo l’olfatto al centro della vita del protagonista Jean-Baptiste Grenouille, dotandolo di una capacità sovrumana di percepire gli odori, Bill Hansson dimostra come questo senso è alla base di molti dei meccanismi fondamentali della natura.

La ragione è che il ruolo dell’olfatto è fondamentale lungo tutto l’arco del regno animale e vegetale. Hansson ci insegna che, se priviamo dell’olfatto un piccione, non ritrova il suo nido, che gli squali possono “annusare” una molecola di sangue in un miliardo di molecole d’acqua, che i salmoni mappano gli odori per orientarsi nei fiumi, che le falene hanno un olfatto un milione di volte più sensibile del nostro, e molto altro ancora.

Hansson, ricercatore dell’olfatto, ci spiega anche come animali che si credeva fossero privi di questo senso, o che lo avessero scarso, ne dipendono in maniera determinante. Per esempio, gli avvoltoi, captano le molecole emesse dalle carcasse che si spostano nel vento a enormi distanze. Alcuni insetti si basano sulla vista per trovare i fiori ma poi dipendono dall’olfatto per la localizzazione.

Una parte interessante del libro tratta di come l’inquinamento, e in generale il mondo moderno, sia responsabile di una sorta di disfunzione olfattiva che è, a sua volta, responsabile anche di malattie respiratorie e cardiache. Hansson ricorda che vi è una connessione stretta tra inquinamento dell’aria e il rischio di problemi neurologici come quelli dell’Alzheimer e del Parkinson. Più si vive in ambienti ricchi di polveri sottili più aumentano i rischi di queste malattie.

La perdita dell’olfatto è il primo indice di queste patologie come pure, in alcuni casi, di altre quali la depressione e il disturbo bipolare ma anche dello stesso Covid. La ricerca sta indagando sul collegamento tra i nervi sensoriali olfattivi e il flusso del liquor cerebrospinale, sostanza che circonda cervello e midollo spinale. Sembrerebbe che quando i nervi sensoriali olfattivi vengono danneggiati vi siano effetti a catena che provocano malattie neurologiche. Sotto un certo punto di vista, si potrebbe dire quindi che il senso dell’olfatto è anche la chiave per comprendere alcune delle malattie che affliggono la specie umana.

Gli ultimi capitoli del libro sono legati all’uso futuro dell’olfatto. Secondo l’autore, “la scienza psicologica e quella olfattiva continueranno a collaborare per produrre odori irresistibili, che ci invoglieranno a investire in certi prodotti”. Anche in questo caso, sembrerebbe che le nuove conoscenze sull’olfatto e la genetica potranno essere usate per controllare meglio gli uomini, come già sta avvenendo in varie altre sfere della ricerca. Una domanda interessante del libro è se si può fabbricare un profumo assolutamente irresistibile per il sesso opposto. Questo era anche il sogno del protagonista de “Il profumo” di Patrick Süskind. Hansson ci spiega come potrebbe essere costruito. Ci avvisa però che è improbabile che la ricerca riesca in questo intento. Ci limitiamo a notare che qui è dove scienza e letteratura si saldano: questo era anche il sogno del protagonista de “Il profumo” di Patrick Süskind.

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Luca Sciortino